Il Largo cambia nome, scatta la carica
delle 101 firme contro Mircoli: “Più rispetto
per la memoria del dottor Lecchini”

MONTERUBBIANO - L'ex sindaco Pistolesi, promotore lo scorso anno di una raccolta firme, ripercorre la storia della nuova intitolazione della piazza: "Massimo rispetto per i Vigili del Fuoco, ma doveva essere scelto un altro posto"

di Andrea Braconi

Soprattutto nei piccoli Comuni, la figura del medico di base è quasi sacra, intoccabile, amata da tutti. E la storia recente racconta di donne e uomini ai quali sono stati dedicate vie, piazze, vicoli di tantissime città italiane. Come a Monterubbiano, dove al dottor Renato Lecchini era stata intitolata una piazza, proprio davanti alla sua casa. Era perché il sindaco, oggi dimissionario, Maria Teresa Mircoli ha deciso di modificare la toponomastica in Largo Vigili del Fuoco, con tanto di cerimonia a due giorni dalla fine del suo mandato. Una decisione presa il 24 agosto dello scorso anno con una delibera di Giunta (autorizzata il 24 gennaio scorso dal Prefetto di Fermo, ndr), che aveva provocato l’immediata reazione di un nutrito numero di cittadini, tra i quali diversi ex sindaci, tra cui Umberto Pistolesi. “Il Corpo dei Vigili del Fuoco è uno dei più importanti in Italia, a loro dobbiamo veramente tanto e non possiamo che ringraziarli per tutto ciò che fanno. Ma la scelta poteva cadere su un altro punto del paese, non serviva fare questo alla memoria del dottor Lecchini”.

Come vi siete accorti di quella modifica?

“Il cugino di Lecchini, che abita in Inghilterra ma che ha anche una casa a Moresco, era qui in vacanza ed il primo settembre è uscito dal Comune spiegandoci cosa stesse succedendo. Siamo andati a vedere sull’albo pretorio e l’esposizione della delibera scadeva il giorno 8”.

Così è partita subito la raccolta delle firme.

“Abbiamo fatto tutto in tre giorni. Alla mattina stavo davanti al bar centrale di Monterubbiano, al pomeriggio in un altro bar a Rubbianello. Tra i firmatari ci sono i vecchi sindaci Francesco Pagliarini, Annamaria Del Gobbo, l’ex presidente del Consiglio provinciale Luigi Marconi, l’imprenditore ed ex presidente della Provincia di Ascoli Piceno Federico Vitali. A firmare saremmo potuti essere molti di più, ma non abbiamo avuto tempo.”

Di quante adesioni parliamo?

“Di 101 firme che rappresentano altrettante famiglie di Monterubbiano, tutte legate alla figura di Lecchini, che mi hanno raccontato un mare di aneddoti”

Tipo?

“Sicuramente accade in tutti i Comuni, ma c’era un grande rispetto per i medici di quei tempi che correvano come matti. Mio padre, ad esempio, aveva avuto un infarto a casa e mia madre non sapeva guidare. Quindi, è andata a piedi dal dottore e lui stava in poltrona a dormire vestito. A mio padre ha subito fatto un’iniezione, lo ha caricato sulle spalle, si è fatto 3 piani di scale a chiocciola, lo ha messo sul suo Maggiolino e lo ha portato all’ospedale di Fermo. Di storie come queste ne ho sentite a bizzeffe, come il fatto che spesso in piena notte andasse a dare un aiuto in pigiama, con sopra il cappotto.”

Torniamo all’oggi: il sindaco Mircoli cosa vi ha risposto?

“Il sindaco non ci ha risposto per niente. Tanto che pensavamo che la nostra protesta fosse andata a buon fine e ci avesse ripensato, fino a che il 6 giugno ad una persona che abita in Piazza Lecchini è arrivata una lettera dell’Anagrafe per cambiare i documenti sulla residenza. Abbiamo provato ad andare immediatamente in Prefettura, ma ci sono state difficoltà legate all’emergenza Covid.”

Quale rammarico vi resta?

“Proprio in un momento in cui persino il presidente della Repubblica Mattarella nomina cavalieri del lavoro decine di medici ed infermieri protagonisti durante l’emergenza, succede che a Monterubbiano un sindaco in scadenza faccia questa scelta. A noi resta il senso di colpa di non essere riusciti a mantenere la memoria del dottore”.

Avete rimarcato come da parte vostra non ci fosse alcuna preclusione nell’intitolare uno spazio ai Vigili del Fuoco, ma che fosse invece opportuno cercarne un altro.

“Ci mancherebbe, non avevamo niente in contrario. Chi può discutere il valore dei Vigili del Fuoco? Allo stesso modo siamo d’accordo sull’intitolazione da parte dell’Amministrazione di un largo a Giuseppe Donati, lo storico netturbino. Pensiamo che un’altra via poteva essere dedicata a Gino Sgariglia, il giardiniere che sulle aiuole disegnava e cambiava la data ogni giorno. Ma togliere il nome di una persona da una piazza significa disonorare quella stessa persona”.


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