di Paolo Bartolomei
Ore 6,48 del 19 giugno 1964: un boato scuote il centro storico di Fermo. Una parte dell’edificio che ospita i camerini del Teatro dell’Aquila, precisamente quella che si affaccia su viale Vittorio Veneto, collassa e crolla. L’ammasso di macerie precipita sugli edifici sottostanti (il porticato con i negozi, costruiti otto anno prima), danneggiandoli, e invade anche la strada.
Si sfiorò la tragedia, che non avvenne per puro miracolo: sarebbe bastato che tutto fosse accaduto pochi minuti più tardi che si sarebbero contate molte vittime, visto che quel tratto di strada verso le sette del mattino si popolava di persone (all’epoca era anche il capolinea di molte corriere).
Il primo operaio che si stava recando sul cantiere, al momento del crollo si trovava a poche decine di metri e si salvò per caso.
Forti furono le polemiche, da diversi anni era presente un’ armatura in legno che conteneva la scarpata tra il porticato dei negozi di viale Vittorio Veneto e l’edificio dei camerini, attiguo al Teatro dell’Aquila, sito nella soprastante via Mazzini.
L’armatura lignea era da tempo oggetto di critiche e anche di preoccupazione. La Soprintendenza alle belle arti in un primo momento aveva negato la possibilità di costruire le palazzine di uffici sopra al porticato, mentre solo più di recente il permesso era stato concesso ed erano appena iniziati i necessari lavori di consolidamento della scarpata con pilastri di cemento armato. Difatti nelle foto si nota che al di sopra del porticato ancora non ci sono gli uffici che invece vediamo oggi.
Alcuni giorni prima il custode del Teatro dell’Aquila, Silvestro Pagnanelli, aveva notato grosse crepe nei camerini e il sindaco Mario Agnozzi aveva vietato l’accesso all’intero edificio, mentre già la sera prima del crollo molti testimoni riferirono di aver sentito i primi scricchiolii, che furono sottovalutati. Fortunatamente il glorioso teatro non subì alcun danno.
I tecnici accertarono poi che la causa di tutto fu una perdita d’acqua; analoga origine della frana che nel 2013 interessò lo stesso versante ma poche decine di metri più in là e per fortuna senza coinvolgere edifici e persone.
Nonostante tutto, il sindaco Mario Agnozzi riuscì a mantenere la promessa fatta alla città subito dopo il crollo: l’edificio dei camerini fu ricostruito in tempo record e si approfittò anche per ingrandirlo, aumentandone la capienza.
A settembre l’attesa stagione lirica del Teatro dell’Aquila di Fermo (all’epoca una delle più prestigiose in Italia) iniziò regolarmente con l’esibizione del soprano italo-americano Anna Moffo che interpretò Lucia di Lammermoor.
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