Renzo Interlenghi
“Giovedì scorso ha perso la vita un giovane detenuto presso la Casa Circondariale di Fermo. Si è tolto la vita a soli 23 anni. Circa il 50% delle morti in carcere (in totale rappresentano una media di circa 160 all’anno) avvengono per suicidio a dimostrazione che il sistema penitenziario non è in grado di fornire risposte adeguate a soggetti che non hanno bisogno della detenzione per potersi riabilitare, poiché spesso, invece, hanno bisogno di strutture socio sanitarie che li aiuti, innanzitutto, a sopravvivere al senso di abbandono i cui si sentono”. Inizia così l’intervento del candidato sindaco di centro sinistra alle prossime elezioni comunali di Fermo Renzo Interleghi. Un fatto di cronaca, quello della morte del giovane ragazzo, che ha scosso l’opinione pubblica riaccendendo l’attenzione sulla situazione delle carceri marchigiane.
“Mi sto candidando a sindaco della città di Fermo per il centrosinistra, ma sono innanzitutto un avvocato che, quindi, ha un osservatorio privilegiato su determinate problematiche – spiega Interlenghi – Durante il lockdown, come coordinatore della Protezione Civile e con la collaborazione del sindaco di Monte Vidon Combatte, abbiamo donato mascherine ai detenuti perché, per affrontare determinati problemi è necessario unire le forze e fare quadrato. Questi gesti, però, non bastano perché chi sta “dentro” vive in un’altra dimensione e, spesso, quella dimensione produce crisi di rigetto che si materializzano in gesti insani che lasciano un vuoto, nelle famiglie, nelle amicizie (anche carcerarie) e nella società. Gli operatori penitenziari fanno il massimo e questo lo comprese l’allora Ministro alla Giustizia Oliviero Diliberto che dette dignità al corpo della Polizia Penitenziaria ma è il sistema penitenziario che deve essere riformato.
Manifesto, pertanto, la mia più sincera solidarietà alla famiglia del giovane che è venuto a mancare affinché non si senta sola e possa avvertire la presenza della persona e della istituzione che andrò a rappresentare”.
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