“A pochi giorni dal voto, la sinistra chiede fiducia in termini di continuità politica, senza fare alcuna autocritica rispetto agli errori commessi negli ultimi quattro anni. Se si considera come la Regione Marche ha trattato il Fermano in questi anni, quello che serve è invece un radicale cambio di direzione e, dunque, una netta discontinuità con il passato”, questi gli umori di Giovanni Lanciotti (foto), candidato consigliere regionale per Forza Italia Civici per le Marche.
Dall’incontro con i lavoratori e le imprese secondo Lanciotti emergono criticità importanti da una ampia parte del tessuto produttivo marchigiano. “La Provincia di Fermo ancora deve essere riconosciuta dalla Regione – prosegue l’azzurro -. Alcuni uffici non sono presenti ed altri sono sottodimensionati e costretti a delegare ad altre sedi la gestione di numerose pratiche. Per offrire servizi agli imprenditori ed ai lavoratori del territorio, l’Ispettorato del Lavoro, l’Inps, l’Inail, devono essere adeguatamente strutturate”.
“Fino al 2008 il Fermano era un’isola felice, la disoccupazione era sotto la media nazionale e sotto quella regionale; oggi gli indici dicono tutt’altro. Siamo diventati l’ultimo distretto delle Marche. Dal 2008 in poi, tra crisi internazionali, settoriali e problematiche connesse al sisma, il Fermano ha subito un forte rallentamento economico, tanto che, nel 2017, i rappresentanti di tutte le associazioni di rappresentanza, sia datoriale che dei lavoratori, hanno costituito il Tavolo dello Sviluppo del Fermano per cercare di intervenire a sostegno di aziende e lavoratori, chiedendo alla Regione il riconoscimento del Fermano quale Area di Crisi Complessa, al fine di veder riconosciuti appositi interventi sugli ammortizzatori sociali e forme di accompagnamento verso un nuovo lavoro. Pur essendo uno strumento rigido e adatto soprattutto per le grandi aziende, l’area di crisi complessa rappresenta un’occasione per intervenire sul territorio, ma la Regione ne ha ostacolato l’Iter, che si è concluso solo ad agosto 2020”.
“Senza un sostanziale cambiamento nell’utilizzo dei fondi europei, senza prevedere la possibilità di finanziamenti “diretti”, il rischio concreto è che tali risorse siano messe a disposizione di poche realtà imprenditoriali, quelle meglio strutturate ed organizzate per intercettarle, mentre nel nostro territorio la stragrande maggioranza delle aziende è di medie o piccole dimensioni e il rischio di non vedere tali risorse sfruttate dalle nostre imprese è reale”, incalza Lanciotti.
“Il primo intervento indispensabile sarebbe quello di affrontare le problematiche occupazionali abbandonando la vecchia logica, ormai sempre più stantia, dell’assistenzialismo, e cioè passare da un modello passivo, alla sussidiarietà, ovvero ad un modello in cui la persona (sia esso lavoratore o imprenditore) sia protagonista ed al centro delle azioni di governo: elaborare un nuovo welfare locale in grado di contenere la vulnerabilità su una fascia sempre più grande di popolazione”.
“Il secondo riguarda il sostegno agli investimenti tecnologici ed innovativi. Serve un braccio della Regione che sia nel Fermano, che si cali nella sua realtà e che faccia quel che serve per agevolare le imprese a cogliere l’opportunità dei bandi; serve altresì un fondo per lo sviluppo, per il lavoro e per le politiche di formazione ed orientamento dei disoccupati. Che si sfruttino le opportunità date dall’area di crisi complessa. Questo territorio ora può essere rilanciato e se le opportunità ad oggi non sono decollate, la Regione ha grandi colpe. La nostra prospettiva è di far fruttare questa chance lavorando a tutto campo su infrastrutture, viabilità e lavoro”, la conclusione del candidato forzista.
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