L’ormai ex selezione fermana di Serie C
di Paolo Gaudenzi
FERMO – “La serie C di pallanuoto non esiste più, da atleti lo abbiamo scoperto improvvisamente e solo dal web con la presentazione del nuovo tecnico della Fermo Nuoto e Pallanuoto“.
Questo lo sfogo dell’ormai ex prima squadra fermana, con i ragazzi ad esternare il malcontento alla società.
“Prima squadra cancellata senza neanche una telefonata o un arrivederci. Dopo anni passati in piscina ad allenarci ed eravamo pronti a ricominciare l’attività agonistica, con l’aggravante di aver vissuto una stagione interrotta agli inizi del campionato, come noto a tutti, per via del Covid – proseguono gli stessi con un affondo -. Ci sentiamo delusi e siamo arrabbiati contro il vertice. Precisiamo che si tratta di uno sport autofinanziato e non retribuito, fatto di allenamenti duri ed in orari impossibili”.
“Va inoltre considerato che la storia della pallanuoto fermana è tra le più antiche delle Marche e ha visto negli anni la crescita di talenti importanti a livello nazionale e internazionale – incalzano i giocatori -. La società è naturalmente libera di decidere a quali categorie di campionato partecipare, visto che nessuno ce le ha spiegate, non abbiamo però capito quali principi e scelte sono state fatte, sicuramente non economiche considerato che la Fin (Federazione Italiana Nuoto, ndr) ha già detto che, vista l’interruzione dei campionati della scorsa stagione, non sono previsti pagamenti per l’iscrizione. Forse qualcuno ha pensato di ragionare diversamente con altri tipi di vantaggi davanti a questa variabile?”
“Inutile dire che la prima squadra rappresenta un punto importante di riferimento e di crescita anche per le giovanili, che possono allenarsi e guardare con prospettiva verso un traguardo da raggiungere. Siamo atleti di diverse generazioni che praticano questo sport da tanti anni e che con lo staff tecnico ha fatto da accompagnatori a tanti ragazzi”, le ulteriori argomentazioni fornite dalla squadra di serie C.
“L’amministrazione comunale, va dato atto, è sempre stata molto presente e attenta alla questione, ma di fatto non ha potuto fare molto, o meglio si è spesa affinché tutto il settore non fosse cancellato con un colpo di spugna, un rischio transitato tra le ipotesi paventate dalla gestione, svanito magari anche per via dell’appetibilità delle quote sociali di partecipazione – i quesiti della squadra -. Lo sport è un qualcosa di centrale per la crescita di un bambino e di un giovane, uno sport duro e di costanza come la pallanuoto rappresenta un riferimento pedagogico ed educativo importante, in un momento in cui si è poco abituati ad aspettare per raggiungere obiettivi, nella pallanuoto se non ti alleni non riesci a giocare, hai bisogno di continuità e di tanta determinazione”.
“Tutte qualità che diventano utili e importanti anche nella vita di tutti i giorni e che spingono alla crescita di consapevolezza e determinazione. Diceva Mohamed Alì che i campioni non si fanno nelle palestre, si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Non ci sembra giusto, dunque veder togliere con estrema leggerezza tutto questo a ragazzi, adulti ed atleti che coltivano il desiderio della partita, sognando una vittoria secondo dopo secondo per quattro lunghissimi tempi. Visione triste che, non per colpa nostra, ora è diventata una realtà imposta tassativamente sia a noi che ai ragazzi che non avranno sbocco in prima squadra”.
La squadra si congeda affermando che “tutto enfatizzato da una situazione paradossale in cui, ripetiamo, nessuno è stato contattato o messo al corrente di motivazioni, cause o variazione di progetti. Ora ci troviamo a reinventarci spazi e sport, o essere costretti a fare chilometri (la squadra più vicina della disciplina opera a Tolentino, ndr) per pensare di allenarci e poter nuotare dietro ad una palla gialla. Detto questo, un grosso in bocca al lupo al nuovo mister e a tutto il vivaio della Pallanuoto Fermo per la nuova stagione”.
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