di Nunzia Eleuteri
Che dire?! Ai numeri c’è ben poco da aggiungere anche se il neo presidente della regione ha pensato bene di non considerarli scegliendo in giunta chi non è stato eletto e persino chi non si era candidato. Pazienza. E’ solo la conferma di una democrazia esistente a parole ma non nei fatti.
Pensando però al criterio di scelta che, da quanto si sente, “ha privilegiato la competenza a scapito della territorialità” (e, aggiungo, a scapito dei voti), una domanda sorge spontanea: ma è possibile che tra 170.000 abitanti del Fermano il presidente Acquaroli non abbia ritenuto nessuno così competente da poter essere scelto nella sua giunta, rispettando così sia il criterio della competenza che quello della territorialità? Visto che non importava essere un candidato per farne parte, sembra davvero assurdo che nessuno della provincia di Fermo sia stato ritenuto all’altezza del ruolo. Un vero smacco. Decisamente un’offesa. Insomma, la provincia di Fermo esclusa dalla giunta. Incassiamo il colpo e andiamo avanti.
Un’altra grande esclusa, ma qui il presidente Acquaroli non c’entra di certo, è la città capoluogo. A fare il “mea culpa” in questo caso sono i fermani che avrebbero, numericamente, tutta la forza per far eleggere un loro rappresentante in regione.
Analizzando la situazione ne esce un quadro quasi paradossale, dove tutte le città più grandi della provincia sono riuscite ad eleggere un loro rappresentante. Tranne Fermo. Ma atteniamoci ai numeri, arrotondandoli per semplicità e andando in ordine di grandezza:
Una storia che si ripete per Fermo, come 5 anni fa: nonostante i suoi 37.000 abitanti, nessun consigliere regionale della città è stato eletto. Eppure c’erano nomi spendibili che avevano buonissime possibilità di riuscita e quella competenza tanto sbandierata dal nuovo presidente. E’ triste dirlo ma la città del palio è rimasta al palo. Fermo: l’esclusa.
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