“Fermo la civica: questa sconosciuta”, inizia così la nota del comitato Fermo al Centro guidato da Ugo Ciarrocchi. Una nota incentrata sull’assenza di un rappresentante del Fermano nella giunta Acquaroli.
“Oggi tutti a sorprendersi, e taluno anche ad indignarsi, per l’assenza di un rappresentante del fermano nella giunta Acquaroli. A nostro parere, al contrario, non vi è alcuna sorpresa: infatti, a prescindere dalla fondatezza o meno dell’argomento, sostenere, cioè, la necessità tout court di un rappresentante del territorio piuttosto che auspicare la competenza e l’attenzione per l’intera Regione da parte degli assessori, senza preoccuparsi della realtà locale di loro provenienza, questione su cui si può discutere, l’esito appena verificatosi ha, evidentemente, motivazioni più lontane dalle mere logiche di partito e di alleanze su cui i veri responsabili di questo stato di cose, astutamente, vorrebbero far ricadere le colpe. Occorre ammettere, invece, e serenamente, che sono anni e anni che il territorio fermano e soprattutto, circostanza ancora più grave, la città di Fermo, capoluogo di provincia di 37.000 abitanti, non ha la minima incidenza nelle dinamiche politiche extraterritoriali. Ricordiamo che Fermo città non ha un assessore regionale da decenni né un deputato, se escludiamo la parentesi dell’onorevole Zama, dagli anni ottanta. Ricordiamo, ancora, che in epoche recenti Comuni come Ortezzano (cinquecento abitanti) esprimevano addirittura due consiglieri regionali. Da cittadini e amministratori fermani ce n’è abbastanza da imbarazzarsi.
Per sedersi ai tavoli della politica, per avere voce in capitolo nelle questioni veramente importanti, sia politiche sia amministrative, per essere ascoltati in Regione e a Roma, non si può esternare il messaggio di ‘Città Civica’, di ‘Amministrazione Civica’: il civismo si attaglia, sarebbe veramente ipocrita negarlo, a realtà cittadine di piccole dimensioni, a Comuni di poche migliaia, se non centinaia, di abitanti laddove ricorrono i luoghi comuni ‘siamo tutti amici’ e ‘ma si, l’ideologia politica non serve per amministrare bene’. Per Fermo non è così! Una città capoluogo deve avere una connotazione politica, quale che sia, sia perché le scelte importanti, giocoforza, fondano sempre e comunque su precisi orientamenti ideologici, sia perché, diversamente, qualsiasi contatto con la politica, quella che conta, non può che esserle negato. Di fatto, la città continua ad essere relegata nei pertugi più polverosi dei palazzi del potere quando, tanto per fare un esempio, Ascoli ha appena conquistato due assessori regionali. Ed è chiaro che, per contro, altra parte di questa responsabilità ricade sui partiti che da anni, a Fermo, non sono in grado di creare un movimento di coscienze, una attrattiva, un programma alternativo al civismo paesano. Evidentemente il civismo ha attecchito anche per l’assenza a Fermo, anzi l’estinzione, di un pensiero politico di ampio respiro. Sei anni, oltre a quelli che ci attendono, di amministrazione civica a Fermo, tanto amata da coloro che non guardano al di là del proprio cortile di casa, hanno cagionato, forse addirittura in maniera esclusiva, proprio questo processo di damnatio memoriae di cui la città di Fermo, con la sua storia, la sua arte, i suoi studi, è vittima. Ammettiamolo: fuori dalle mura cittadine, proprio a causa e per colpa di questa marmellata civica, Fermo non conta assolutamente nulla. Però, stiamo tranquilli, a Natale la pista di pattinaggio non ce la toglierà nessuno”.
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