Il contagio da Coronavirus 19 è in continuo aumento anche nella nostra regione, con differenze territoriali sicuramente non significative.
“Siamo diventati più capaci nell’ andare a scovare il virus attraverso una miriade di tamponi in molti portatori che non presentano nessuna sintomatologia. In questi soggetti ha prevalso sicuramente il senso etico, per evitare il diffondersi del contagio, ma anche la paura e questo ha contribuito a fare la differenza. Oggi sottoporsi al tampone è veramente facile, basta raggiungere un drive in delle AV oppure un laboratorio privato, non dimentichiamo che è comunque necessario avere a portata di mano una richiesta del proprio medico di fiducia”, esordisce Franco Rossi, presidente dell’Avis Provinciale di Fermo, che prosegue.
“Il contagio con il virus determina una reazione importante nell’organismo con la produzione di anticorpi, che servono a proteggere e quindi a guarire chi avesse avuto un incontro ravvicinato con questa terribile entità biologica. Una volta guariti, quegli anticorpi persistono e continuano ad essere trasportati dal plasma, ma non servono più per chi li ha prodotti”.
“Ci sono, invece, persone che non sono in grado di produrre questi anticorpi per cui, se dovessero ammalarsi, potrebbero andare incontro ad un aggravamento della malattia fino anche alla morte – ha continuato Rossi -. Oggi la pandemia ci chiama a mettere a disposizione il nostro senso del volontariato, quello che non si tira indietro quando si presentano sfide che, come quella attuale, chiedono di mettere a disposizione una parte importante del nostro plasma, quello che contiene quegli anticorpi superflui per chi guarisce, ma indispensabili per chi non riesce a produrli”.
“Penso che sia quasi superfluo ricordare che Avis, della quale mi onoro di far parte – continua il vertice fermano – è un’associazione privata, senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne abbiano necessità, attraverso la promozione del dono, la chiamata dei donatori e la raccolta diretta di sangue e plasma”.
“Avis non decide chi può o chi deve donare il plasma. L’associazione può fare da supporto informativo o da filtro nel raccogliere le richieste e le domande dei potenziali donatori. L’organizzazione e la gestione dei donatori di plasma iperimmune sono gestite dai centri ospedalieri abilitati alla sperimentazione. Noi quindi rivolgiamo un appello affinché tutti coloro, già donatori e nuovi cittadini, che hanno avuto la malattia e che rientrano nelle categorie indicate possano telefonare al centro unico per la chiamata alla donazione”.
Recapiti attivi tutti i giorni, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, telefono 07346253455 oppure 3285940920 (anche WhatsApp), per concordare l’inizio dell’iter per diventare donatori di plasma iperimmune. Possono diventare donatori i soggetti ricompresi tra i 18 ed i 64 anni di ambo i sessi, al seguito di una coppia di tamponi per Covid 19 negativi, così come i due sierologici. Non sono idonee le donne ad aver appena partorito oppure con aborto recente, e soggetti di ambo i sessi con problemi di cuore o ipertensione. Nel nostro territorio il Centro Trasfusionale dell’ospedale di Fermo è stato individuato come riferimento per le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo.
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