di Sandro Renzi
Si voterà pure a marzo del prossimo anno -così ha disposto la scorsa notte il Governo decidendo di far slittare le consultazioni di tre mesi rispetto alla data prevista del 13 dicembre causa Covid 19- ma quello delle elezioni provinciali, contrariamente a quanto si pensi, è un tavolo già aperto nelle segreterie dei partiti. Ieri il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, senza neanche troppi giri di parole, ha lasciato intendere che vedrebbe bene il suo collega di Monte Vidon Combatte, Tano Massucci, alla guida della Provincia per i prossimi 4 anni. “Persona che gode della mia fiducia” aveva detto Calcinaro. Il nome del chirurgo, ex assessore e vicepresidente provinciale nella giunta Cesetti, circola da un po’ di tempo insieme a quello dello stesso Calcinaro, che ha però annunciato di non essere disponibile a rivestire entrambe le cariche. Nelle stesse ore il Pd fermano prende posizione, tanto più che l’attuale presidente dell’ente di viale Trento, Moira Canigola, avrebbe già comunicato di voler fare un passo indietro.
Niente continuità quindi. “Nella rosa dei nomi che abbiamo esaminato c’è senza dubbio anche quello di Tano Massucci, che riteniamo essere una autorevole figura del centrosinistra anche a livello regionale, che si è speso per il sostegno al candidato Mangialardi nelle ultime elezioni regionali -dice il segretario provinciale dem, Fabiano Alessandrini- è una ipotesi quindi su cui abbiamo ragionato e non ci trova per nulla impreparati“. Insomma anche il Pd sembra strizzare l’occhio al sindaco di Monte Vidon Combatte. “Ben venga il sostegno dei civici -prosegue Alessandrini- vorrebbe dire che questa è una figura che può aggregare, d’altra parte proprio per questo motivo dovremo tenere conto anche di questo aspetto e del consenso che attrae fuori dal centrosinistra”. Un Pd guardingo, insomma, che studia le mosse dell’avversario, di Calcinaro e del centrodestra in primis, per non incappare in qualche “trappolone” politico. Porte aperte pertanto a Massucci ma la strada da percorrere è ancora lunga ed i dem vogliono indicare le tappe.
Le cose forse sarebbero state più semplici se la sindaca di Monte Urano avesse accettato il secondo mandato. “Abbiamo insistito senza riuscire a convincerla -spiega ancora Alessandrini- la continuità avrebbe garantito di portare avanti forse con più speditezza il lavoro avviato per gestire l’area di crisi complessa. Risultato quest’ultimo eccezionale raggiunto grazie all’Amministrazione provinciale ed al lavoro sia di Verducci che di Cesetti. E che va ad aggiungersi a quanto fatto ad esempio sul piano della viabilità e dell’ambiente o dell’edilizia scolastica nel nostro territorio in questi 4 anni”.
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