A difesa dell’ospedale Murri, l’invito del segretario Cgil: “Acquaroli e Saltamartini vengano nel territorio per un confronto”

FERMO - Roberto Lanfranco della segreteria Cgil Fermo: "E’ evidente che il territorio fermano non può reggere con il suo unico ospedale Murri completamente Covid positivo e con la conseguente drastica riduzione delle attività collaterali, non ce lo possiamo permettere".

Roberto Lanfranco

“Il Presidente Acquaroli e l’Assessore alla Salute Saltamartini vengano nel territorio e si confrontino con i rappresentanti sindacali dei lavoratori di Fermo”. E’ l’invito di Roberto Lanfranco della segreteria Cgil Fermo ai vertici dell’amministrazione regionale.  La CGIL interviene sulla sanità fermana in epoca Covid facendo un invito ad evitare il dibattito solo ed esclusivamente sulla stampa ma a scendere nel territorio perché questo confronto a distanza è preoccupante sia per i cittadini che per gli operatori dell’Area Vasta 4. “La risposta a distanza letta online – secondo CGIL –  non tiene conto delle problematiche di salute e degli operatori Fermani che la nostra organizzazione sindacale raccoglie quotidianamente.  Siamo pronti a proporre soluzioni costruttive – dice Roberto Lanfranco –  soluzioni che vengono da chi vive sul campo la difficile battaglia del COVID 19. E’ un momento delicato, l’emergenza pandemica continua ad incidere in modo pesante ed ingravescente nell’organizzazione sanitaria del Fermano. Il piano della emergenza ha superato la fase 1 ed è attualmente in fase 2 ma stiamo andando diritti verso la fase 3 (emergenza massima) in Area Vasta con la riconversione del reparto di rianimazione, costituita da 6 estensibili a 7 come aree di degenza intensive dedicata a pazienti COVID positivi. Questo comporta una conseguente drastica riduzione del programma operatorio, saranno garantiti solo interventi chirurgici urgenti-emergenti e di classe A. Si ridurranno di conseguenza tutte quelle attività ambulatoriali per il cui svolgimento è necessaria l’assistenza e la presenza dell’anestesista rianimatore”.

Lanfranco aggiunge: “In questo modo viene dimensionato il diritto alla salute, un diritto primario dei cittadini di essere curati nell’unico Ospedale di Area Vasta, il Murri. Tanti che sono in lista di attesa per interventi di Urologia, Chirurgia, Ortopedia dovranno rimandare o meglio trovare altre strade per ricevere una visita o peggio ancora un intervento. Il disagio per i cittadini fermani (un bacino di 175.000 persone circa) è enorme, oltre alle paure ed ai timori per il Covid c’è purtroppo altro, la messa a rischio della salute collegata ad altre patologie gravi. Brusca interruzione è prevedibile anche sul fronte delle attività programmate, negli ambulatori riservati alle attività cliniche, assistenziali e riabilitative – un esempio per tutte la sospensione della struttura Riabilitativa di Porto San Giorgio – sarà inevitabile una riduzione della diagnostica per immagini con conseguente aumento delle liste di attesa. E poi per quanti mesi? E’ evidente che il territorio fermano non può reggere con il suo unico ospedale Murri completamente Covid positivo e con la conseguente drastica riduzione delle attività collaterali, non ce lo possiamo permettere”.


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