Mora (a sinistra) all’inizio della sua avventura sulla panchina della prima squadra della Fermana Calcio, in serie C1 nel 2005, in coppia con il pedasino De Angelis
di Paolo Bartolomei, Paolo Paoletti e Paolo Gaudenzi
Fermo piange un altro concittadino che si è distinto per la sua grande passione per lo sport e per l’insegnamento. Lutto per la scomparsa di Vincenzo Mora, insegnante di elettrotecnica, è stato vice preside dell’ITIS Montani oltre che allenatore della Fermana. Una grande passione per il calcio che lo ha visto allenare tante squadre del territorio oltre che scrivere anche libri su questo tema. Nato il 24 agosto del 1961, aveva 59 anni.
Vincenzo Mora sulla panchina della Fermana
Vincenzo Mora divenne a 44 anni il nuovo allenatore della prima squadra della Fermana Calcio per la stagione 2005/06. Era l’ultimo anno di serie C1 e della gestione di patron Giacomo Battaglioni, iniziata un decennio prima.
In precedenza Mora aveva fatto esperienza nella Vis Carassai (Promozione) un anno a Tolentino (C2) e diversi di settore giovanile Fermana (Allievi 1993-1997, Primavera 2000-2002).
In quella sfortunata stagione alla Fermana Mora fu affiancato dal secondo Gianluca De Angelis, pedasino di 38 anni, ma la loro esperienza durò poche settimane perché furono sostituiti dal pugliese Sciannimanico e poi dal teramano Izzotti, prima che il solo Mora fosse richiamato nelle ultime giornate, una settimana prima della retrocessione matematica in C2 della squadra gialloblù.
Cordoglio è stato espresso dalla Fermana Football Club: “Il Presidente Umberto Simoni, il Patron Maurizio Vecchiola e tutta la dirigenza della Fermana si uniscono al dolore e al cordoglio dell’intera città di Fermo per la dolorosa scomparsa di Vincenzo Mora, ex allenatore della Fermana in C1 e protagonista anche nel settore giovanile gialloblù. Una figura storica per il calcio fermano che purtroppo ci lascia. Ciao Vincenzo”.
Anche il mondo della scuola esprime il proprio cordoglio per questa grave perdita. La storica preside del Montani, Margherita Bonanni, oggi in pensione, ricorda così Vincenzo Mora: ” Un grande dolore ha colpito la comunità del Montani, il nostro caro vicepreside, prof. Vincenzo Mora, è venuto a mancare oggi. Il suo impegno e la sua devozione al Montani sono stati encomiabili. Nell’orientamento degli studenti era fenomenale, contattava le scuole medie personalmente e incontrava gli studenti per spiegargli la bellezza della nostra scuola. Si è dato da fare tantissimo. Il Montani gli deve tanto”.
A ricordarlo anche l’imprenditore Stefano Luzi, già presidente dell’associazione ex Allievi del Montani: “Una persona che ha sempre amato e valorizzato la sua scuola! Condoglianze alla famiglia”.
Tanti gli amici ed i collaboratori avuti da Mora nel corso della carriera da tecnico, a partire dall’attuale allenatore del Montegiorgio, in Serie D, Eddy Mengo, cresciuto con Mora all’epoca dei Giovanissimi della Fermana ai primissimi anni ’90.
“Persona squisita, tecnico preparatissimo. E’ stato il mio primo allenatore fuori dal contesto casalingo di Trodica – il sentito ricordo di Mengo, classe 1978, da giocatore a collezionare tante stagioni da difensore centrale con addosso le maglie di sodalizi professionisti tra la cadetteria e la terza serie nazionale -. Era praticamente un padre per tutti noi, oltre ad averci dato tantissime basi tecniche e tattiche il suo rapporto con noi era profondamente umano, aveva una passione per questo sport sopra le righe”.
In quel collettivo giovanile anche gente come l’ex difensore prof Massimo Paci, il regista offensivo Luigi Giandomenico e l’inossidabile portiere Alessio Recchi, elementi nei lustri scorsi protagonisti tra i palcoscenici nobili della disciplina. Un dato dunque a sottolineare ancora una volta la bontà del lavoro svolto in ogni dove da Vincenzo Mora.
“Da allenatore ci ha dato molto, non da meno a livello umano – il parere di Giandomenico, ad avallare le parole del collega, in campo con diverse apparizioni in Serie A con il Perugia ed ora allenatore del Val di Chienti in Eccellenza –. Dopo avercelo avuto, agli albori, su di me è giunto l’interesse concreto dei dirigenti delle giovanili della Juventus: giusto per dare la misura di come avevo lavorato con e grazie a lui. Quando ho saputo della triste notizia è stato davvero un brutto colpo, non è la classica retorica. Persona eccezionale, ce l’ho avuto sempre nel cuore e continuerò ad avercelo. Gli mando un abbraccio, esprimo le mie condoglianze alla famiglia. Se n’è andato troppo presto”.
“Conoscevo Vincenzo da una vita, se nel week end i campionati erano regolarmente di scena, al netto cioè delle famigerate problematiche Covid di sorta, senza ombra di dubbio si sarebbe onorato un minuto di silenzio in tutte le Marche prima del calcio d’inizio delle partite – afferma invece Francesco Livi, attuale direttore sportivo del Montecosaro -. Ho tutti i libri scritti da Mora sulle tattiche del calcio e, come primo ricordo, mi torna alla mente insieme alla sua famiglia durante la scorsa stagione, prima dello stop forzato da pandemia. Collaboravo con la Civitanovese, il figlio Davide fu schierato terzino destro nella gara contro il Monturano Campiglione. Vincenzo, e non poteva essere da meno, seguì la gara sugli spalti con vivo interesse”.
“L’ho allenato in Seconda categoria, stagione 1986/87 con lo Zeta Club e vincemmo il campionato – ricorda invece Beppe Malloni, tecnico con molti anni di militanza tra l’Eccellenza e la Serie D di Marche ed Abruzzo -. In campo era un difensore centrale bravo di testa, forte fisicamente, con personalità e carattere. Il classico stopper delle arcigne difese di una volta, quando si marcava prevalentemente a uomo. Ripercorrere quella stagione per me ha un sapore particolare: si aggancia al doppia trionfo di campionato, sempre con lo Zeta Club, che ci portò a vincere Terza e Seconda. Un bel passaggio per il mio curriculum, trampolino per le stagioni a venire e Mora, per l’appunto, fece parte di questa doppia pagina di vita per me indelebile. Quando diventò allenatore ci confrontammo molto su quelle che erano e sono le nostre soggettive visioni del calcio – ha concluso Malloni – ma, al di la dello sport, di Vincenzo conserverò sempre la caratura umana. Pronto a spendersi con tutti, appassionato, sensibile e disponibile. Davvero una grande perdita”.
“Era veramente appassionato di calcio, metaforicamente casa sua. L’avevo incrociato di recente e avevamo parlato anche della sua malattia, e sul tema fu spiazzante: <l’importante che nelle mie giornate ci sia spazio e modo di parlare di calcio> mi disse. Davvero incredibile – questo invece il ricordo di Gianluca De Angelis, per come già evidenziato a vivere con Mora uno scampolo di campionato alla Fermana nell’allora Serie C1, precisamente all’epilogo della gestione firmata Giacomo Battaglioni -. Ho avuto il piacere di condividere l’esperienza canarina con lui, in pratica parlavamo 24 ore al giorno di calcio. Sapevamo già a monte, per come si è rivelato poi in corso d’opera, che quel campionato avrebbe preso presto la strada della salita, ma avevamo abbracciato la sfida di buona lena. Avevo appena smesso di giocare, in pratica il giugno prima, per poi passare al nuovo ruolo di tecnico l’agosto a venire. Vincenzo mi aiutò molto ad accelerare il passaggio di ruolo, dall’essere protagonista del campo al fungere cioè ed anche psicologicamente da ricognitore in panchina”.
Stagione 2005/06 condita da diverse gestioni tecniche. Dopo il duo De Angelis-Mora, arrivò a Fermo mister Arcangelo Sciannimanico, a cui seguì Domenico Izzotti, per un’ultima partentesi di torneo che vide il ritorno al comando delle operazioni tattiche Vincenzo Mora. “Con la dirigenza quell’anno ci furono divergenze – ha proseguito De Angelis – certamente non con Mora, che fu richiamato in panchina senza di me. Al termine della stagione ecco poi la classica cena di squadra e Vincenzo, nonostante non ero più in orbita gialloblù ormai da mesi, invitò a tavola anche il sottoscritto. Un piccolo dettaglio, certo, ma che allo stesso tempo rende in pieno la grandezza d’animo di un uomo che, purtroppo, ci mancherà molto”.
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