L’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari
“Alla fine i nodi, anche quelli più intrecciati, vengono al pettine. Da una parte della stampa scopriamo che la nuova amministrazione regionale sarebbe pronta ad investire nel vecchio ospedale, per recuperare il piano che prima del terremoto ospitava la Rsa. Un intervento più o meno di 800.000 euro”.
Queste l’approccio delle rinnovate esternazioni sulla situazione delle strutture sanitarie cittadine in quota a Riccardo Treggiari, ex primo cittadino di Amandola, oggi consigliere nel direttivo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che nel merito della vicenda abbracciata prosegue.
“Premesso che la Regione non può scegliere se sistemare o no il vecchio ospedale: lo impone l’ordinanza commissariale n. 37, di cui erano bene a conoscenza Ceriscioli e Marinangeli, quando decisero di dirottare sul nuovo il finanziamento del terremoto destinato all’esistente che, se non riattato con fondi propri dalla Regione, si sarebbe dovuto obbligatoriamente demolire. Premesso ancora che la cifra indicata nell’articolo, estrapolata dalla relazione di vulnerabilità sismica, si riferisce a lavori per il miglioramento sismico dell’intero complesso ospedaliero, escluso il corpo che ospitava Chirurgia, ci chiediamo perché siamo rimasti inascoltati per quattro lunghi anni”.
Treggiari illustra ancora. “Il sindaco affermò che il Vittorio Emanuele II era irrecuperabile, e così pure da un recente servizio del tg regionale abbiamo ascoltato che <l’ospedale era andato distrutto>. La cosa che più intristisce è sentire ammettere che <il recupero della Rsa è una bella idea che richiede però almeno un anno di lavori>. Così non è: quella struttura antisismica, che ha subito danni solamente alle tramezzature, sarebbe pronta in meno di due mesi. Pronta per ospitare Medicina ed altri servizi presenti alla data del terremoto. Si avrebbe a disposizione del territorio montano una struttura <pulita>, dove già sono ospitati e funzionanti i reparti di Radiologia ed il servizio Dialisi”.
“E della cosiddetta struttura provvisoria di Pian di Contro, cosa farne? E’ costata 2.5 mln di euro, risorse che potevano essere impiegate più razionalmente e sulla cui destinazione speriamo che qualcuno chieda conto. E’ lo stesso sindaco a dare implicitamente una risposta – ha concluso Treggiari -. Se ha predisposto già dieci dei ventiquattro letti disponibili per pazienti Covid, nascondendo sempre questo suo intento, tanto vale destinare provvisoriamente l’intera struttura a supporto della pesante contingenza sanitaria, salvo poi, un domani, a Covid scomparso e ad ospedale nuovo terminato, trasferirvi tutti gli ambulatori specialistici, i medici di base e, perché no, la Rsa oggi precariamente ospitata in un edificio scolastico anni ’50”.
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