LETTERE AL DIRETTORE
Quella finestra di chirurgia e la mia esperienza al Murri: “Vorrei dimostrare qualcosa in più che un semplice grazie, ma è tutto quello che posso fare”

FERMO - L'orgoglio di una sanità locale che fa squadra: dal professor Giampiero Macarri al dottor Silvio Guerriero, passando per la dottoressa Simona Piergallini, Paola Pantanetti, Susanna Talevi fino a tutti gli infermieri e operatori sanitari

(Lettera firmata)

Nel bel mezzo del corridoio del reparto di chirurgia dell’ospedale Murri di Fermo c’è un grande finestrone con l’accesso alle scale di emergenza. Un’apertura verso l’esterno per decine di pazienti che ogni giorno si soffermano ad ammirare un panorama mozzafiato: le colline di Capodarco che sfumano lentamente fino al mare. Esattamente un mese fa, ero ricoverato in quel reparto, a seguito di un intervento chirurgico delicato, eseguito in maniera magistrale in laparoscopia dal dottor Silvio Guerriero, dirigente dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia di Fermo, e da tutto il suo staff, dopo un attento screening del professor Giampiero Macarri e delle squadra di Gastroenterologia.

Nel periodo del ricovero quella finestra ha rappresentato per me una ‘via di fuga’  dalla non facile quotidianità della vita in ospedale. Durante le camminate nel corridoio del reparto (per velocizzare i tempi di recupero), ho incontrato tante facce diverse: medici, infermieri, operatori socio sanitari, addetti alle pulizie, barellieri ecc.  Visi che con il passare dei giorni, da perfetti estranei, sono diventati sempre più familiari. Sono iniziati i primi saluti per nome, gli scambi di qualche parola, le rassicurazioni ma anche i confronti su esperienze di vita quotidiana. A tutti quei volti, che ho avuto modo di incontrare e scoprire giorno dopo giorno, voglio dire grazie. In un momento quanto mai delicato per la sanità locale, voglio condividere con la vostra testata giornalistica il mio orgoglio e la mia gratitudine per le straordinarie figure che ho avuto modo di incontrare nella mia esperienza sanitaria all’ospedale Murri di Fermo, senza distinzione gerarchica di ruoli. Il tutto reso ancora più complicato da un periodo di piena emergenza pandemica e dai turni, a volte massacranti, che il personale copre con grande spirito di servizio. 

Un gioco di squadra dove, da paziente, mi sono sentito preso in carico su tutti i fronti, accompagnato passo dopo passo in un percorso verso la guarigione. Dalle prime visite al reparto di Gastroenterologia con il professor Giampiero Macarri e tutto il suo staff (eccellenza a livello nazionale e non solo) ai controlli con la straordinaria dottoressa Simona Piergallini. E ancora i primi ricoveri a Gastro per tutti gli accertamenti in vista dell’intervento.

E’ stata poi la volta della ‘fase due’, con l’affidamento allo staff del dottor Silvio Guerriero. Un reparto, quello di chirurgia a Fermo,  sempre più all’avanguardia con professionisti di altissimo livello. Per la prima volta mi sono disteso su un tavolo di una sala operatoria, ho vissuto i timori del risveglio post intervento, la degenza, gli ostacoli da superare. Non mi sono sentito mai solo. Dai medici sempre disponibili, agli infermieri a dir poco eccezionali, per non parlare del personale OSS che nei momenti di sconforto, nonostante il duro lavoro, sono riusciti a strapparmi  una risata. Grazie anche a chi ogni mattina, si prendeva cura della pulizia della camera e a chi, macinando chilometri a piedi ogni giorno, mi ha accompagnato nei vari padiglioni passando da un esame all’altro.

Una volta arrivate le tanto attese dimissioni e il ritorno a casa, il monitoraggio dei medici del Murri non è finito. Dalle medicazioni al poliambulatorio con il bravissimo Matteo Grilli, ai nuovi controlli post intervento a Gastro e all’ambulatorio M.I.C.I, fino ad arrivare all’affidamento ad un altro reparto del Murri che le Marche e non solo ci invidiano: quello di Diabetologia guidato dalla dottoressa Paola Pantanetti. Qui la dietista e nutrizionista Susanna Talevi ha creato un piano su misura per il recupero fisico e immunitario che in poco tempo ha dato risultati oltre ogni aspettativa.

Il mio percorso prosegue ed ogni giorno c’è una piccola nuova grande conquista verso la normalità. Una strada che mi ha permesso di incontrare tante figure della nostra sanità locale, al quale vorrei dimostrare forse qualcosa di più che un semplice grazie, ma è tutto quello che posso fare.

L’altro giorno, passando sotto al Murri in macchina, ho rivisto dalla strada quel finestrone. Un mese fa ero li, dall’altra parte del vetro. Il mio pensiero è andato a tutti quei degenti che proprio in quel momento, guardando quello stesso panorama, in esso stavano riponendo paure, speranze, timori proprio come avevo fatto io. E poi ho pensato a tutto il personale sanitario che, impegnato nei ritmi frenetici del loro lavoro di cura, a quel panorama non fa neanche più caso, ma grazie ai quali, una volta usciti, la tua vita cambia prospettiva. Grazie!

 

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