Un altro appuntamento del ciclo “Interviste al Femminile” organizzato dall’Assessorato e Commissione Pari Opportunità di Porto Sant’Elpidio, è volto al termine. Mercoledì 9 Dicembre, insieme alla dott.ssa Erika Belelli, psicoterapeuta esperta in dipendenze tecnologiche, abbiamo scoperto il mondo dei social davvero infinito nel quale siamo immersi quotidianamente.
“Sono quasi 4.54 miliardi le persone che oggi sono connesse ad Internet e circa la metà della popolazione, 3,8 miliardi, usa regolarmente i social network. In aumento l’utilizzo dello smartphone rispetto al PC – hanno spiegato nel corso dell’incontro – Di media gli utenti sono connessi per circa il 40% del loro tempo. Questi i primi numeri impressionanti riferiti in prefazione dalla dottoressa; scopo della serata era proprio analizzare l’utilizzo dei social, soprattutto in età medio-alta, che sfocia spesso in offese verso le donne (e non solo) che ricoprono ruoli Istituzionali. E così è stato: il 59,6% dei tweet negativi sono riferiti alle donne, seguiti dai migranti, dalle persone di religioni diverse, dai disabili e dagli omosessuali. Numeri piombati come macigni che hanno lasciato esterrefatti i presenti. La violenza di genere spesso parte da stereotipi sessisti, di fatto il 49,7% degli intervistati, ritiene che sia l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia e che gli uomini siano meno adatti alle faccende di casa; il 34,4 % ritiene che una madre impegnata con il lavoro, non possa stabilire un buon rapporto con i figli; il 32,9 % non ritiene necessario incrementare il numero di donne che rivestono cariche pubbliche; il 20% ritiene che gli uomini siano dirigenti o leader politici migliori delle donne; infine il 15,8% delle donne ha subìto discriminazioni nell’ambiente di lavoro fronte del 6% degli uomini”.
“Inoltre da uno studio sulle molestie sessuali e sul comportamento sessista nei confronti delle parlamentari e delle donne che lavorano nei parlamenti pubblicato nel 2018 dall’Unione Interparlamentare e dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, i dati sono concertanti: l’85,2% delle 123 donne intervistate ha dichiarato di aver avuto a che fare con delle violenze psicologiche durante il proprio mandato; il 46,9 % ha ricevuto minacce di morte e di stupro e di percosse; il 58,2% è stata vittima di attacchi sessisti online o sui social; il 67,9% è stato oggetto di osservazioni su aspetto fisico o fondate su stereotipi di genere; il 24,7% ha subito violenze sessuali mentre il 14,8% violenza fisiche. Le giovani parlamentari sotto i 40 anni sono le più colpite, così come chi lotta per la parità di genere”.
La dottoressa Belelli, a seguito della proiezione di questi numeri così sconcertanti, ha riportato vari esempi di donne (soprattutto in politica, ma anche cantanti ecc..) discriminate sui social ed i commenti letti sono stati davvero raccapriccianti. “Coprirsi dietro ad uno schermo ci fa sentire ‘riparati’, non avere la persona di fronte a cui rigurgitare tanto odio, ci rende più ‘sicuri’. Purtroppo il fenomeno dell’odio sessista (come quello per i migranti, per le religioni, ecc..ecc..) che dilaga sui social è in continuo aumento e travolge tutti, almeno una volta, perchè il social è diventato parte integrante della nostra vita e a volte non ci rendiamo conto che non è reale, perciò sfoghiamo tramite la tastiera le nostre frustrazioni per una giornata storta o per migliorare la considerazione di noi stessi. Insomma: molti sono i fattori scatenanti, ma di fatto, ancora non c’è la percezione nei soggetti che “sparano” offese virtuali come commenti negativi o le condivisioni, del danno che si causa all’altra persona”.
Il prossimo appuntamento tramite la piattaforma zoom al link:https://us02web.zoom.us/
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