Accogliere gli ultimi. Inaugurati, questa mattina, i locali ex Cespi ristrutturati e adibiti all’accoglienza dei senzatetto. Quattro posti letto, al primo piano dello stabile, con arredamento semplice ed essenziale ma di sostanziale utilità nel tendere una mano al prossimo. Gli spazi, sistemati da mesi, sono stati aperti ufficialmente questa mattina dall’amministrazione con il taglio ufficiale del nastro. I posti letto non saranno disponibili a partire da subito, per via delle norme anti Covid vigenti ma nell’attesa ci sarà tempo di organizzare un gruppo di volontariato con la Caritas parrocchiale, utile a dare sostegno allo svolgimento futuro del servizio, strategico soprattutto durante i mesi invernali.
Il vicesindaco e assessore al sociale, Francesco Gramegna ha spiegato soddisfatto: “Dopo tempo siamo riusciti a ristorare questi spazi che hanno reso possibile l’avverarsi di un sogno. Voglio ringraziare don Pietro Orazi, presidente della Caritas Diocesana, i 4 posti letto sono molto semplici ma sono il frutto della collaborazione con la Caritas. Ringrazio don Mario Lusek per averlo già annunciato durante l’omelia di domenica. Avremo una stanza in più per chi si accerterà che tutto vada bene e farà da custode. Il tempo odierno ci porta a non fare accoglienza, anche noi ci dobbiamo fermare ma da ottobre fino a marzo questi 4 posti saranno disponibili e utili a non far dormire fuori le persone“. Quando partirà, il servizio sarà attivo dalle 7 di sera alle 7 di mattina.
Un altro progetto che va in porto per l’amministrazione: “Penso che questo sia un momento importante – ha annunciato il sindaco Nicola Loira- almeno per un paio di motivi, forse anche tre se pensiamo al recupero che viene fatto di un luogo. L’apertura di questo centro di prima accoglienza era un obiettivo del nostro mandato. Questa è una città vocata all’accoglienza ma un’accoglienza a 360 gradi, non solo di turisti. Quando una città fa accoglienza deve essere accogliente per tutti. Ci siamo impegnati per istituire un luogo dove potessero essere accolti gli ultimi, le persone che non hanno un tetto, un riparo, soprattutto d’inverno. La scelta del luogo non è stata casuale. Non abbiamo individuato questo spazio perché era libero. Questo era il Cespi, luogo testimone di carità e accoglienza, per questo è stato naturale dedicarlo a don Rocco Elia, una persona straordinaria, un sacerdote di una levatura e di uno spessore unico, venuto a mancare proprio 15 anni fa. Per cui questo luogo diventa anche un luogo di testimonianza, della carità cristiana e in generale. Siamo veramente orgogliosi di aver preso quest’iniziativa e di averla portata a termine. Ringrazio anche della presenza dell’avvocato Lanciotti, l’ultimo presidente del Cespi che testimonia questo passaggio da ieri ad oggi e al futuro di un certo tipo di accoglienza a Porto San Giorgio. Inaugurato anche un altro luogo di accoglienza e solidarietà: i locali al piano terra, sede dello Sprar, dove Alessandro Fulimeni ed i suoi collaboratori si occupano dei rifugiati politici o richiedenti asilo.
Serena Murri
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