Bilancio annuale chiuso
in positivo per l’Avis comunale

AMANDOLA - Il 2020 va in archivio con 22 sacche in meno a fronte di difficoltà crescenti. "Nel 2019 raccolte 587 unità di sangue a fronte delle 565 annuali, una riduzione a cui hanno contribuito diversi fattori tra cui, non da meno, la pandemia", il consuntivo del presidente provinciale Rossi

Franco Rossi durante un intervento pubblico nel segno dell’Avis

Il consuntivo dell’anno che sta per chiudersi potrebbe essere inficiato dalla depressione, ma dal mondo del volontariato e della solidarietà ci arriva un suggerimento concreto: “Fai un respiro profondo. E’ stata una brutta giornata, non una brutta vita”.

L’Avis comunale di Amandola ha chiuso il 2020 con appena 22 sacche di sangue in meno a fronte di difficoltà crescenti dovute alle chiusure delle sedute donazionali per carenza di personale.

Nel 2019 infatti erano state raccolte 587 sacche di sangue a fronte delle 565 del 2020, una riduzione a cui hanno contribuito fattori come la coincidenza di giornate festive e pre-festive e l’obbligo del distanziamento sociale legato ai decreti per la sicurezza contro la pandemia.

“Il risultato abbondantemente positivo è certamente legato alla risposta sempre positiva alla chiamata dei donatori, a cui va il ringraziamento più grande soprattutto da chi ha beneficiato del loro gesto, al loro ordinato e costruttivo comportamento al rispetto delle norme in vigore. Vogliamo ringraziare anche tutto il personale infermieristico e logistico che ha sempre condiviso le esigenze dei donatori bypassando il rigido orario di servizio”, ha commentato il presidente provinciale, Franco Rossi.

“Queste le luci di un anno tempestato di bollettini Covid di cui non dobbiamo dimenticare le rinunce che siamo stati costretti a subire, prima fra tutte quella per i festeggiamenti del 70esimo anniversario della fondazione della nostra comunale. Un appuntamento che speriamo di concretizzare nel prossimo mese di maggio cosi come l’evento <una passeggiata per la vita>, in collaborazione con il Cai di Amandola, alla scoperta dei luoghi più belli dei nostri monti Sibillini”, ha proseguito Rossi per poi concludere.

“Infine il ricordo del terribile terremoto del 2016 che ha costretto i donatori a donare in un modulo abitativo non si è ancora dissolto perché ancora oggi nulla è cambiato. Nonostante i lavori di ristrutturazione presso il vecchio ospedale cittadino e la nuova costruzione, ormai al termine, per i servizi sanitari, nulla è stato disposto a fronte delle richieste dell’Avis di Amandola. Ma gli avisini non si fermano nonostante il freddo e il buio che arriva troppo presto in questo periodo invernale”.

 

Fotogallery

Nella foto sopra un momento dell’attesa per la donazione degli avisini amandolesi. Sotto, una suggestiva immagine notturna del centro sibillino


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