di Leonardo Nevischi
Questa mattina, nella sede della Croce Azzurra di Porto San Giorgio, a tracciare un bilancio dell’anno appena concluso è stato il presidente Gilberto Belleggia. «È stato un anno complicato che, tuttavia, si è chiuso con una grande speranza che fungerà da stella cometa per il 2021: il vaccino. È una grande occasione per risolvere questa pandemia, sebbene ci vorrà del tempo».
«Si è parlato tanto di medici e infermieri, ma non dimentichiamo tutti quei ragazzi che si sono adoperati in maniera gratuita per far fronte a questa emergenza – sottolinea Belleggia -. Abbiamo assistito ad operatori sanitari che hanno perso la vita, dunque spero che questo anno sia stato di insegnamento per tutti noi. Mi auguro che i cittadini, sangiorgesi e non, si siano resi conto del bene che le associazioni come la nostra fanno alla comunità e a tal proposito mi auspico un po’ più di riguardo perché siamo sorretti dall’aiuto dei cittadini. Una piccola donazione di molti è un grande aiuto per tutti».
E a proposito di donazioni il presidente della Croce Azzurra spiega: «Abbiamo ricevuto aiuti importanti: donazioni che vanno dai 50 ai 10 mila euro. Ne vorrei raccontare una che ci ha molto colpito: una mattina un anziano si è presentato con 1000 euro in mano e ci ha detto di volerli dare a noi perché gli avevamo salvato la vita pochi giorni prima e non sapeva come sdebitarsi. A volte sentirsi apprezzati in questo modo da una persona così umile è la risposta alla domanda del perché si fa del volontariato. Sotto questo punto di vista mi auguro che ci sarà un proseguo di questa simbiosi tra associazioni e cittadini. La nostra tessera costa 10 euro all’anno: è il minimo gesto di solidarietà che per noi sarebbe davvero importante per affrontare la crisi sanitaria».
Tanti i meriti della Croce Azzurra, ma altrettanti quelli di chi durante la pandemia si è messo a disposizione per aiutare l’associazione. «Volevo ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicino, come ad esempio la Pro Loco di Lido che nella prima ondata ci ha riforniti di cibo per i ragazzi che erano in servizio – seguita Belleggia – . Nel 2020 abbiamo effettuato 9950 servizi per un totale di 388mila km. A causa del Covid 19 e della paura psicologica che ne consegue, abbiamo perso qualche componente (apprensione dei familiari o problemi lavorativi), ma abbiamo avuto molti altri giovani che si sono avvicinati. Attualmente abbiamo 60 operatori operativi, di cui 52 volontari e 8 dipendenti. Siamo soddisfatti del nostro lavoro: abbiamo fatto un servizio a 360 gradi, assistendo anziani, famiglie colpite dal Covid e partecipando al progetto del comune in collaborazione con la Protezione Civile e per il quale ci siamo presi cura dei malati in casa. In questo anno ci ha colpito molto il terrore e lo spavento visto negli occhi della gente colpita dalla malattia e personalmente mi è rimasto impresso nella mente un episodio: un cittadino sangiorgese che alle 9.15 aveva fatto la radiografia a Sant’Elpidio a Mare e mi aveva chiesto un saturimetro, che gli avrei riportato di lì a poco, già alle 11 era deceduto».
Ovviamente il Covid non ha cancellato le altre malattie, per le quali è ancora necessaria assistenza. «Logicamente le altre patologie esistono ancora e le persone in difficoltà o oncologiche vanno assistite. Siamo arrivati a disporre di 9 ambulanze , due pulmini per disabili, 8 taxi sanitari, un’automedica e una Jeep per i recuperi speciali – conclude Belleggia -. In questo momento trattiamo sia urgenze Covid sia urgenze comuni, impiegando due mezzi fissi per ciascuna utenza e dopo ogni singolo utilizzo igienizziamo il tutto».
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