Confartigianato: ”Ristoranti
aperti a cena per protesta? Ok i mal
di pancia, ma stop all’illegalità”

FERMANO - Il segretario generale Menichelli esterna il punto di vista dell'associazione nel merito delle proteste dei ristoratori, azioni pronte ad essere messe in campo a causa delle restrizioni previste dalle misure anti contagio

 

“Stiamo  seguendo con molta preoccupazione il tam tam della campagna #ioapro1501, che sta lanciando per venerdì una protesta strutturata. Speriamo che tale manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto a tutti i costi”.

Questo quanto afferma Giorgio Menichelli (foto), segretario dello sportello di Confartigianato Ascoli, Fermo e Macerata nel merito delle proteste dei ristoratori per le restrizioni previste dalle misure anti contagio.

“Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo, contraddittorio e quindi incomprensibile non solo per gli operatori ma anche per i clienti, non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali – ha illustrato ancora Menichelli -. Questo modo di fare getta ombre nel settore del commercio, perché crea le basi per un contrasto tra operatori economici, tra chi rispetta le norme e chi no. Ma aperture <di pancia> si  contrappongono anche al bene dei clienti, perché vengono messi a rischio di sanzioni salate, oltre dal rischio di contagio”.

“Infine, non rispettare i decreti, per quanto possano sembrare ingiusti, è un messaggio che contrasta con la professionalità del settore. Il rischio è anche quello di far saltare un sistema e far aumentare i contrasti sociali in un momento storico in cui, per quanto difficile, serve coesione e collaborazione. La nostra associazione garantirà il massimo impegno per farsi portavoce delle istanze di tutte le imprese colpite – l’impegno -. Detto questo, occorre essere realisti perché le preoccupazioni dei ristoratori sono reali e devono essere prese in considerazione. Non rispettare tali istanze è controproducente, perché porta poi ad azioni esasperate e pericolose”.

“E il rischio di passare alla zona arancione, agita ulteriormente gli operatori e l’associazione. Bisognerebbe capire perché, nonostante i ristringimenti imposti a molte attività economiche sotto il periodo natalizio, il numero dei contagi è salito. Significa che quei vincoli alle imprese sono stati inutili o sterili? – l’interrogativo di Manichelli -. I regimi e le restrizioni che cambiano di settimana in settimana, costringono i cittadini a non consumare, e questo comportamento prudenziale impatta su altri settori che, seppur potendo rimanere aperti, subiscono crolli di fatturato. Basta contare le attività di solidarietà del terzo settore e dei Comuni che sono in prima linea per iniziative di sostegno economico per chi non riesce più ad arrivare a fine mese, tre cui anche molte famiglie con mono reddito da lavoro autonomo, cassintegrati dei settori chiusi, per decreto e disoccupati, per capire che ciò che è stato fino ad ora messo in campo dal Governo non è abbastanza. Ci aspettiamo uno sforzo ancora maggiore per venire incontro alle esigenze reali di migliaia di famiglie ed imprese. Scelte chiare e rapide, perché l’economia rischia di morire”.

“Confartigianato – conclude Menichelli – vede con preoccupazione, ad esempio, la possibilità di una stretta all’asporto dopo le 18.00, una decisione che andrebbe solamente contro la ristorazione. Pur nella gravità della situazione, non è possibile penalizzare in questo modo le attività. Un danno frutto di una mancanza di ascolto”.


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