(Foto scattata lo scorso anno in Conceria, in occasione della Giornata della Memoria 2020, con le scuole elementari di Salvano, Campiglione e Molini)
di Matilde Vitali (studentessa terza media Nardi di Porto San Giorgio)
Come ogni anno il 27 gennaio si celebra la giornata della memoria per commemorare le vittime di quella che purtroppo è stata la Shoah. Istituita il 1° novembre 2005 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la giornata della memoria si celebra il 27 gennaio perché in questo giorno del 1945, le truppe russe dell’Armata Rossa hanno fatto irruzione nel campo di concentramento di Auschwitz liberando gli ebrei rinchiusi e rivelando a tutti fino a dove era arrivata la ferocia dei nazifascisti. Grazie alle testimonianze dei sopravvissuti abbiamo potuto scoprire tutta la verità, tutti i particolari di ciò che succedeva nei campi di sterminio. Separati dai propri cari e divisi in due file, nessuno sapeva che una di queste portava alla morte. Chi entrava nei campi non aveva un nome, targati con un numero e privati di ogni avere, le vittime non avevano un’identità.
Insultati, torturati, uccisi e obbligati ai lavori forzati, con condizioni igieniche e sanitarie precarie se non inesistenti, morivano, impotenti, senza poter protestare, senza poter salutare l’unica cosa che aveva scaldato loro il cuore quando tutto era grigio e freddo, il pensiero della loro famiglia. Pensate e riflettete su questo, su come un gruppo di uomini ha potuto uccidere 6 milioni tra i loro fratelli, uguali a loro ma obbligati a sentirsi diversi, meno importanti, dei numeri. A causa di ciò questa giornata è fondamentale, evitiamo di giudicare prima di conoscere ed evitiamo di considerarci superiori ad una persona di un’altra etnia o religione. E’ importante che il ricordo di quello che è successo non si dissolva, bisogna fare in modo che rimanga acceso in noi come una fiamma.
Pensate inoltre che c’è ancora chi nega, chi crede che il genocidio degli ebrei non sia accaduto anche se ci sono prove e testimonianze che dicono il contrario. Quando nel 1945 i sopravvissuti uscirono da Auschwitz, non riuscirono mai a dimenticare. Il fantasma del loro passato li tormentava portando molti a togliersi la vita… Abbiamo l’esempio di Primo Levi, che dopo anni non riusciva più a sopportare il ricordo del suo passato. Il giorno in cui Auschwitz venne liberata, erano rimasti in pochi. Solo le persone in fin di vita, malate o troppo anziane erano state lasciate nel campo. I tedeschi, sapendo che le truppe russe sarebbero arrivate, lasciarono Auschwitz con i più giovani e forti che si imbatterono nel cosiddetto “cammino della morte” del quale prese parte anche Liliana Segre.
Ci tengo a dire che è importante trasmettere le informazioni su ciò che è avvenuto alle generazioni future, per non far svanire il ricordo degli orribili fatti accaduti e per commemorare chi ce l’ha fatta e chi non ce l’ha fatta, ma che ha lottato fino all’ultimo istante. In conclusione vi do un consiglio: ricordate, ricordate sempre, che la cosa più importante da fare…è non dimenticare.
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