“Tutta la federazione provinciale del PD Fermano sostiene le ragioni della mozione presentata in Consiglio regionale dalla consigliera Manuela Bora”. È unanime la presa di posizione del Pd fermano dopo la bocciatura della mozione che chiedeva l’introduzione della pillola abortiva nei consultori delle Marche.
Così, in una nota congiunta, il segretario provinciale Fabiano Alessandrini e i membri della segreteria provinciale Patrizia Canzonetta, Laura Latini, Carla Piermarini, Fabiola Girolami, Carlo D’Alessio, Dario Laurenzi, Francesco Miti, Gaetano Sirocchi, Paolo Nicolai, Paolo Concetti, Leonardo Stortoni, Stefano Pompozzi, ribadiscono la propria posizione.
“La richiesta – scrivono – era volta ad aumentare il personale non obiettore di coscienza e rendere effettivo il diritto alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 anche nei consultori delle Marche, così come stabilito dalle linee guida del Ministero della Salute, aggiornate e non affatto in contraddizione con la legge 194, del 1978, come vuol far credere irresponsabilmente la maggioranza del Consiglio Regionale. L’igv farmacologica è il metodo più efficace per tutelare la salute delle donne, che possono attivarsi in tempi più brevi e non incorrere così in un intervento chirurgico. La scelta di diventare madre deve essere consapevole e libera. È inaccettabile che qualcuno possa pensare, ancora oggi, che una donna debba mettere al mondo sempre e comunque dei figli, magari contro la propria volontà. Ci troveremmo di fronte a una barbarie. L’interruzione volontaria di gravidanza è il diritto che uno Stato laico come l’Italia riconosce alle donne per tutelarne la maternità come valore sociale e non per gestire il numero delle nascite in base all’andamento demografico del momento. Auspichiamo che il governo regionale mostri al più presto una maggiore sensibilità nei confronti dei diritti e delle questioni delle donne e provveda a risolvere questa incresciosa situazione“.
A riguardo anche il senatore Francesco Verducci ha preso posizione: ” È gravissimo il rifiuto della Regione Marche di recepire le Linee di indirizzo nazionali sulla interruzione volontaria di gravidanza con RU486. Questo mette a serio rischio la salute delle donne, favorendo forme di aborto clandestino, soprattutto quando l’accesso alle procedure ospedaliere è reso ulteriormente difficoltoso a causa della pandemia da Covid-19. La regione Umbria ha dovuto fare un passo indietro rispetto ad una scelta sbagliata, ideologica oltre che dannosa, contraria ad ogni base scientifica, quella che voleva cancellare la possibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza farmacologica in day hospital o a domicilio. Le nuove Linee guida, che aggiornano quelle del 2010, si richiamano agli sviluppi maturati in questo decennio dalla comunità scientifica internazionale. È vergognoso l’atteggiamento della giunta di destra, che fa un uso strumentale dei valori della famiglia contrapponendola ai diritti della donna, sfregiando una grande conquista di civiltà per l’intero Paese. Va invece data piena attuazione alla legge 194 del 1978, rafforzando la rete consultoriale, le strutture ginecologiche ospedaliere e la promozione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nei percorsi formativi scolastici”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati