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Vaccini in ritardo, ma piano pronto
tra Montegranaro, Fermo Forum e Amandola
Ciarrocchi: “Inaccettabile rifiuto operatori”

SANITÀ - Il direttore del Dipartimento di Prevenzione: "Non abbiamo strumenti coercitivi e l'80% finora raggiunto non basta"

di Andrea Braconi

Dotazioni e forniture garantite a singhiozzo stanno condizionando fortemente la campagna vaccinale in corso, anche all’interno dell’Area Vasta 4. Ma Direzione e Dipartimento di Prevenzione non sono rimasti in balia degli eventi e, al contrario, si sono impegnati nella predisposizione di piani da adottare una volta che la situazione tornerà a regime.

“Siamo in un limbo – commenta il dottor Giuseppe Ciarrocchi – con una circolazione virale ancora sostenuta. L’RT si avvicina all’1, un indice abbastanza elevato, e questo non ci fa stare tranquilli, soprattutto per le strutture ospedaliere. Per questo l’unica arma che abbiamo è la vaccinazione, cioè creare un cordone sanitario di soggetti immunizzati. Ed è importante soprattutto per le strutture sanitarie: basta una sola persona non vaccinata per trasmettere l’infezione”.

Ciarrocchi, nel rimarcare l’importanza di un’immunizzazione del personale sanitario, definisce inaccettabile il fatto che diversi operatori rifiutino la vaccinazione. “Non abbiamo strumenti coercitivi e l’80% finora raggiunto non basta: dobbiamo fare di più su questo versante. Certo, con i vaccini a disposizione abbiamo immunizzato una parte consistente, ma quel 20% costituisce ancora un rischio”.

“Qualche sentenza c’è – aggiunge il direttore Licio Livini – e noi siamo sulla linea dell’obbligatorietà per chi lavora nei nostri ambienti. Parliamo di situazioni nuove, che ci siano perplessità o timori sul vaccino ci può stare, sono però fiducioso che più si andrà avanti più la gente si convincerà. Il nostro obiettivo è il 90% e dobbiamo fare tanta opera di convincimento”.

Nella definizione operatori sanitari, spiegano dall’azienda sanitaria, vanno inseriti anche gli operatori dei servizi appaltati, tutto il mondo che ruota intorno all’ospedale e alle strutture sanitarie, così come personale laboratori analisi, studi dentistici, strutture mediche private, centri polispecialistici ed altre realtà.

I numeri, al momento, vedono 1.660 persone vaccinate con 2 dosi e quasi 3.000 con una dose. “Il numero di dosi a disposizione ci ha permesso di vaccinare operatori sanitari sia pubblici che privati. Inoltre, questa prima fornitura ha visto coinvolte anche le residenze, sia gli operatori che gli ospiti”.

In riferimento al Dipartimento di Prevenzione, il direttore Ciarrocchi parla di un modello efficiente, che ha permesso di vaccinare oltre il 50% del totale in 4 weekend. L’altra metà, invece, è stata vaccinata dal punto ospedaliero e direttamente dentro le case di riposo. E proprio da queste modalità sono state sviluppate le riflessioni sul prosieguo della campagna vaccinale. “A febbraio arriveranno per le Marche oltre 70.000 vaccini di 2 tipi, Pfizer e Moderna. Dovrebbe arrivare anche Astrazeneca, che sarà riservato a soggetti con età inferiore a 65 e che risulta diverso perché non è RNA messaggero ma con una presenza di antigene. Di queste dosi di vaccini, l’AV4 ne avrà a disposizione 8.000, circa il 10% rapportato alla popolazione. Vaccini che dovranno servire a completare la fase 1, quindi il resto del mondo sanitario”.

Per farlo verrà replicata l’attuale organizzazione che insiste al piano terra del presidio di Montegranaro, con la chiusura del punto di vaccinazione ospedaliero. “Ci permetterà di erogare, grazie anche al personale sanitario inviato dal commissario Arcuri, circa 250 vaccini al giorno. Verranno costruite liste per chi ha diritto nella fase 1 e verranno chiamati a vaccinarsi lì”.

C’è però il nodo degli ultraottantenni, che con queste forniture dovrebbero attendere ancora qualche settimana. “Parliamo di 15.600 persone e stimando un’adesione del 70% avremo più di 10.000 anziani da vaccinare, che si dividono in autosufficienti e non autosufficienti. Questi ultimi verranno vaccinati a domicilio dai medici di medicina generale, mentre i primi dovranno recarsi nel centro di vaccinazione di massa che è stato individuato al Fermo Forum. Ci sarà anche il punto di Amandola, nella scuola elementare, per circa 600 over 80enni, il che richiederà una settimana al massimo”.


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