di Sandro Renzi
La manovra Covid per abbattere la Tari 2020 a favore delle utenze non domestiche, quindi di laboratori, negozi, uffici, bar e ristoranti colpiti dagli effetti della pandemia, è costata alle casse comunali 635mila euro. Per loro, come si ricorderà, l’Amministrazione Loira la scorsa estate annunciò una esenzione totale della Tari, sia della quota fissa che di quella variabile, di fatto sospendendo il pagamento del tributo relativo al 2020. Operazione che è stata successivamente quantificata con questi numeri, importanti per un Comune come Porto San Giorgio, alle prese con trasferimenti ridotti e tagli costanti. Ovviamente il tutto si è tradotto in minori entrate per il bilancio comunale, ma di fronte all’emergenza Covid, la giunta aveva ritenuto prioritario dare una risposta ad alcune categorie fiaccate dalle chiusure obbligatorie e da un lockdown senza precedenti. Dal quale, purtroppo, qualche esercizio non si è più ripreso.
Contestualmente sono stati spediti ai contribuenti gli avvisi di accertamento per lo stesso anno. Si tratta delle utenze domestiche. Il costo legato al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti deve infatti essere comunque coperto dal Comune. “Il gettito complessivo, considerando gli storni emessi, ed al netto delle riduzioni concesse pari a 635mila euro, risulta di 3.041.653 euro, di cui 144.840 euro di competenza della Provincia di Fermo” così si legge nella determina dirigenziale pubblicata a metà dicembre. Periodo, peraltro, in cui risultava già incassata la somma di 1.465.910 euro, ovvero la metà di quanto richiesto dal Comune, a titolo di Tari.
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