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A Patrick Zaki la cittadinanza
onoraria di Sant’Elpidio a Mare:
la richiesta de La Lista a Terrenzi

POLITICA – La formazione civica invita tutti i Consiglieri comunali a sottoscrivere il documento. Nel testo viene anche ripercorsa una situazione che si protrae dal febbraio 2020

di Andrea Braconi

“Per l’ennesima volta è stata prorogata, da parte delle autorità egiziane, la detenzione preventiva dell’attivista e studente universitario Patrick Zaki. La sua storia ci tocca da vicino per la sua giovane età – che lo rende nostro coetaneo -, per i valori e le idee che con lui condividiamo, e perché è ancora fervido il ricordo di Giulio Regeni, per cui tutta l’Italia attende ancora verità e giustizia”. La formazione civica La Lista, dopo aver raccolto l’invito di molte realtà sociali, ha deciso di presentare – “insieme a tutti i Consiglieri comunali che vorranno sottoscriverla” – una mozione per la concessione della cittadinanza onoraria di Sant’Elpidio a Mare a Patrick Zaki.

“La nostra speranza e quella di tutta la rete di attivisti in ciò impegnata – commentano – è che a tale processo possa seguire per Zaki il riconoscimento della cittadinanza italiana, azione che darebbe maggior forza alle richieste di liberazione arrivate per lui da tutta l’Unione Europea”.

Patrick Zaki, come si legge nel testo della mozione, è un ragazzo egiziano di 27 anni, attivista e studente. “Nel settembre del 2019 si era trasferito in Italia per frequentare un master internazionale in Studi di Genere presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Lavorava, inoltre, come ricercatore per i diritti umani e di genere all’EIPR – Egyptian Initiative for Personal Rights, un’organizzazione egiziana che dal 2002 si impegna per rafforzare e proteggere i diritti e le libertà fondamentali in Egitto;

Nel febbraio dello scorso anno, aveva deciso di approfittare di un breve periodo di vacanza e fare ritorno per qualche giorno in Egitto dalla sua famiglia e dai suoi amici. Il 7 febbraio, tuttavia, non appena atterrato all’aeroporto del Cairo veniva arrestato in assenza di apparenti motivi, trattenuto per 24 ore senza che ne fosse data notizia ai familiari, interrogato ed infine incriminato.

L’accusa – quella di “istigazione al rovesciamento del governo e della Costituzione” per aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, per aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, per aver utilizzato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica e per aver istigato alla violenza ed al terrorismo – non è mai stata formalizzata.

Successivamente al suo arresto, Zaki è stato trasferito a Mansoura e poco dopo nel carcere di Tora, dove si trova tutt’ora in stato di detenzione preventiva. Durante tale periodo – riferiscono i legali del giovane e l’EIPR – Patrick Zaki è stato minacciato, picchiato, torturato e sottoposto all’elettroshock. Egli è inoltre costretto a dormire a terra, sfornito di alcun giaciglio, situazione che sta provocando nel ragazzo seri problemi fisici.

Come sappiamo, tale è il meccanismo attraverso cui il regime egiziano reprime il dissenso. Un recente rapporto di Amnesty International, intitolato ‘Stato di eccezione permanente’, riferisce di continue violazioni dei diritti umani da parte delle autorità egiziane nei confronti di attivisti, giornalisti, ma anche semplici cittadini, di arresti e detenzioni arbitrarie che durano mesi e talvolta anni senza che si giunga ad un processo, di complicità delle autorità nella tortura, in omicidi e sparizioni forzate, come è accaduto a Giulio Regeni.

Dal 7 febbraio è trascorso ormai più di un anno, e Patrick Zaki si trova ancora privato della propria libertà personale, senza una formale accusa da cui potersi difendere in un regolare processo, con una detenzione preventiva che viene rinnovata di volta in volta, e tutto ciò solo per aver espresso le sue idee e le sue opinioni.

La storia di Patrick Zaki parla a tutti noi anche della sconvolgente storia della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni, ferita tuttora aperta, e ci ricorda di come in Egitto il dissenso e la libertà d’espressione vengano repressi col sangue, la violenza e la cancellazione dei diritti”.

Per La lista, “alla luce di questa tremenda vicenda e nel tentativo di esercitare pressioni su chi oggi ha la responsabilità ed il compito di provare a salvare la vita di Patrick, sarebbe un atto doveroso e significativo concedere a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria del Comune di Sant’Elpidio a Mare”.

Oltre a richiedere al sindaco Alessio Terrenzi di attivare le procedure necessarie, l’invito è anche quello di inviare al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella la mozione, unitamente all’invito ufficiale a concedere la cittadinanza italiana a Zaki.


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