ACQUISTO EX GIGLI
la verità del Comune: “Sereni,
operazione giusta e coerente”

PORTO SANT'ELPIDIO - Il sindaco Franchellucci e il vice Stacchietti: "Mai pensato all'esproprio, ci saremmo impantanati, e farlo ora sarebbe una mostruosità amministrativa"

Una diretta Facebook per ripercorrere la storia dell’ex cineteatro Gigli e difendere la volontà di acquistare l’intero immobile, scelta che sta incendiando il dibattito a Porto Sant’Elpidio. L’iniziativa è stata promossa dal Pd locale, guidato dalla segretaria Patrizia Canzonetta, con le relazioni del sindaco Nazareno Franchellucci, del vice Daniele Stacchietti e la partecipazione dell’architetto Pompeo Castignani. Dopo i saluti introduttivi della segretaria, è toccato al primo cittadino partire sin dal 2012, anno in cui venne apposto il vincolo monumentale sull’immobile che l’Amministrazione dell’epoca avrebbe voluto abbattere.

“Ricordo che ristrutturare un bene vincolato presenta varie prescrizioni, tutto deve essere autorizzato dalla Soprintendenza – ha esordito Franchellucci – Quanto al vincolo per le funzioni pubbliche, di cui si sta parlando in questo periodo, ricordo che le destinazioni non sono esclusivamente comunali. Le funzioni pubbliche possono essere varie, ad esempio servizi postali, o laboratori analisi, quindi anche erogabili da parte di istituti privati”.

Sulle cifre, Franchellucci ricorda che il valore previsto dall’Agenzia delle entrate per l’ex Gigli prima del restauro era “di 430.000 euro, poi aggiornato nel 2017 a 515.000 euro alla luce della metratura definitiva. Quando abbiamo iniziato a progettare la riqualificazione del centro, era evidente a tutti che l’ex Gigli ne sarebbe stato un elemento fondamentale. Le strade erano due: la concertazione col privato e l’esproprio. Convintamente l’ipotesi esproprio è stata scartata da subito, perchè c’era la volontà concreta e immediata della proprietà di raggiungere un accordo e di ristrutturare l’immobile. Espropriare invece avrebbe portato totale incertezza dei tempi, con eventualità di contenziosi”.

Tanto si è parlato del milione e mezzo di valore di congruità stabilito dall’Agenzia del demanio, valore sempre contestato da Franchellucci. “Solo un’interpretazione banale e grossolana – dice il Sindaco – fa pensare che quella valutazione fosse conveniente per il Comune. La realtà è che quel parere mostrava evidenti incongruenze, a partire dal computo dei metri quadri dell’edificio. Inoltre, a quelle condizioni economiche la proprietà non aveva alcuna intenzione di concludere l’accordo. Se a quel punto avessimo tentato la strada dell’esproprio ci saremmo impantanati”.

Arrivando alla scelta attuale di comprare l’intero ex cineteatro, compresi i 305 metri quadri da adibire a commerciale, per Franchellucci “questo ci consentirà di scegliere che tipo di attività si insedieranno nella nostra piazza. Avremo prospettive di entrata per compensare l’investimento. Ci siamo interrogati ed abbiamo scelto di dare alla città questo immobile nella sua interezza e per sempre. Già nel 2017 l’Agenzia delle entrate valutava il valore di mercato dell’edificio in 2.273.000 euro, a cui andava aggiunto oltre mezzo milione per i lavori della parte pubblica. I valori immobiliari per uno stato di conservazione ottimo sono tra i 3000 ed i 3200 euro al metro quadro. La somma definita per l’acquisto del Gigli è supportata sia dall’Agenzia delle entrate che dalla relazione dei nostri uffici”.

Il vicesindaco Daniele Stacchietti guarda alle prossime tappe. “La compravendita dell’ex Gigli non andrà subito in Consiglio comunale. Prima ci sarà l’approvazione del Documento unico di programmazione, cui seguirà il bilancio preventivo, poi attenderemo il parere di congruità contabile. L’acquisto dell’ex Gigli si cala dentro il sistema piazza.
Siamo sereni al di là di ogni ragionevole dubbio, è un’operazione lecita e coerente al principio della buona amministrazione”. Secondo il vicesindaco, il diritto di prelazione che l’ente avrebbe comunque, qualora qualcun altro si facesse avanti per l’acquisto di spazi dell’ex cineteatro, è più complesso di quanto sembri. “Dal momento che qualcuno propone l’acquisto, il Comune può avere 2 o 6 mesi, a seconda che sia stato informato o meno dell’operazione, per esercitare la prelazione. Significa che si dovrebbe agire rapidamente ed avere disponibilità di risorse per pareggiare l’offerta ed esercitare la prelazione, perchè la mancanza di tempestività fa caducare l’operazione. Una scelta che impedisce di programmare e che ci porterebbe a sottostare al prezzo stabilito da altri, senza avere voce in capitolo”.

Drastico Stacchietti sull’ipotesi esproprio dell’ex Gigli. “Espropriare oggi sarebbe forse persino illecito, sicuramente sarebbe irragionevole, un’autentica mostruosità amministrativa. La scelta dell’esproprio inoltre spesso espone a vicende annose e lunghi conteziosi; ne sappiamo qualcosa anche noi, vista la complessa vicenda di via Martiri delle Foibe”. A chiudere la serata, l’architetto Pompeo Castignani, con una disamina sul futuro del mercato coperto: “Progettarlo significa pensare ad un posto con la necessità di distinguersi, ma senza alzare la voce. Dovrà essere un luogo di incontro”.

Pierpaolo Pierleoni


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