L’Urologia dell’Area Vasta dialoga (anche in Dad) con i giovani dello Scientifico “Diamo loro speranza”

FERMO - Il racconto della dottoressa Luciana Mariani, urologa territoriale dell’azienda sanitaria del Fermano e vice presidente della Società Italiana di Urologia Territoriale

di Andrea Braconi

Si è concluso il ciclo di lezioni settimanali sulla disciplina urologica con i giovani studenti del quarto anno del Liceo Scientifico “Temistocle Calzecchi Onesti” di Fermo, diretto dalla professoressa Marzia Ripari.

“E’ stata un’esperienza che spero di poter ripetere per il tanto e buono che mi ha regalato” afferma la dottoressa Luciana Mariani, urologa territoriale dell’Area Vasta 4 di Fermo e vice presidente della Società Italiana di Urologia Territoriale.

Per Mariani si è trattato di un esempio concreto di come i giovani meritino quanta più attenzione possibile dal mondo adulto che talvolta, sottolinea, è preso dagli impegni e preoccupazioni della vita e più che mai in questo lungo anno di pandemia che li vede tra le categorie più penalizzate. “Le loro parole, se ci soffermiamo ad ascoltarli, i loro sguardi, quando gli rivolgiamo i nostri, ci aiutano a comprenderli, arricchiscono anche noi e ci aiutano a non perdere lo smalto che a volte la vita sbiadisce. Noi adulti abbiamo una grande responsabilità in questo senso sempre e più che mai in questo momento, in tutti i ruoli che ricopriamo, e dobbiamo impegnarci a sostenere i giovani in questa ‘prova’ e a trasmettere loro speranza”.

Doverosi i ringraziamenti alla presidente dell’Ordine dei Medici e Chirurgi di Fermo, la dottoressa Annamaria Calcagni, che ha prontamente aderito alla proposta del Ministero dell’Istruzione e dell’Università e Ricerca di qualche anno fa, ponendo l’Ordine di Fermo tra i pochi centri pilota a livello nazionale. Calcagni che ha anche messo a disposizione la propria esperienza di pneumologa del territorio, coinvolgendo in questo progetto molti professionisti di varie discipline mediche del territorio, medici di Medicina generale e dell’ospedale Murri come Giampiero Macarri, Stefano Angelici , Stefano Dallari, Sergio Brunamontini, Monica Cancrini, Alessandro Marziali, Crispino Valeriani, Alberto Scartozzi, Paolo Foglini e Andrea Tiberi.

Un esempio di come la collaborazione tra Ospedale e Territorio funzioni – aggiunge la dottoressa Mariani – non solo nella rete clinica ma anche come supporto ed informazione ai giovani che pensano di scegliere la Facoltà di Medicina e Chirurgia e che, quindi, saranno i futuri medici che si prenderanno cura della nostra salute. Un supporto tecnico ed esperienziale affinché si orientino più consapevolmente nella scelta di una professione che ha dimostrato, più che mai nell’ultimo anno, la necessità di una vera vocazione a prendersi cura del prossimo, anche sacrificando sfere della vita privata e familiare”.

Fattiva ed accogliente, prosegue, l’apertura della dirigente Ripari e dei professori coinvolti nel progetto. “Non posso che esprimere profondo dolore per la scomparsa del professor Bernardino Scialè, che con tanto entusiasmo credeva in questo progetto e che è stato degnamente sostituito dal professor Filippo Pistolesi, emblema insieme alla dirigente di chi con vocazione e passione cerca di affiancare e sostenere al meglio gli studenti anche in questo difficile momento”.

Un modulo che doveva iniziare nel marzo 2020 ma che l’esplosione della pandemia ha costretto al rinvio. “Quest’anno abbiamo comunque voluto portarlo avanti, anche se in Dad, perché non possiamo limitare i sogni dei ragazzi più di quanto questo anno abbia già limitato la loro socialità e l’espressione delle loro relazioni. Immaginavo diversa questa esperienza, in presenza, magari con qualche momento di ilarità e invece mi sono ritrovata davanti ad uno schermo con tanto piccole icone espressione di un volto giovane, di un cuore pulsante, di una mente vivace comunque seppur in piccola parte, sbiaditi da malinconia”.

Particolare il saluto che Mariani ha rivolto ai ragazzi. “Ho ricordato loro il mito del vaso di Pandora: ‘…Pandora, un giorno scoperchiò il vaso, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della vecchiaia, gelosia, malattia, vizio… sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza, che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza, ed il mondo riprese a vivere’. Ed è ciò che accadrà – ha ricordato agli studenti dello Scientifico -: il vaso verrà nuovamente riaperto, quindi tenetevi stretti i vostri sogni, fate ‘riposare’ solo momentaneamente la vostra straordinaria energia e continuate a far fiorire la vostra intelligenza e utilizzate questo tempo che può sembrare solo triste, per prepararvi all’esplosione della vita”.


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