LETTERE AL DIRETTORE Perdura per circa 600 cittadini di Amandola l’impossibilità di avere il medico di famiglia

LETTERA - Ad Amandola tali diritti non sono garantiti, specialmente in questo tempo di pandemia. Sembrerebbe infatti che nonostante l’impegno e gli sforzi del Direttore dell’Area Vasta 4 nessun medico ha scelto di insediarsi.

 

di Orfeo Cruciani

Con il Pensionamento del Dr Siliquini prima e del Dr Fiori poi circa 600 Cittadini Amandolesi non possono avere il medico di famiglia. Nonostante il dettato Costituzionale (art 32 comma 1) sulla tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e la previsione normativa (Legge 23 dicembre 1978, n. 833) per cui: “Ai cittadini è assicurato il diritto alla libera scelta del medico Ai cittadini Art. 19 comma 2) L’assistenza medico-generica e pediatrica è prestata dal personale dipendente o convenzionato del servizio sanitario nazionale operante nelle unità sanitarie locali o nel comune di residenza del cittadino. La scelta del medico di fiducia deve avvenire fra i sanitari di cui al comma precedente (Art. 25 commi 3 e 4)”

Ad Amandola tali diritti non sono garantiti, specialmente in questo tempo di pandemia. Sembrerebbe infatti che nonostante l’impegno e gli sforzi del Direttore dell’Area Vasta 4 “nessun Medico ha scelto di insediarsi nel Comune di Amandola”. Insomma come dire che tali diritti possono essere garantito solo in zone comode da raggiungere o di gradimento del medico.

Questo comporta che il cittadino, senza medico di famiglia, sia costretto dopo estenuante attesa a chiedere ad un medico che non ha scelto o che ha in precedenza lasciato, la cortesia di visitarlo e farsi rilasciare la prescrizione per le medicine di uso quotidiano.

Se non verranno adottati urgenti provvedimenti la situazione si aggraverà ulteriormente quando, fra non molto, andrà in pensione anche il Dott. Franco Rossi che è l’unico Medico che attualmente ha lo studio primario in Amandola aperto tutti i giorni.

Stante la situazione il disagio che stanno vivendo i cittadini di Amandola potrebbero viverlo da un momento all’atro i cittadini di qualsiasi altro Comune.

E’ necessario, come si afferma da più parti, ripensare il modello della medicina territoriale anche perché sembra assurdo che i cittadini contribuenti debbano ricorrere all’azione legale per promuovere la class action a tutela di diritti sacrosanti.

Per superare il problema si dovrebbe cercare di incentivare l’accettazione di esercitare la professione di medico di famiglia anche in territori come Amandola ed a mali estremi pensare anche all’utilizzo dell’istituto della precettazione, così come applicato in caso di sciopero delle categorie erogatrici di servizi essenziali e, per il lungo termine, dovrebbe essere posto finalmente fine al numero chiuso nelle facoltà di medicina.

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