Tragedia sventata: minaccia di lanciarsi dal terzo piano ma i carabinieri lo convincono a desistere

PORTO SANT'ELPIDIO - La sinergia tra carabinieri dalla centrale, al telefono con l'uomo, e quelli del Radiomobile intervenuti sul posto, ha fatto scongiurare il peggio

Tragedia sfiorata: minaccia di lanciarsi nel vuoto dal terzo piano, ma viene convinto a desistere dai carabinieri che gli prestano soccorso e lo portano al sicuro.

La vicenda, nata con le peggiori premesse, grazie al cielo e grazie allo spirito d’iniziativa ed al sangue freddo dei carabinieri della compagnia di Fermo, guidati dal tenente colonnello Nicola Gismondi, si è conclusa nel migliore dei modi.

“Al centralino del numero unico europeo 112, è giunta, nei giorni scorsi – la ricostruzione dei fatti in mano ai militari dell’Arma – una richiesta d’aiuto da parte di una donna disperata, che segnalava le intenzioni suicide di un uomo il quale, in uno stato di forte sconforto, aveva poco prima minacciato di lanciarsi nel vuoto dal balcone al terzo piano di una palazzina, a Porto Sant’Elpidio.

Compresa immediatamente la gravità dei fatti, i due operatori nella centrale operativa carabinieri di via Beni a Fermo, si sono subito attivati, con velocità e sangue freddo.
Uno ha contattato telefonicamente, sul cellulare, l’uomo che aveva minacciato di suicidarsi, dopo aver reperito il numero. Ha iniziato a parlare con lui, pacatamente, cercando di comprendere l’origine di quello sconforto e tentando di infondergli sicurezza e tranquillità, sia per indurlo a desistere, sia per guadagnare del tempo prezioso.

L’altro collega, senza alcuna esitazione, ha attivato subito l’equipaggio della sezione Radiomobile di Fermo in turno che, a bordo della ‘gazzella’, in costante contatto con l’operatore di centrale a coordinare le operazioni, ha raggiunto l’abitazione dell’uomo disperato.
Nel frattempo uno degli operatori, oltre a coordinare l’intervento della pattuglia, ha richiesto pure l’intervento di un’ambulanza del 118 e di un equipaggio dei vigili del fuoco che sono arrivati a Porto Sant’Elpidio.

Il ruolo chiave nella delicata vicenda, però – spiegano i carabinieri di Fermo – lo svolge il carabiniere in centrale che riesce a parlare ininterrottamente, per oltre 20 minuti, con l’aspirante suicida, aprendo pian piano una breccia nella sua disperazione ed infondendo in lui, lentamente ma inesorabilmente, un pò di fiducia nella vita, facendogli intravvedere un barlume di luce in fondo al tunnel della disperazione.
Ed è proprio quel tempo preziosissimo guadagnato dai due carabinieri in centrale operativa, a fare la differenza tra la gioia ed il dolore, consentendo ai due militari a bordo della ‘gazzella’, di raggiungere l’abitazione dell’uomo, proprio mentre questi era sul bordo del balcone, con una gamba già protesa nel vuoto.
L’opera di mediazione con l’uomo, prima avviata dall’operatore in centrale, è stata ripresa dai due colleghi del Radiomobile i quali, con non poca difficoltà, parlandogli con tono rassicurante, quasi fraterno, prima lo hanno convinto ad arretrare nella parte interna del balcone e, poco dopo, a rientrare in casa ed a riceverli per un abbraccio liberatorio che metteva fine all’incubo.
Con un ultimo sforzo, i due carabinieri ed i sanitari intervenuti nel frattempo sul posto, sono riusciti definitivamente a calmarlo ed a convincerlo a sottoporsi alle cure mediche ed agli accertamenti sanitari del caso. Anche questa volta, grazie al cielo, la tempestiva, professionale e lucida iniziativa di quattro carabinieri, in questo caso della compagnia di Fermo, molto probabilmente ha fatto la differenza tra una giornata tragica ed un evento a lieto fine. Questa è sempre stata la missione degli uomini dell’Arma: al servizio del cittadino, per la difesa della vita e di tutti i diritti fondamentali”.

 


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