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Un 25 aprile tra emergenza sanitaria e dirette Facebook: da Porto San Giorgio a Servigliano “una nuova luce di speranza”

FERMANO - Gli appuntamenti nel territorio (a partire da quello della Casa della Memoria) e le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni locali e regionali

redazione CF

Un altro 25 Aprile condizionato dall’emergenza sanitaria. Ma vissuto con la stessa passione che, da anni, anima l’associazione Casa della Memoria. “Sarà l’ennesima occasione per ribadire come l’Italia si fondi su antifascismo e resistenza” rimarca il presidente Giordano Viozzi nell’invitare l’intera provincia a collegarsi alle ore 18.30 sulla pagina Facebook dell’associazione per un evento online realizzato in collaborazione con numerose istituzioni e realtà locali e nazionali. Tra queste l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. “Insieme a Mirco Cardinaletti e Nermina Delic presenteremo un nuovo portale web, un archivio digitale dedicato ai soldati Alleati in Italia, con Servigliano scelto come campo di riferimento. Si tratta della prima iniziativa fatta insieme al Parri, a cui ne farà seguito un’altra in presenza non appena la situazione lo permetterà”.

Interverranno anche Costantino Di Sante e Filippo Ieranò, per parlare uno di resistenza armata e l’altro di resistenza civile, facendo luce su diversi aspetti. “Ospiti speciali saranno i ragazzi dell’ITI Montani di Fermo, mentre apriranno il dibattito il prefetto di Fermo, Vincenza Filippi, il sindaco Marco Rotoni ed il senatore Francesco Verducci”.

A supportare l’iniziativa, quindi, anche il Monte San Martino Trust, l’Istituto Storico di Ascoli Piceno, lo stesso Comune di Servigliano, la Prefettura e lo storico istituto tecnico fermano.

Inoltre – è l’altro invito di Viozzi – per tutto il mese di aprile c’è la possibilità di diventare soci della Casa della Memoria, compilando il modulo sul sito. “Il costo è di soli 15 euro, pagali tramite bonifico o paypal, ma è soprattutto un gesto importante per sostenere tutte le nostre attività”.

Il presidente, nel rimarcare l’importanza della festa della Liberazione (“È un momento che ci unisce”), ricorda anche l’amicizia nata con il pittore Ciro Stajano, che alla Casa della Memoria sta donando alcuni dei suoi quadri dedicati alla guerra e al rispetto dei diritti umani. “Ringraziamo Ciro per i suoi gesti e vi invitiamo a visitare i nostri spazi” conclude Viozzi.

LE CELEBRAZIONI

Intanto nel territorio si susseguono le manifestazioni per ricordare la Liberazione. A Porto San Giorgio teatro delle celebrazioni Piazza XXV Aprile dove il sindaco Nicola Loira, i rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’associazionismo, consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione, hanno reso omaggio alla Liberazione. “E’ una gioia rivedervi qui – ha esordito il primo cittadino – lo scorso anno eravamo in pochi in un’atmosfera angosciante e cominciavamo a piangere le prime vittime sangiorgesi del Covid. Oggi ci siamo riappropriati dei nostri spazi e della nostra città potendo finalmente vedere una luce di speranza“. Loira ha rimarcato come i principi della Costituzione italiana e la democrazia “siano nati in questa data” ma anche come “la democrazia vada rinnovata ogni giorno con impegno”. “Tra i principi della nostra carta Costituzionale due sono forse più importanti degli altri – ha aggiunto il sindaco – il diritto al lavoro e quello alla salute, fortemente voluti dai nostri padri costituenti affinché nessuno rimanesse indietro”. Dopo la tradizionale deposizione di una corona d’alloro, una rappresentanza degli alunni della scuola media Nardi ha letto alcuni brani di Liliana Segre.

LE DICHIARAZIONI

Diverse anche le dichiarazioni provenienti da vari rappresentanti istituzionali, a partire da Dino Latini, presidente del Consiglio regionale delle Marche. “Il 25 aprile ricorre la liberazione dell’Italia, dei nostri popoli, dal giogo nazifascista – scrive il presidente -. Il mai dimenticare che ci ha accompagnato in questi lunghi 76 anni oggi deve essere un monito ancora più alto. Viviamo una guerra non dichiarata, la guerra di un virus che provoca morti, paura, che ci ha costretto a rimanere rinchiusi nelle case e a cambiare le nostre vite. Proprio questa situazione ci deve spingere a essere coscienti di quanto la libertà sia fragile e di quanto dobbiamo difenderla e tutelarla in ogni istante della nostra giornata, della nostra vita, in ogni azione che mettiamo in campo. Questa guerra, come quella del secolo scorso, la vinceremo a costo di sacrifici enormi. Pensiamo a tutte le persone che ci hanno lasciato, ai tanti anziani che non ci sono più. Sarà una guerra lunga, non si vincerà in tempi brevi, ma dobbiamo lottare avendo forti dentro di noi, come settantasei anni fa, i principi della libertà e della democrazia. W la libertà, W il 25 aprile”.

Anche il Coordinamento Regionale di Dipende da Noi, il movimento che durante l’ultima campagna elettorale per le Regionali aveva supportato la candidatura del professor Roberto Mancini, ha voluto ribadire la propria consapevolezza di come “il fascismo si riproduce nel tempo e nelle forme, per cui ogni giorno occorre agire per sradicarlo, per prevenirlo, per liberare la cultura e la società da questo delirio di prepotenza”.

“Oggi c’è un fascismo economico – prosegue il Coordinamento – che impone la dittatura del capitale sull’umanità e sulla natura. C’è un fascismo tecnocratico, che stravolge la vita delle persone e le rende dipendenti dalle decisioni degli algoritmi. C’è un fascismo politico nelle oligarchie, nelle dittature, nelle false democrazie quasi ovunque nel mondo. C’è un fascismo colonialista e razzista che impone alle persone di altri continenti lo sfruttamento, la persecuzione, l’abbandono alle onde del mare o al gelo delle montagne. C’è un fascismo di genere, che ogni giorno umilia e che facilmente arriva anche a uccidere le donne in una catena interminabile di delitti. C’è un fascismo generazionale, che in mille modi sacrifica chi è giovane alle pretese di chi è anziano nella gestione del potere. C’è poi una zona grigia, dove si è soliti dire che l’antifascismo non ha senso, che il fascismo è morto nel 1945, che chi vuole combatterlo è un settario fuori dal tempo. In questo contesto ambiguo, che richiede l’impegno per la liberazione su ogni versante della condizione umana, vanno denunciate e contrastate tutte le tendenze ideologiche, le parole, le iniziative che servono a confondere la realtà in nome di una presunta libertà di opinione, o di una malintesa riconciliazione tra fascisti e antifascisti. La riconciliazione può avvenire solo ripudiando ogni forma di fascismo, rispettando la verità storica e la verità morale della dignità umana, aderendo alla giustizia, alla cura del bene comune e alla democrazia. C’è un criterio molto chiaro per orientarsi su ciò che va promosso e ciò che invece va combattuto: è il criterio dato a tutte e a tutti dai principi e dagli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana. Chi parla e agisce esplicitamente contro di essi non può avere cariche pubbliche o un ruolo di rilievo nell’amministrazione dello Stato”.

Il riferimento è alle recenti e contestate parole del provveditore regionale Marco Ugo Filisetti. “Nelle Marche siamo da tempo di fronte al caso di un sovrintendente scolastico regionale che, in occasione delle feste civili nazionali, manda i suoi proclami alle scuole pieni di affermazioni nazionaliste e militariste che sono contrarie allo spirito e al testo della Costituzione”.

Dipende da Noi si dice pronta ad avviare su scala regionale “un coordinamento di associazioni, organismi antifascisti, sindacati e forze politiche per una petizione pubblica finalizzata a richiedere al Ministro della Pubblica Istruzione la rimozione, e non certo il trasferimento ad altra sede, di questo dirigente”.

“Le bambine, i bambini, le giovani e i giovani che vanno a scuola nelle Marche non meritano, oltre a tutte le difficoltà che devono affrontare, di subire simili messaggi, provenienti da quella che dovrebbe essere un’autorità rappresentativa della massima istituzione educativa del Paese. È un’azione concreta e un segno – concludono – che non è possibile tollerare prese di posizione e comportamenti che nulla hanno di educativo e di conforme a quella Costituzione che indica le ragioni della convivenza civile in Italia”.

(SERVIZIO IN AGGIORNAMENTO)


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