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Il direttore Severini conclude l’incarico all’istituto zooprofilattico

REGIONE - Lo sperimentale "Rosati" per Umbria e Marche saluta il vertice al termine della longeva collaborazione, durata 12 anni. “Lascio un ente in salute, capace di affrontare le nuove sfide della sanità pubblica e della sicurezza alimentare”, dichiara ormai l'ex numero uno, al suo posto il dottor Caputo

Silvano Severini (nelle foto), direttore generale dell’istituto zooprofilattico sperimentale “Togo Rosati” per l’Umbria e le Marche, lascia l’incarico dopo oltre 12 anni di servizio.

“Un periodo importante della mia esperienza professionale ed umana – sottolinea Severini – che mi ha portato a conoscere e promuovere l’operatività di un Istituto che riveste una valenza fondamentale sul piano dell’igiene e sanità pubblica veterinaria e nell’ambito della sicurezza alimentare, mai così attuali come in questo periodo”.
Il “Togo Rosati”, dal nome del primo direttore, abbraccia l’Umbria e le Marche e ha sedi operative a Perugia, Terni, Pesaro, Ancona, Tolentino, Fermo. “Fondamentale, per i risultati raggiunti in questi anni, è stato determinante l’indirizzo degli enti e la condivisione degli organi istituzionali ma soprattutto il contributo delle risorse interne dell’istituto, uomini e donne che si sono spesi per assicurare servizi di qualità e all’avanguardia” prosegue Severini, rimarcando anche il piano delle collaborazioni internazionali attivate che ha ulteriormente qualificato il personale.
Ma cosa fa esattamente l’istituto zooprofilattico sperimentale? “L’obiettivo prioritario – prosegue Severini – è l’attività di controllo e ricerca nell’ambito della sanità e del benessere animale, delle zoonosi, dei rischi alimentari e ambientali”. L’istituto ha sviluppato, negli anni, competenze specifiche riconosciute dal Ministero della Salute con l’attribuzione della qualifica di Centro di Referenza Nazionale (Crn) per determinati ambiti specialistici: “Peste suina classica e africana, retrovirus dei ruminanti, molluschi bivalvi vivi e, nel 2016, quello per la rinotracheite infettiva del bovino (Ibr), prestigiosi riconoscimenti che confermano l’eccellenza dell’ente nel campo scientifico”. Altro ambito di particolare rilevanza è la ricerca sperimentale sull’eziologia, la patogenesi e la profilassi delle malattie infettive degli animali, e in particolare delle zoonosi, ovvero quelle malattie trasmissibili all’uomo, “un tema che ci vede in prima linea nel fronteggiare anche l’emergenza coronavirus”.
Tornando all’esperienza di questi 12 anni, importanti anche gli investimenti realizzati per le strutture e le dotazioni strumentali: “Grazie alla solidità economica dell’istituto è stato possibile realizzare le nuove sedi di Terni, Tolentino ed Ancona e riqualificare sia quella di Perugia che di Fermo. Inoltre, oltre all’acquisizione di nuove e diverse attrezzature ad alta tecnologia, abbiamo già programmato e finanziato il nuovo polo logistico dell’Officina Farmaceutica di Perugia e la nuova sede di Pesaro”. Quasi 16 milioni di euro sono stati investiti complessivamente tra il 2008 e il 2020, e per il triennio 2020/22 sono stati programmati e finanziati ulteriori investimenti per circa 13 milioni di euro.
“Numeri importanti che testimoniano il grande lavoro svolto, ma anche l’apprezzamento per ciò che abbiamo fatto come il premio Regionale In Architettura 2020 riconosciuto alla qualità urbanistica e funzionale della sede di Ancona. Durante il mio mandato è cresciuto anche il numero del personale dipendente, ed anzi un obiettivo di cui sono particolarmente fiero è stato quello di assicurare a diversi giovani una stabilità professionale in un momento di forti incertezze e di particolari difficoltà lavorative. Ma sono proprio loro che rappresentano il futuro di questo ente”.
Ora il testimone passa a Vincenzo Caputo, designato dai presidenti delle Regioni Umbria e Marche, “a cui auguro di poter consolidare e proseguire il lavoro fatto in questi anni, affermando ancor di più il ruolo dell’istituto come centro d’eccellenza su scala nazionale ed internazionale”.

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