C’è anche un fermano, residente sulla costa della nostra provincia, tra gli indagati nella maxi operazione della Polizia postale, su mandato della Procura di Catania, per streaming illegale. E l’uomo dovrà rispondere di violazione di diritto d’autore, frode informatica, associazione a delinquere e accesso abusivo. Il suo pc, telefoni e anche una scheda di quelle usate per le pay tv, sono stati sequestrati dalla Polizia postale di Ancona, guidata dalla dirigente Cinzia Grucci, che hanno operato nel Fermano su delega dei colleghi di Catania che hanno fatto scattare la maxi operazione, su scala nazionale, su mandato dell’autorità giudiziaria. E dal pc del fermano, gli agenti della Postale marchigiana sono arrivati a un anconetano anche lui denunciato per gli stessi reati.
L’operazione su scala nazionale ha portato ad indagare 45 persone a vario titoli, e l’oscuramento di circa 1,5 milioni di utenti per un giro d’affari che si stima di milioni di euro a danno di Sky, Dazn, Mediaset, Netflix e altre piattaforme. Insomma una stretta massiccia, quella messa in atto dalla Polizia, contro la pirateria audiovisiva finalizzata al contrasto del fenomeno delle Ip tv illegali, sull’intero territorio nazionale. I provvedimenti sono stati eseguiti in diverse città italiane e sono stati impiegati nell’operazione più di 200 specialisti provenienti da 11 Compartimenti regionali della Polizia Postale di Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Ancona, Roma, Cagliari, Milano, Firenze, Venezia.
La Procura Distrettuale di Catania ha coordinato approfondite indagini, durate diversi mesi, in materia di pirateria audiovisiva finalizzate al contrasto del fenomeno delle Ip Tv illegali, delegate alla Polizia postale e delle Comunicazioni che aveva segnalato l’esistenza di una complessa infrastruttura tecnologica operante a livello nazionale e responsabile della diffusione via Internet, attraverso numerosi siti, del segnale illegalmente captato di numerose piattaforme di contenuti televisivi a pagamento, come Sky, Dazn; Mediaset; Netflix ed altre, appunto. Lo studio tecnico informatico estremamente approfondito della diffusione dei segnali in streaming effettuato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania con il coordinamento del Servizio polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha consentito di individuare le sorgenti dalle quali viene distribuito il segnale piratato. Le investigazioni si sono avvalse di complesse attività e apparecchiature di analisi informatiche, documentali, riscontri bancari e servizi di osservazione ed appostamento ed hanno portato al sequestro di un ingente quantitativo di materiale informatico ma anche di server e dispositivi illegali utilizzati per le connessioni.
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