di redazione CF (foto Simone Corazza)
Non sono fortunatamente gravi le condizioni del barista titolare del bar Delfino di Monte Urano, aggredito ieri pomeriggio da un malvivente che, con il volto travisato dalla mascherina e dal cappuccio del giubbotto, armato di una pistola che successivamente si scoprirà essere una ‘replica’ di un revolver, ha tentato di rapinare l’esercente. Ma al tentativo di rapina del ragazzo, sembrerebbe di origini dell’est Europa, il titolare del bar ha reagito. Ne è scaturita una violenta colluttazione che si è conclusa con il ricovero in ospedale, a Torrette, dell’esercente che ha riportato delle ferite alla testa, molto probabilmente provocategli da colpi con il calcio della pistola. Le sue condizioni, però, sarebbero meno gravi di quanto si pensava nell’immediatezza dei fatti. Stando agli elementi in mano agli inquirenti, a cercare di dividere i due, sarebbe intervenuto anche un terzo uomo, un avventore del bar.
Pochi istanti di violenza inaudita e il rapinatore è fuggito a piedi facendo perdere le proprie tracce. Ma non si esclude che ad attenderlo, a poca distanza, ci fosse un complice, magari a bordo di un’auto pronta alla fuga. I carabinieri sono arrivati in blocco sul posto. Sul fatto di sangue stanno lavorando i militari del comando provinciale di Fermo, guidato dal colonnello Antonio Marinucci, la compagnia di Fermo comandata dal tenente colonnello Nicola Gismondi, il Nucleo operativo e quello investigativo con al comando il tenente colonnello Gianluigi Di Pilato, e la stazione di Monte Urano guidata dal luogotenente Antonio Caragiuli. Tutti intervenuti in prima persona sul posto per avviare le indagini. Sul tavolo degli inquirenti dell’Arma anche le immagini della videosorveglianza. In mano agli investigatori anche il revolver ‘replica’ dunque una scacciacani abbandonata dal malvivente sul posto, come pure il giubbotto che indossava. Tutti elementi che potrebbero portare, da qui a breve, a risvolti significativi nelle indagini.
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