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LETTERE AL DIRETTORE “Riforma accesso alle case popolari: una norma a dir poco discriminatoria”

FERMO - Visto l’obiettivo così mirato dell’intervento, si rammenta che sono diverse le situazioni in cui i Tribunali si sono già espressi su simili normative, nazionali e regionali, dichiarandole discriminatorie con conseguente condanna anche alle spese processuali.

L’avvocato Arjol Kondi

 

di  Arjol Kondi, avvocato 

Egregio Direttore,

in merito all’articolo pubblicato su Cronache Fermane , la proposta di legge regionale sulle politiche abitative nella Regione Marche presta il fianco a valanghe di ricorsi. Chi pagherà quelle spese?

Scrivere atti normativi al solo fine di fare propaganda è ingiusto e potrebbe esporre la Regione a spese di giudizio importanti. Leggo sulla stampa regionale che è passata nella commissione consigliare una proposta di modifica della normativa regionale sull’accesso alle case popolari a firma Fdi che ha al suo centro, da una parte quello che il proponente chiama questione morale e, dall’altra, degli ostacoli pensati solo ed esclusivamente per i cittadini provenienti da Pesi Extra UE. In attesa di conoscere il testo normativo, visto che sul sito della III° commissione consigliare permanente risulta pubblicata solo la convocazione per la riunione odierna, ciò che leggo sulla stampa è paradossale e controproducente.

Sulla cosiddetta “ratio morale” per l’accesso all’edilizia popolare mi risulta che morale e legale non necessariamente vanno d’accordo. Se una famiglia è in difficoltà e ha i requisiti oggettivi per accedere alle case popolari, non potrebbe essere penalizzata a causa dei precedenti penali a carico di uno dei suoi componenti. Provate a pensare a una famiglia con un  minore disabile al 100 % con un padre pregiudicato.

L’applicazione, poi, sarebbe del tutto paradossale anche nel caso della prevista decadenza a seguito di eventuale condanna per violenza di genere o violenza domestica o per inosservanza dell’obbligo di istruzione dei figli.

In poche parole, per tutelare quel figlio non mandato a scuola dal genitore (uno o entrambi) lo priviamo anche della casa?

In merito ai reati di violenza domestica mi permetto di ricordare al consigliere firmatario che il “codice rosso” prevede già l’allontanamento del responsabile dal nucleo familiare e non è necessario imporre sanzioni meramente propagandistiche che potrebbero pregiudicare le vittime.

Per quel che concerne l’obbligo, a carico dei cittadini provenienti da Paesi Extra UE, di presentare certificazione atta a dimostrare l’assenza di immobili di proprietà nei Paesi di origine, è del tutto discriminatorio. Innanzitutto non possiamo applicare i nostri concetti di amministrazione a una persona/famiglia che proviene da un Paese che forse non ha un registro dei beni immobili e non può rilasciare un simile certificato o attestazione. Anche laddove questa attestazione fosse possibile rilasciare, comporterebbe spese importanti per famiglie che sono già a reddito basso. Atti amministrativi provenienti dall’estero, tra traduzioni, autenticazioni e legalizzazioni, potrebbero costare fino a 1.000,00 €.

Da avvocato posso dire che è una norma a dir poco discriminatoria perché, comunque camuffata, tende a mettere un ostacolo, ingiusto, a chi ha origine extra UE. Visto l’obiettivo così mirato dell’intervento, si rammenta che sono diverse le situazioni in cui i Tribunali si sono già espressi su simili normative, nazionali e regionali, dichiarandole discriminatorie con conseguente condanna anche alle spese processuali.

Ovviamente, nel caso in cui dovesse vedersi approvata in via definitiva la proposta normativa, si darà battaglia a una simile ingiustizia avanti all’Autorità Giudiziaria e i marchigiani devono essere informati del costo che potrebbe avere questa esposizione. L’importante è che ognuno si assuma la responsabilità per le proposte che fa, i politici in primis.

 

PER INVIARE LE VOSTRE LETTERE FIRMATE: redazione@cronachefermane.it

 


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