La scorsa settimana un cittadino cinese di è presentato all’Ufficio Immigrazione della Questura per l’aggiornamento del titolo di soggiorno per ‘soggiornanti di lungo periodo’ che consente di permanere sul territorio nazionale senza dover rinnovare periodicamente l’autorizzazione ma solo in alcuni specifici e limitati casi per i quali è previsto l’aggiornamento del titolo.
Tra la documentazione prevista per il rilascio del documento, definito fino a pochi anni fa Carta di soggiorno, deve essere presentata la certificazione di conoscenza della lingua italiana rilasciata da un ente autorizzato.
“Ma lo straniero in questione, allo sportello dell’Ufficio, non era in grado – spiegano dalla Questura di Fermo – di capire le semplici domande che gli venivano rivolte dagli operatori e guardava un amico che lo aveva accompagnato il quale traduceva domande e risposte”. È subito risultato chiaro ai poliziotti che c’era qualcosa che non andava.
“Dopo averlo fatto accomodare in ufficio – i fatti rappresentati dalla Polizia di Stato – gli sono state fatte ulteriori domande alle quali, ancora una volta, non è stato in grado di rispondere.
Con l’ausilio di un mediatore culturale, lo straniero ha dichiarato di aver ottenuto il precedente titolo senza scadenza subito dopo il superamento dei test di italiano, più di cinque anni fa presso un’altra Questura ma di aver dimenticato la nostra lingua per mancanza di rapporti personali e lavorativi con cittadini italiani. Dalla verifica degli atti a disposizione il personale dell’Ufficio Immigrazione, tuttavia, ha accertato che il superamento del test di italiano presso un’università era avvenuto circa due anni fa e con voti molto vicini al massimo della valutazione sia nell’orale che nello scritto. A seguito della verbalizzazione delle dichiarazioni dello straniero e delle anomalie riscontrate dai documenti disponibili rispetto alle stesse, l’uomo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa ed è stato avviato il procedimento amministrativo per la revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo il più delle volte richiesto per ottenere successivamente la cittadinanza italiana”.
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