“Vivere al tempo di Covid: epidemie tra storia e realtà”. Si intitola così l’elaborato della piccola Penelope Baglioni per il suo esame orale di terza media alla scuola Cestoni di Montegiorgio. Un esame che chiude, di fatto, un primo ciclo della sua vita scolastica segnato inevitabilmente dalla pandemia. Ma la piccola Penelope è esempio di speranza, di futuro, di ottimismo, come tanti suoi coetanei. Ora che ha finito le scuole medie, vuole salutare e ringraziare tutti i suoi insegnanti che l’hanno accompagnata in questi anni. C’è un futuro ad attenderla. E lei ha tutta la volontà di viverlo al meglio, forte, perché no, di un periodo buio come quello marcato dal Covid che, però, ha rafforzato la sua voglia di crescere e vivere.
“Sto vivendo un periodo storico importante: pandemia coronavirus anno 2020/2021. Molte notizie su come bisogna vivere in questo momento – si legge nella prefazione dell’elaborato di Penelope – mi vengono direttamente dall’esperienza su come sto effettivamente passando i mesi. Il mio elaborato di terza media non poteva non toccare la realtà strana in cui si vive e con cui si fa i conti tutti i giorni ormai da diverso tempo.
Nel mio lavoro dal titolo ‘Vivere al tempo di Covid, epidemie tra storia e realtà’, racconto – scrive Penelope – l’odissea di eventi che si sono susseguiti dal marzo 2020 ad oggi: dal dipinto ‘Italia’ di un giovane artista italiano passando per il flash-mob, la preghiera urbi et orbi di Papa Francesco, lo smartworking e la dad fino alle regole covid, i dpi, i vaccini ed il plasma iperimmune.
In questa situazione come non pensare ai collegamenti con le altre epidemie storiche: la peste del 1630 e la spagnola del 1918? Tutte e tre le pandemie hanno visto un primo momento di negazione e rifiuto della realtà, poi un’accettazione dell’evidenza con comportamenti di caccia agli untori e conseguente diffidenza verso il prossimo.
In tutte queste situazioni di pandemia si è dovuto fare i conti con i numeri dei morti e contagiati e soprattutto con il cambiamento sociale dello stile di vita di ognuno. Attualmente tutto è cambiato, il lavoro, la scuola. Tutto ciò che viviamo ci porta a temere il Covid. La speranza è che questo virus sparisca e ne rimanga solo un ricordo. Studiando Marie Curie mi sono sentita grata a lei.
Fu premio Nobel per la scoperta del radio, questa sua scoperta portò ad accostare le radiazioni ionizzate alla medicina.
Durante la prima guerra mondiale, madame Curie si adoperò affinché sui campi di battaglia i soldati potessero avere diagnosi immediate attraverso apparecchi radiologici portatili e fissi.
Grazie a lei oggi esistono possibilità di poter effettuare radiologie e tac e di scoprire le polmoniti interstiziali che il Covid provoca.
Altro personaggio storico fondamentale che ho ricordato è stato Edward Jenner, medico britannico, considerato padre dell’immunizzazione che scoprì il vaccino contro il vaiolo.
Anche la negazione della spagnola mi ha interessato: ho riflettuto sul fatto che tale virus venne associato alla Spagna solo perché lì non vi era censura. Anche Manzoni nel romanzo ‘I Promessi Sposi’ ha raccontato la portata devastante della peste. Nonostante la spensieratezza della mia età, all‘inizio della pandemia ho avuto un po’ di preoccupazione ma ho sempre avuto speranza nel futuro e questa fiducia si è rafforzata in me anche dopo aver gettato uno sguardo al passato. In questa fase di fine ciclo scolastico e soprattutto in questo momento così particolare vorrei ringraziare la mia famiglia che mi è stata sempre vicino e tutti gli insegnanti di tutti gli ordini di scuola che con la loro professionalità mi hanno sempre rassicurata, aiutata, sostenuta, coccolata e hanno creduto in me. Grazie di cuore a tutti e buona vita…ce la faremo, anzi ce la stiamo facendo”.
Cristiano Ninonà
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