di Silvia Remoli
Poteva sembrare più facile del previsto intervistare i giovani studenti che uscivano, più leggeri e spensierati, dalla loro scuola superiore, al termine di un lungo ciclo di studio, dopo aver sostenuto il famigerato “esame di maturità”. Proprio quello che noi “adulti” , ancora e spesso, sogniamo per anni, svegliandoci madidi di sudore: eh sì, perché tra i nostri incubi ricorrenti c’è il riecheggiare delle difficilissime domande-trabocchetto poste dalla severa ed integerrima commissione di un tempo.
Ed invece ci hanno piacevolmente stupito, ci hanno reso orgogliosi e, soprattutto, curiosi di rivederli tra qualche anno, quando avranno trovato il loro posto nel mondo.
In giro per le scuole fermane, all’esito dell’unica prova finale (a causa del Covid-19, anche quest’anno, l’esame è consistito in un’esposizione orale di un personale maxi-elaborato, consegnato dai singoli ragazzi già il 30 aprile e discusso da oggi in poi, a seconda del proprio turno, dinanzi alla commissione ed al relativo Presidente esterno), i “finalmente maturi” hanno soddisfatto tutti i nostri interrogativi, con quel sorriso liberatorio di chi ha compiuto una piccola fatica e con quella tipica luce negli occhi di chi ha davanti una marea di strade da poter intraprendere. Non serve altro che scegliere quella più adatta ai propri talenti.
Ecco le nostre domande e le loro brillanti e spontanee risposte.
Come avete trascorso la notte prima degli esami?
Per Silvia (Ragioneria RIM, Relazioni Internazionali per il Marketing) è stata una notte insonne ed agitata: ci teneva a dare il meglio di sé e a sviluppare alla perfezione la poesia leopardiana che porta il suo nome, uno tra i suoi argomenti di discussione. Per fortuna che, una volta terminata la prova, potrà stemperare la tensione e festeggiare con l’amica del cuore ed il papà, sceso di corsa dall’auto per riportarla a casa non prima di aver stappato un po’ di spumante.
Jusef Pepe (Ipsia O.Ricci, sez. Elettronica) si è rilassato ascoltando la nota canzone di Venditti che ben descrive in musica le ansie dei giovani studenti ed ha pensato che, quasi quasi, a settembre si iscrive alla facoltà di storia, di cui è appassionato.
Quali sono i temi dei vostri elaborati?
Alessandro Mancini (Liceo Artistico Preziotti, indirizzo Arti Figurative) ha rappresentato il rapporto che ha con la città di Fermo nel suo progetto “Io e la mia città”, analizzando “la testa di Giove” , opera sita nel Palazzo dei Priori, in Piazza del Popolo.
Matteo Masciangelo (Liceo Scientifico T.C.Onesti) ha scelto “la Legge Faraday-Newman e la sua applicazione al salvavita”: ci ha confidato che si è emozionato durante l’esposizione e che sogna di diventare ingegnere.
Lorenzo Senzacqua (Liceo Classico) ha incentrato il suo lavoro finale sul rispetto della giustizia, non a caso si iscriverà alla Facoltà di Giurisprudenza.
Aurora Rossi (Liceo delle Scienze Umane) ha parlato della “Crisi dell’Io”, ma lei, per fortuna, la sua unica crisi riguarda la scelta dell’università, indecisa tra Lettere e Storia e Filosofia. Anche Nicole Cognigni (Liceo Scienze Umane) ha un dubbio, tra psicologia e biologia, e sfrutterà l’estate per sciogliere il suo dilemma, oltre che per ritrovarsi con le sue migliori amiche nonché compagne di scuola che l’attendevano all’uscita con un mazzo di fiori.
Cosa sognate per il futuro?
Vogliono tutti continuare a studiare, vogliono migliorare, vogliono fare qualcosa di concreto per la società: chi si inscriverà alla Accademia delle Belle Arti, chi ricercatore in campo farmaceutico, chi si vede avvocato, e chi, perché no, professore, ecc.
In particolare, all’uscita dell’I.T.I. Montani abbiamo incontrato un gruppo di studenti di Biotecnologie Sanitarie cioè Annalisa Luzi, Francesca Del Gatto, Linda Leoni, Carlo Mancini, Filippo Acciarini (quest’ultimo sosterrà il suo esame tra due giorni, ma non ha voluto far mancare il sostegno ai compagni che venivano “battezzati” oggi come diplomati): sono quasi tutti proiettati sulla Medicina e sulle Professioni Sanitarie (eccetto Filippo che, da buon calciatore veregrense, ha le idee chiarissime e frequenterà l’I.S.E.F), ma prima di buttarsi sui test di ingresso, vogliono sfruttare al meglio l’estate sia stando con gli amici che lavorando per mettere da parte un po’ di risparmi.
E sul periodo pandemico che ha tolto a tutti qualcosa, in particolare a voi giovani?
A tutti sono mancati i momenti conviviali (non si è potuta fare ovviamente la memorabile gita di quinto anno scolastico) ed il confronto personale e ravvicinato con compagni e professori. Michela Quintili (Liceo Classico) riesce a cogliere un lato positivo: “mi ha insegnato ad apprezzare ciò che avevamo e a valorizzare quei rapporti sociali che abbiamo dovuto “congelare” per un po’.” A lei di questo percorso restano nel cuore non solo i compagni ma anche tanti cari professori.
E, mentre li si sente parlare pieni di speranza nel futuro e consapevoli del loro importante ruolo nella società odierna, si ha la splendida percezione che, forse, erano maturi già prima di oggi.
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