Fermana, Domizzi si presenta: “Non ho posto condizioni alla società, mi piace il dialogo ed essere leader”

SERIE C - L'ex difensore di Udinese e Napoli nella giornata odierna ha firmato il contratto annuale che lo legherà alla società gialloblù. Le sue prime parole da allenatore canarino: "La sensazione che ho avuto a pelle quando ho incontrato i dirigenti per la prima volta mi ha condotto a scegliere Fermo. Mi piace il dialogo giornaliero, chiaro e diretto, senza sotterfugi. Modulo? Metterò i giocatori a proprio agio"

 

di Leonardo Nevischi

FERMO – 285 presenze in Serie A, 149 in B, 35 in Coppa Italia, 54 in Serie C, 16 in Europa League e 2 nei preliminari di Champions League. Un curriculum di tutto rispetto da giocatore, ma poca panchina da allenatore. Ecco allora che, dopo l’esperienza da subentrante nella scorsa stagione al Pordenone in B culminata con la salvezza dei neroverdi (8 partite, 11 punti) per Maurizio Domizzi si sono aperte le porte per una nuova avventura come guida tecnica della Fermana, la quale ha sbaragliato la concorrenza di Lecco, Carpi e Monopoli, le più accreditate ad accaparrarsi l’ex difensore di Sampdoria, Ascoli, Napoli, Udinese e Venezia.

“Ho scelto la Fermana perché mi sono fidato della sensazione positiva che ho avuto al momento del primo colloquio con il direttore generale Fabio Massimo Conti e con il direttore sportivo Massimo Andreatini – ha esordito Domizzi nella sua prima conferenza stampa da tecnico gialloblù -. Di solito non sbaglio mai, per questo ho voluto fidarmi del mio istinto. Ho percepito subito una sensazione di franchezza ed è quello che più è piaciuto. Non sono uno a cui piace porre condizioni, anche perché a giugno chiunque può prometterti la luna e poi darti tutto il contrario. Ho avuto subito le idee chiare e parlando con addetti ai lavori e persone a me vicine che conoscevano il mondo Fermana le mie sensazioni a pelle hanno trovato conferma da parte loro. Sono uno a cui piace il dialogo giornaliero, chiaro e diretto, senza sotterfugi e qui ho intravisto persone sane e genuine. Io sono molto realista e realistico. Quando a giungo si parla sotto l’ombrellone tutti vogliono vincere, giocare bene e far giocare i giovani, poi con il passare dei mesi vengono fuori aspetti più pragmatici. Qui alla Fermana, invece, sono stati subito chiari: il mio obiettivo è il mantenimento di questa categoria”.

A 41 anni (da compiere il prossimo 28 giugno), Domizzi si è mostrato pronto ad affrontare la nuova esperienza mettendo come punti cardini del suo credo calcistico quelle caratteristiche che lo contraddistinguevano come calciatore: leadership e dialogo costante. “Visto che sono all’inizio di un nuovo percorso cercherò di fare leva sul mio lato caratteriale che più mi contraddistingue: metterò alla base del mio lavoro la capacità di gestire, di capire, di ascoltare e di fare le scelte giuste. Credo che al giorno d’oggi ci siano tanti mezzi per progredire e migliorare, ma se alla base manca la capacità di reggere il confronto dal punto di vista del dialogo, tutto il resto diventa più difficile. Per prima cosa, per gestire la stampa, i tifosi, i dirigenti e un gruppo di lavoro costituito da giocatori e staff tecnico, dovrò essere leader. E credo di essere in grado di farlo perché sono una persona intelligente e sensibile, in grado di capire tutte le situazioni che si creeranno quotidianamente in campo e fuori”.

Sulla Fermana che avrà in mente di costruire e sul tipo di modulo che vorrà utilizzare in campo, Domizzi ha fatto capire che non farà imposizioni alla società ma che valuterà con calma la rosa che avrà a disposizione. “Aspetto di fare una riunione più approfondita con i direttori perché al momento ci sono 16 giocatori sotto contratto e dovremo vedere se questi 16 partiranno tutti per il ritiro o se invece saluteranno la Fermana. Una volta che il quadro sarà completo farò valutazioni più attente sui singoli. Il modulo non sarà un problema perché credo che un allenatore si debba adattare al tipo di giocatori che ha a disposizione. Mi piace mettere i miei calciatori a proprio agio. Ovviamente alcuni giocatori si sposeranno meglio con un sistema di gioco piuttosto che un altro e sulla base di questo sceglierò quello che reputerò più adatto. Al di là dello schieramento tattico, mi piacerebbe costruire una squadra che possa essere in grado non solo di fare risultato ma anche di mostrare un atteggiamento tale da riportare entusiasmo a tutti i tifosi, che ormai da due anni a questa parte hanno dovuto fare a meno di emozioni che dovrebbero essere la normalità”.

Ed a proposito di “entusiasmo e normalità”, Domizzi ricorda con piacere i suoi precedenti al ‘Bruno Recchioni’. “Sono venuto qui in due circostanze: al Memorial Mario Rossetti con il Venezia e nel 2000 con la Nazionale Under 21 in un’amichevole contro la Georgia (3-2 il finale). Quest’ultima partita mi ha lasciato un bellissimo ricordo e, sebbene quella volta in campo ci fosse la nazionale italiana, mi farebbe piacere riportare sugli spalti quel tipo di entusiasmo. Sarebbe una soddisfazione enorme”.

Un Maurizio Domizzi che chiosa pregustando già l’incontro con il suo vecchio capitano ai tempi dell’Udinese, Antonio Di Natale, in un ipotetico Fermana – Carrarese. “Ho già sentito Totò. È una persona eccezionale e spero di trovare molti miei ex compagni come avversari in panchina: è una cosa piacevole che mi stimola molto”.

 

Maurizio Domizzi ed il presidente della Fermana Umberto Simoni

 

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