di Andrea Braconi
L’Elemento di garanzia retributiva per lavoratrici e lavoratori dell’industria calzaturiera, che nel nostro territorio vede interessate diverse migliaia di persone, va pagato. Ed entro il 10 agosto le tante aziende fermane che ancora non l’hanno fatto possono già adempiere a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. A rimarcarlo, e in maniera piuttosto decisa, è Luca Silenzi, segretario provinciale della Filctem-Cgil dalla sede di Monte Urano, uno dei Comuni simbolo del Distretto.
Nato come incentivo per una contrattazione integrativa, l’Egr per il 2020 si attesta sulle 300 euro lorde. “Spetta anche a chi è dipendente in ditte dove non c’è contrattazione di secondo livello, ma non a chi ha dei superminini o elargizioni ad personam” aggiunge lo stesso Silenzi, che ripercorre la cronologia dei fatti, a partire dalla lettera del 16 aprile scorso a firma congiunta delle segreterie sindacali nazionali. “Il contratto nazionale è scaduto il 31 dicembre 2019 ed è stato rinnovato nel giugno di quest’anno. Questa voce dell’Egr sta dentro allo stesso contratto nazionale e doveva essere erogata ad aprile di quest’anno. Ricordo che nonostante il contratto nazionale fosse scaduto, vige l’ultrattività e in attesa del rinnovo va rispettato”.
La situazione, tiene a precisare il segretario, sembrava chiarita a livello nazionale con i vertici di Assocalzaturifici, “che insieme a noi avevano rinnovato il contratto nazionale”. “Quello che devono fare le aziende è chiaro e quindi questa situazione non è accettabile. Pochissime aziende hanno pagato l’Egr a maggio su busta paga di aprile, altre pochissime lo pagheranno ad agosto con busta paga di luglio, qualche consulente del lavoro in maniera discrezionale ha deciso che verranno pagati a ottobre, novembre e dicembre. Infine, c’è qualche azienda che continua a sostenere che questo elemento non va pagato”. “Quello che ci siamo detti – continuano dalla Filctem-Cgil – deve rimanere e deve essere applicato nel territorio. Mi auguro che Confindustria contatti tutti i suoi iscritti per dire di erogare quanto prima l’Egr. Purtroppo, parlando con i cugini del Maceratese sembra ci siano gli stessi problemi anche lì. L’alternativa per il pagamento sono le vertenze sindacali, ma sono situazioni che si possono evitare. Non so però se ai calzaturieri fermani interessa veramente evitarlo”.
Un aspetto che per Silenzi fa il paio con un altro istituto che ancora si fa fatica ad applicare nel territorio. “Il 99% delle aziende calzaturiere del Fermano non dà seguito all’articolo contrattuale riguardante le ferie, che devono essere di 3 settimane continuative. Ma noi sappiamo che ci sono aziende che magari sono state ferme a primavera per un calo di produzione o per problematiche legate al Covid e che affermano ci sia debba rendere conto della situazione. Noi di questo ci rendiamo perfettamente conto e se l’azienda ha questa esigenza deve fare l’accordo o con la Rsu o con le organizzazioni sindacali territoriali, altrimenti i lavoratori hanno diritto a fare 3 settimane di ferie. Siamo nell’anno 2021 e dico a Confindustria che su questo si facciano dei passi avanti: questi comportamenti, infatti, non contribuiscono ad avere buone relazioni tra sindacato e aziende”.
Da tempo, come ricorda il segretario, la sponda sindacale sprona le controparti a cercare di trovare delle soluzioni. “Invece faccio fatica a capire: con Assocalzaturifici si rinnova un contratto nazionale e si discute. Con loro abbiamo sottoscritto un patto per il lavoro e lo sviluppo, dove sono scritte delle cose chiare. Allo stesso tempo, però, mi ritrovo che dei loro associati non danno seguito a ciò che si discute e si scrive in alcuni tavoli, e questo è gravissimo”.
C’è anche il nodo della proroga del blocco dei licenziamenti. “Noi l’abbiamo chiesta almeno fino al 31 dicembre, considerando che si sono perse almeno 2-3 stagioni di produzione e la situazione è estremamente delicata. Il 30 giugno siamo stati contattati da aziende e consulenti del lavoro su esuberi e rischi chiusura e davanti ad una situazione del genere bisogna avere comportamenti chiari, altrimenti è difficile uscirne”.
Altro punto di attrito con le associazioni di categoria è quello del Green Pass. “Faccio mia la risposta data come Cgil a livello nazionale da Landini a Bonomi – conclude Silenzi -. Sono anche io per la vaccinazione come rimedio contro la pandemia, dopo di che sentire Confindustria nazionale che senza Green Pass verrà sospeso lo stipendio mi sembra un po’ esagerato. In questo Paese ci sono pur sempre delle regole sulle libertà personali”.
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