A Servigliano con dame, consoli e cavalieri si rivive il 1450. L’arte del XV secolo con Crivelli e Pollaiolo

SERVIGLIANO - Prima della Giostra dell’Anello, il momento clou del 53esimo Torneo Cavalleresco è stato rappresentato dal corteo storico in abiti ispirati ai grandi pittori del XV secolo. Un cerimoniale, quello studiato dal regista Gianluca Viozzi, curato fin nei minimi dettagli e ispirato alla cessione della piana di San Gualtiero avvenuta il 16 giugno 1450. Due ore di spettacolo puro, tra storia e contemporaneità

Giulia Pipponzi

A Servigliano dame, consoli e cavalieri hanno riproposto una pagina del 1450. Prima della Giostra dell’Anello, il momento clou del 53esimo Torneo Cavalleresco è stato rappresentato dal corteo storico in abiti ispirati ai grandi pittori del XV secolo. Un cerimoniale, quello studiato dal regista Gianluca Viozzi, curato fin nei minimi dettagli e ispirato alla cessione della piana di San Gualtiero avvenuta il 16 giugno 1450. Due ore di spettacolo puro, tra storia e contemporaneità. Lunghi applausi per l’attore Manu Latini, nei panni dell’abate di Farfa: voce calda, emozionante, quella di Latini che ha letto la pergamena del 1450.

Ottimo nei tempi il banditore Andrea Cameli; esilaranti le esibizioni in rima, coinvolgendo il pubblico, da parte del giullar cortese Gianluca Foresi. Viozzi aveva il compito di far rientrare il cerimoniale nelle due ore, compito non facile, e così è stato. Il pubblico seduto in poltroncina, ridotto a 600 presenti a causa delle normative anticovid, è riuscito a godere di tutti i momenti del protocollo che si sono svolti nel quadrato della piazza centrale, comprese le benedizioni del palio e dei cavalieri giostranti. Un grande applauso ai rioni, ai consoli e ai cerimonieri per l’ottimo corteo e la perfetta parata. Abiti stupendi, quelli delle dame, che hanno fatto rivivere spaccati d’arte di altissimo livello.

Chiara Funari

La madrina di San Marco Sara Bizzi e la dama del palio Elisa Barchetta hanno sfilato con due abiti ideati e pensati da Paola Pierangelini, deceduta pochi mesi fa e applaudita in maniera commossa quando è stata ricordata dallo speaker Maurizio Marinozzi. Sara ha indossato un costume ispirato alla figura di Santa Caterina d’Alessandria del polittico montefiorano di Carlo Crivelli. Elisa, invece, aveva un costume ispirato al “Pavo Cristatus” che nella pittura del ‘400 rappresentava la verginità di Maria. Giulia Pipponzi, dama di Porta Navarra, ha indossato un abito tratto dal celebre cassone Adimari Di Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia, datato 1450 e conservato nella galleria dell’accademia di Firenze. Michela Minnetti, dama di Porta Marina, ha indossato un abito realizzato a mano in broccato e velluto, fedelmente ripreso dal dipinto olio su tela di Piero del Pollaiolo del 1460, conservato nella galleria degli Uffizi a Firenze. Al Pollaiolo venne commissionata la realizzazione di Sette Virtù e Michela rappresentava la Fede. Irene Antognozzi, dama di Paese Vecchio, ha sfilato con un costume d’epoca fedelmente riprodotto dalla Madonna in trono col bambino di Carlo Crivelli, polittico dedicato a Sant’Emidio custodito nel Duomo di Ascoli Piceno, oggi emblema della provincia di Ascoli Piceno. Chiara Funari, dama di Porta Santo Spirito, ha indossato un prezioso abito ispirato a Santa Caterina d’Alessandria in uno degli scomparti rimasti in loco del polittico di Carlo Crivelli conservato a Montefiore dell’Aso. Sontuosi anche gli abiti del magnifico messere Marco Rotoni, del regista Gianluca Viozzi, dei consoli Emiliano Ciccoli, Carlo Porfiri Perugini, Giancarlo Ferretti, Marco Rossi. Imponenti tutti i capitani d’arme, i gonfalonieri, i nobili, i musici, gli alfieri. Una bella pagina di storia e di arte, quella vissuta l’altra sera a Servigliano. Un ottimo lavoro corale quello dell’Ente Torneo Cavalleresco.

Michela Minnetti

Irene Antognozzi


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