facebook twitter rss

Medici no vax nel Fermano, Calcagni (OdM): “Una sospensione e tre posizioni da valutare su 1.050 iscritti, siamo una categoria responsabile”

VACCINAZIONE - La presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del Fermano che conta 1.050 iscritti: "Noi medici siamo una categoria che si vaccina, siamo assolutamente responsabili. Ed è giusto che le persone lo sappiano. Le sospensioni dall'esercizio della professione scattato su segnalazione dell'Asur"

Anna Maria Calcagni

di Giorgio Fedeli

Quanti sono i medici no vax, o comunque ancora non vaccinati, nel Fermano? Attualmente, all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del Fermano risultano una sospensione e tre, invece, sono le posizioni da approfondire e valutare. A fare il punto su quanti iscritti non si sono ancora sottoposti alla somministrazione del vaccino anti-Covid, è direttamente la presidente Anna Maria Calcagni, alla testa di un Ordine che nella nostra provincia conta 1.050 iscritti: “Al momento abbiamo sospeso una persona iscritta al nostro ordine e la sua certificazione è al vaglio dell’Ufficio Igiene. Poi, di altre cinque segnalazioni che ci sono giunte dall’Asur, sì perché le nostre sospensioni arrivano proprio in base alle segnalazioni dell’Azienda sanitaria, ci risultano tre iscritti non vaccinati. Queste tre persone non sono ancora state sospese. Ma se non chiariscono la loro posizione, anche per loro il 15 settembre scatterà la sospensione”. Numeri assolutamente esigui per la Calcagni “perché, sia chiaro, noi medici siamo una categoria che si vaccina, siamo assolutamente responsabili. Ed è giusto che le persone lo sappiano. Altrimenti si crea ulteriore confusione e scetticismo in un contesto molto delicato e complesso. Come è giusto che sappiano quali categorie di professionisti, invece, hanno un maggior numero di non vaccinati”. La presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri del Fermano, mercoledì ha preso parte a un incontro, su scala regionale, tra i suoi omologhi e l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini: “Abbiamo cercato di correggere il tiro sull’iter che porta all’eventuale sospensione. Questo per evitare di dover richiamare degli iscritti che, invece, non sono da richiamare. Insomma abbiamo concordato dei percorsi più chiari, meno macchinosi. L’assessore si è mostrato comprensivo e attento alla questione. Lui vuole spingere per la terapia con anticorpi monoclonali. E quindi si è deciso per una sensibilizzazione non solo sull’importanza della vaccinazione ma anche sulla terapia”. Era stata la stessa Calcagni, infatti, nelle scorse settimane a scrivere una lettera dai toni piuttosto infuocati proprio  comunicazione tra le parti in un tema, quello legato alla mancata vaccinazione e alla conseguente sospensione, assolutamente delicato e che presenta diverse variabili.

“Sì perché con ogni probabilità è mancata la comunicazione bilaterale tra le parti, ossia tra Asur Marche e i camici direttamente interessati, specie chi lavorando fuori regione si è vaccinato nel luogo di lavoro. Perché non ci comunicano complessivamente i non vaccinati? Se non vogliono darci i nominativi, anche se credo sia giusto che noi li sappiamo, potrebbero almeno darci un numero. Insomma dovrebbe esserci più trasparenza, che dovrebbe sempre regnare sovrana, soprattutto in simili contesti dove è in gioco la salute del paziente, ed è a lui che dobbiamo sempre pensare. In altre province sono scattate le sospensioni per poi riabilitare dopo pochi giorni i medici che hanno dimostrato di essersi già sottoposti alla somministrazione del vaccino. La procedura dell’Asur prevede che dopo due solleciti nei modi di legge ai non vaccinati scatta la sospensione, ma a volte questi richiami possono sfuggire ai diretti interessati creando incomprensioni.

Per evitarle sarebbe utile che la Regione prima di procedere alle sospensioni si collegasse alla banca data del Green pass nazionale. C’è comunque da distinguere tra impiego nella sanità pubblica e in quella privata. “Mentre nel primo caso una commissione valuta le giustificazioni addotte e la possibile ricollocazione dell’operatore sanitario in altro impiego dove non c’è il contatto con il pubblico o col paziente, nel caso dei liberi professionisti, è l’Ordine professionale che procede alla sospensione dell’esercizio della professione. Ma tutto il percorso è dettato dall’Asur con un un iter che andrebbe migliorato. Anche perché quando si parla di sanitari no vax le persone sono spinte a identificarli con noi medici. Invece per “sanitari” si intende tutto un mondo di professionisti, che oltre ai medici, comprende infermieri, farmacisti, ostetriche, Oss, ecc.. e amministrativi”.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti