“I nostri anziani genitori in Pronto soccorso per ore ed ore, inconcepibile”, lo sfogo di due figli

FERMO - Le segnalazioni di due figli che tra sabato mattina e ieri pomeriggio hanno accompagnato i loro anziani genitori al Pronto soccorso. Undici ore di attesa per il primo, quasi dieci per la seconda

Il primo è rimasto al Pronto soccorso dell’ospedale Murri di Fermo per circa 11 ore, la seconda per 10. E oggi i due figli vogliono delle risposte. Stiamo parlando di due anziani che, ognuno per i rispettivi problemi di salute, tra sabato e ieri sono stati accompagnati dai figli al Pronto soccorso del nosocomio fermano. E lì sono iniziate, per loro, lunghe ore di attesa, che, si sa, su un anziano pesano in maniera esponenziale. Il primario del Pronto soccorso, Alessandro Valentino, che in questi giorni ha manifestato, di concerto con il direttore Av4, Roberto Grinta, l’intenzione di voler lavorare in maniera incisiva proprio sui tempi di attesa, ha in mano la questione anche se ha già una prima risposta: “Purtroppo soprattutto nei week end abbiamo un grande afflusso. E questo va di pari passo con una diminuzione dei posti letto disponibili. Ma stiamo facendo di tutto per ridurre i tempi di attesa”.

Torniamo ai casi in questione, partendo proprio da sabato mattina. A raccontare l’accaduto, ovviamente la sua versione, è Irene Benigni: “Verso le 11 ho accompagnato mio padre al Pronto soccorso di Fermo, dietro consiglio del nostro cardiologo, perché non riesce a respirare la notte. Premetto che mio padre è cardiopatico, fibrillante e ha un loop (diverse cardioversioni). Al triage lo hanno accettato con codice verde, gli hanno preso la pressione e la saturazione e lo hanno messo seduto in sala di attesa. Dopo qualche ora sono andata a chiedere informazioni e mi hanno detto che dovevo aspettare perché non era un caso urgente, e che non poteva sentirsi così male perché i valori presi poco prima erano normali. Ho risposto che il nostro cardiologo ci aveva consigliato di andare. La loro replica è stata che il cardiologo non può sapere come sta mio padre. Premetto che è in cura da diversi anni con lo stesso medico. Dopo 11 ore di attesa, senza nessun prelievo, un elettrocardiogramma, mio padre mi ha detto che voleva andare a casa perché non ce la faceva più a stare seduto lì dentro. Quindi siamo tornati a casa senza una visita. Ora, io dico, si può tenere un uomo di 86 anni, con patologie abbastanza gravi, 11 ore al Pronto soccorso senza che nessuno lo visiti? Ad oggi la notte continua a dormire seduto su una poltrona perché non riesce a
respirare. Chiedo, pertanto, quanto prima una risposta alla mia domanda”.

Per molti versi e sotto diversi aspetti simile a quello di Irene Benigni, il caso di Cristiano Ninonà, ieri: una permanenza per la mamma 87enne. “Partiamo dalla fine – esordisce Ninonà – dopo 10 ore mia madre è stata visitata per sentirsi dire che non potevano risolvere definitivamente il problema”. Ma la questione, per Ninonà, non è legata all’esito della visita, comprensibile, quanto sul tempo trascorso prima di arrivare alla visita stessa: “Se ce lo avessero detto prima, molto prima, non avremmo trascorso mezza giornata al Pronto Soccorso”. Ninonà, infatti, ha la mamma, cardiopatica, che da diversi mesi, cinque per la precisione, soffre anche di un fastidioso prurito generalizzato su tutto il corpo. Questo le ha provocato anche delle piccole lesioni. “Abbiamo provato a risolvere il problema, ci siamo rivolti a degli specialisti ma purtroppo nulla da fare. Le terapie non hanno sortito gli effetti sperati. E ieri pomeriggio la situazione si è aggravata. Così siamo andati al Pronto soccorso. L’hanno sottoposta a una terapia. Capisco che la nostra non era una priorità dinanzi ad emergenze più gravi, e infatti le è stato assegnato un codice verde, ma stiamo parlando di una persona anziana che è rimasta seduta per ore su una sedia di ferro, poi su una carrozzina. Orologio alla mano siamo arrivati alle 14,20 e mia madre è stata visitata alle 23,41. Capisco il grande afflusso, capisco la questione posti letto. Ma nessuno, men che meno un anziano, ‘merita’ di restare quasi 10 ore in attesa”.

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