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Droghe, rinnovato l’accordo Regione-Asur e Terzo settore sulle dipendenze patologiche

FERMO - Il vicepresidente della Comunità di Capodarco Riccardo Sollini, esprime soddisfazione per l’ approvazione di un nuovo accordo triennale con le massime istituzioni regionali, che si sono dimostrate attente e con la volontà mantenere un sistema di prevenzione che rappresenta un’ eccellenza regionale. Gli altri firmatari sono L’ Asur Marche e i tre enti che si occupano di dipendenze patologiche

Lo scorso 11 agosto è stato approvato il nuovo accordo triennale per le dipendenze patologiche della Regione Marche. Insieme all’ente regionale, gli altri firmatari sono l’Asur Marche e i tre coordinamenti che raccolgono gli enti del Terzo settore che si occupano di dipendenze. Un accordo che trova la piena soddisfazione del Coordinamento Orme (Organizzazione Regione Marche Enti Accreditati) e del Crea Marche, altro Coordinamento degli enti gestori delle strutture residenziali accreditate per le dipendenze patologiche.

Riccardo Sollini (Coordinamento Orme) afferma: “La Regione Marche si è contraddistinta in questi anni per un percorso profondo di integrazione tra pubblico e privato sociale nella costruzione di politiche di prevenzione, cura e reinserimento di persone con dipendenza patologica. Una delle prime regioni in Italia a costruire dei Dipartimenti integrati, ha da sempre previsto fondi non solo per il lavoro quotidiano dei diversi servizi, ma anche mettendo a disposizione fondi integrativi per una progettazione territoriale che contrasti il fenomeno dell’uso di sostanze e di cura delle dipendenze”. “A partire dalla DGR 747 del 2004, che ha disciplinato e costruito lo scheletro delle politiche di intervento, si è contraddistinta per una presa in carico globale della problematicità, cercando di costruire un sistema di intervento con capacità di trasformarsi e mettere a disposizione nuove risposte recependo bisogni che cambiano e si trasformano – continua Sollini -. Il mondo delle sostanze, così come quello dell’abuso e della dipendenza, cambia e si trasforma, in linea con i cambiamenti della società, sia in termini di modalità di utilizzo, sia per modalità di problematicità che evolvono e cambiano. In questo senso quello marchigiano è un sistema che ha messo insieme aspetti sanitari, aspetti sociali e aspetti culturali. Con attori che interagiscono e che vanno dalla Regione, all’Asur, agli enti accreditati, ai comuni e gli ambiti sociali territoriali. Questo senza tralasciare gli istituti scolastici e gli ambienti sportivi”.

(foto Carabinieri)

“Anche in occasione di questo rinnovo abbiamo avuto un percorso di concertazione e confronto con le massime istituzioni regionali che si sono mostrate attente e con volontà di mantenere un sistema funzionale e che rappresenta un’eccellenza regionale. Come Coordinamento Orme, di cui sono presidente – prosegue Sollini – abbiamo cercato di metterci a disposizione del sistema pubblico portando idee e proposte che fossero conciliabili con le possibilità della Regione, mantenendo fermi quelli che sono i nostri principi di partenza, la presa in carico globale della persona, la possibilità di accesso ala cura, l’azione locale e regionale di prevenzione. Con un’attenzione particolare al reinserimento, punto critico nei percorsi delle persone che arrivano ai servizi per le dipendenze”. “Abbiamo trovato una sponda politica interessata, sensibile e con la volontà di spendersi su questo tema, con un confronto che non è stato solo sui numeri, ma anche sul capire i bisogni e mettere al centro i bisogni e le necessità – conclude il presidente di Orme – La politica è stata attenta e, nonostante il momento di grande difficoltà della pandemia, ha accompagnato il percorso dedicando tempo e pensiero.  Il risultato è stato quello di riuscire a mantenere i fondi previsti negli anni passati e portare avanti in continuità progetti e nuove progettazioni per rispondere a quei bisogni, dopo che il lockdown ha accresciuto e reso ancora più complesso questo mondo.  La scelta di non prevedere tagli ha per noi significato un traguardo importante e uno sforzo significativo da parte della Regione”. 

Carlo Balduzzi, presidente (Crea Marche), oltre ad esprimere medesima soddisfazione sottolinea che “questo accordo triennale, per come è stato pensato e formalizzato, non solo salva tutto il percorso di integrazione tra sanità pubblica, enti gestori del privato sociale e ambiti sociali territoriali, avviato con la DGR 747/2004, ma crea i presupposti per un nuovo slancio a questo percorso, uno slancio che se ben interpretato aiuterà a ripensare in modo costruttivo e rispondente ai bisogni attuali i percorsi di cura delle persone con dipendenze”.  “In questo settore abbiamo bisogno di mettere in discussione tanto l’intervento sanitario quanto quello sociale – continua Balduzzi – dobbiamo avere il coraggio di valutare quali delle cose fatte fino ad oggi devono essere portate avanti e quali invece non stanno dando risultati commisurati alle risorse investite, questo ci permetterà di liberare risorse importanti e utili”. “Se vogliamo guardare al futuro, noi del privato sociale – conclude Carlo Balduzzi – dobbiamo però trovare il coraggio di fare un passo indietro e rinforzare percorsi unitari di progettazione, intervento e cura”.

 


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