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L’ex Gigli ad ogni costo: la lunga storia del cineteatro, nel 2022 la riapertura

PORTO SANT'ELPIDIO - L'acquisto definitivo a 2.830.000 euro, compresa la parte commerciale: dal vincolo del 2009 al parere del Demanio 2019, una lunga storia di colpi di scena e forzature

di Pierpaolo Pierleoni

La storia infinita arriva al capitolo decisivo. Dopo il via libera degli uffici all’operazione, dopo la stesura del contratto, dopo la variazione di bilancio approvata il mese scorso in Consiglio comunale, il comune di Porto Sant’Elpidio è pronto a perfezionare l’acquisto dell’intero ex cineteatro Gigli per 2.830.000 euro. Manca solo, di fatto, la firma dal notaio. Le risorse arriveranno tramite mutuo. Questione di giorni per il responso della partecipazione al bando “Cultura missione comune” dell’Istituto di credito sportivo. Se arriverà parere favorevole, l’ente otterrà il mutuo a tasso zero, risparmiando quindi una somma consistente sugli interessi, per comprare la struttura di Piazza Garibaldi.

Telenovela finita, insomma. Del tutto improbabile a questo punto che arrivino nuovi colpi di scena, anche se l’ex Gigli ne ha riservati diversi, da oltre un decennio a questa parte. Il primo, nel 2009, fece naufragare il progetto piazza dell’amministrazione Andrenacci, determinata a demolire l’edificio, ma stroncata dal vincolo integrale posto dal Ministero per i beni culturali sulla struttura.

Gli anni seguenti sono stati caratterizzati da un percorso lungo e complesso. Si poteva spendere meno? Probabilmente sì, ma questo avrebbe richiesto la pazienza di aspettare, tenere “congelato” l’immobile in piazza e magari, a distanza di tempo, strappare condizioni economiche più favorevoli. Si potevano compiere scelte diverse? Negli anni scorsi, certamente sì. Più di recente, la strada per portare a termine l’operazione Gigli a lasciato sempre minori margini di manovra. Il sindaco Nazareno Franchellucci e la sua maggioranza hanno scelto di arrivare a tutti a costi a destinazione.

Non si è mai voluta percorrere la strada dell’esproprio, perché irta di incertezze e probabili contenziosi. Ma se si considera tutti gli anni passati dal vincolo ad oggi, è lecito pensare che il recupero dell’ex Gigli, se all’epoca si fosse esplorata quella via, sarebbe ormai arrivato a destinazione.

Si è scelta invece la strada dell’accordo con la proprietà, la Azzurro Srl. È la primavera del 2017 quando parte la demolizione dello strato esterno del Gigli, per poi avviare il restauro. Il privato dà il via ai lavori, pur nell’incertezza sull’esito della compravendita. Un anno dopo viene versata la caparra da 390mila euro in vista dell’acquisto di una porzione dei due terzi della struttura, da adibire a biblioteca e polo culturale. Intanto il cantiere piazza viene completato, il recupero del Gigli procede, Franchellucci si conferma Sindaco alle amministrative 2018.

Sembra tutto fatto, ma ad ottobre 2019, un decennio dopo il colpo di scena del vincolo, arriva un’altra sorpresa. Veniva pronosticato come una formalità, il parere di congruità dell’Agenzia del demanio sul valore dell’immobile, che invece valuta l’edificio restaurato appena 1,5 milioni. Quasi mezzo milione di euro in meno di quanto il privato chiede ed il Comune è pronto a versare, suffragato dalle stime degli uffici. La barca si incaglia di nuovo. Il Comune non può spendere un centesimo più di quanto decretato dal Demanio. La Azzurro, a quelle cifre, non ne vuol sapere. La scialuppa di salvataggio per le intenzioni dell’Amministrazione arriva dalle nuove normative statali: il parere di un ente terzo non è più vincolante. Nuove valutazioni economiche, nuovo balletto delle cifre e continuo braccio di ferro tra maggioranza ed opposizione.

È l’autunno del 2020 e la Giunta decide di non limitarsi ad acquistare i due terzi dell’ex Gigli: vuole comprarlo tutto. È la scelta che lascia più perplessità. Perché l’ente pubblico si impegna a comprare, confidando di darli poi in affitto, dei locali commerciali che nei due anni precedenti non hanno avuto acquirenti? Se il privato non è riuscito a vendere, il Comune ce la farà? La motivazione della scelta che si legge negli atti è che l’immobile sarà “strategico in quanto elemento costitutivo della piazza pubblica, di qualità architettonica, atto ad assumere prestigio civile nel completamento delle funzioni pubbliche della piazza stessa”. Ma le acrobazie verbali non cancellano i dubbi. L’ex Gigli era ed è obiettivo cruciale dell’amministrazione Franchellucci, una strada per portare a termine l’operazione e farlo in tempi relativamente brevi si è voluta trovare, a costo di forzare la mano e di dare spesso la sensazione che in questa interminabile partita, le carte le abbia sempre date il privato. Ora la storia infinita è in dirittura d’arrivo. Prima di fine anno sarà pubblicato il bando per l’affitto dei locali commerciali al piano terra, nel frattempo sarà anche arredata la parte pubblica, destinata a diventare la nuova biblioteca cittadina. Probabilmente nei primi mesi del 2022 l’inaugurazione.


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