di Leonardo Nevischi
FERMO – Da fortino impenetrabile a castello di carta. È questo il tracollo subito in poco meno di cinque mesi dal “Bruno Recchioni”. Lo stadio canarino la scorsa stagione si era contraddistinto per la sua imbattibilità persistita per 162 giorni (dalla sconfitta del 1 novembre contro il Carpi si passo a quella dell’11 aprile contro il Feralpisalò), quest’anno invece già in due partite sembra aver perso lo status di “inespugnabile”: pareggio con annessa rimonta subita con la Viterbese e sconfitta quest’oggi contro la giovanissima matricola Aquila Montevarchi. Non ci sono dubbi: serve ritrovare quanto prima la vera Fermana.
IL TABELLINO
FERMANA 0 (4-3-3): Moschin; Rossoni, Blondett, Sperotto, Mordini; Urbinati, Capece (17′ st Graziano), Mbaye (26′ st Bugaro); Bolsius (1′ st Corinus), Marchi (7′ pt Nepi), Frediani (17′ st Cognigni). A disposizione: Ginestra, Grossi, Rodio, Alagna, Lovaglio, Rovaglia, Pannitteri. All. Maurizio Domizzi
AQUILA MONTEVARCHI 1 (3-4-1-2): Rinaldi; Achy, Tozzulo, Bassano; Lischi, Amatucci, Mercati (41′ st Dutu), Barranca (26′ st Casiello); Carpani (26′ st Mionic); Jallow, Gambale (47′ st Lunghi). A disposizione: Ciabattini, Giusti, Senzamici, Doratiotto, Intinacelli, Mignani. All. Roberto Malotti
RETI: 25′ st Gambale
ARBITRO: Tommaso Zamagni della sezione di Cesena; assistenti Davide Conti di Seregno, Giorgio Ravera di Lodi, quarto ufficiale Stefano Grassi di Forlì
NOTE: Ammoniti Capece, Jallow, Mordini, Sperotto, Bugaro, Gambale. Corner 2 – 8. Recupero +2′ +5′. Spettatori 594. Incasso 4300 euro.
LA CRONACA
Nella seconda sfida stagionale al “Bruno Recchioni” mister Domizzi accantona il 4-4-2 della sfida contro la Viterbese e nella composizione del suo 4-3-3 attinge dagli innesti arrivati dal mercato sostituendo ben quattro interpreti rispetto alla prima gara casalinga: fuori Corinus, Graziano, Bugaro e Nepi, dentro Blondett, Mbaye, Capece e Frediani, con quest’ultimo a comporre il tridente d’attacco con Marchi e Bolsius.
Gli ospiti guidati da Roberto Malotti, invece, si schierano con un 3-4-1-2 (in fase di non possesso Lischi si abbassa e va a comporre una linea a quattro) che vede il terzetto composto da Achy, Tozzulo e Bassano in difesa, Lischi e Barranca esterni a tutta fascia, Amatucci e mercati in regia, Carpani sulla trequarti ed il duo Jallow-Gambale a reggere il peso dell’attacco.
Che non sarà una giornata tranquilla per la Fermana lo si intuisce già dopo soli 6′ quando Sperotto per far respirare la difesa canarina, in quel momento in piena apnea, spazza il più lontano possibile e involontariamente crea i presupposti per un possibile contropiede di Marchi: l’ex attaccante della Vis Pesaro strappa in velocità per raggiungere la sfera, ma nell’allungo si stira ed è costretto a lasciare il campo per favorire l’ingresso di Nepi.
Questo è solo il preludio di quello che attenderà la Fermana. Infatti, la matricola Aquila Montevarchi, seppur composta da tutti elementi giovanissimi (il più anziano in campo è un classe 1996, ndr), si dispone ottimamente in campo e soprattutto, sin dai primi minuti, sembra sovrastare la Fermana dal punto di vista dell’atteggiamento: pressing alto sul portatore di palla e aggressione feroce sulle seconde palle.
Non a caso, al quarto d’ora di gioco, la prima occasione è proprio di marca ospite con Jallow che lascia sul posto Sperotto e si fionda verso la porta difesa da Moscin, ma giunto a tu per tu con l’estremo gialloblù si lascia ipnotizzare ed il suo lob risulta troppo debole per scavalcarlo. Il primo affondo di marca canarina arriva solo al 35esimo, quando sugli sviluppi di una palla inattiva di Mordini, Nepi di testa tenta l’incornata che però termina larga.
Nella ripresa Domizzi prova a scuotere una Fermana fin lì troppo passiva ed inserisce Corinus al posto di Bolsius, passando così ad un 3-5-2 con, appunto, Corinus, Blondett e Sperotto a comporre il terzetto difensivo, Rossoni e Mordini sugli esterni, Urbinati in mediana con Capece e Mbaye mezzali. Davanti il tandem d’attacco resta invariato e dopo tre minuti sono proprio Nepi e Frediani a creare i presupposti per il vantaggio locale: l’ex Montegiorgio lavora bene un pallone che finisce sui piedi di Frediani, con quest’ultimo che dal vertice destro dell’area fa partire un gran siluro che si stampa sul palo.
La risposta dei toscani passa dai piedi del solito Jallow che con un diagonale mancino costringe Moschin a rifugiarsi in angolo. Questa è l’anticamera di quello che succederà poi al 70esimo: Mercati sgomma sull’out di sinistra e serve al centro dell’area Jallow che con una spizzata aerea mette la sfera sulla disponibilità di Gambale, il quale di controbalzo non lascia scampo a Moschin. L’Aquila spicca il volo, mentre la Fermana resta al tappeto.
LE DICHIARAZIONI DEL POST GARA DI MISTER DOMIZZI E CAPITAN URBINATI
È un mister Domizzi amareggiato quello che si presenta nell’immediato post partita in sala stampa: “Al di là del risultato non veritiero, abbiamo messo in campo una prestazione davvero brutta – ha esordito il tecnico gialloblù -. Eravamo riusciti a tener botta e a rimanere in partita, ma in quei pochi frangenti in cui potevamo combinare qualcosa abbiamo lavorato male, soprattutto dal punto di vista qualitativo. Oltre al fatto di averci creduto poco, in alcune zone del campo siamo mancati della qualità giusta per mandare in porta gli attaccanti o per far gol. Ribadisco che la prestazione non mi è piaciuta e fisicamente siamo ancora molto indietro: valuteremo con lo staff dove poter intervenire sotto questo punto di vista, perché la mia è una squadra fin troppo strutturata a livello fisico e avevamo messo in preventivo un ritardo di condizione, ma non ci aspettavamo di essere così indietro dopo tre giornate. Ci sono mancati i tempi delle giocate e le idee: in certe zone del campo siamo venuti meno dal punto di vista qualitativo e far sì che i miei calciatori la tirino fuori è compito mio”.
“È una sconfitta che non ci aspettavamo perché avevamo preparato bene la partita – spiega, invece, capitan Gianluca Urbinati -. nell’unica occasione che hanno avuto ci hanno punito ma questo non deve essere un alibi. Dobbiamo lavorare e fare poche chiacchiere: nel calcio contano i risultati e dobbiamo tornare a vincere facendo riemergere la cultura del lavoro che ci ha sempre contraddistinto. Dobbiamo focalizzarci subito a cambiare marcia, anche se la fortuna al momento non è dalla nostra. Nello spogliatoio ci siamo detti che le disgrazie non arrivano mai da sole e la riprova si è vista in queste prime tre giornate: rimonta da 3-0 a 3-3 con la Viterbese, rigori non dati e salvataggi sulla linea a Gubbio e oggi l’infortunio di Marchi e il gol preso su mezzo tiro in porta. Tuttavia non credo nella sfortuna, l’unica medicina è il lavoro. Dobbiamo ritrovare quello spirito, quella tenacia e quel senso di appartenenza che per noi ha sempre fatto la differenza”.
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