Omicidio Biancucci: pene confermate in appello agli imputati, 30 anni a Longo

FERMO - Immutate le condanne per gli autori della rapina finita in tragedia, a marzo del 2018, nell'abitazione dell'anziana ad Alteta di Montegiorgio

Trenta, sedici, quattro anni di reclusione. Non cambino le pene per l’omicidio di Maria Biancucc, l’anziana di Montegiorgio trovata morta dopo una rapina finita in tragedia. La Corte d’Appello di Ancona ha confermato per tutti e tre gli imputati le pene già inflitte nel primo grado di giudizio per il delitto. Il verdetto più severo resta quello nei confronti del 48enne Dante Longo, esecutore materiale del crimine, 16 anni al complice, il nipote Sebastiano Piras, stessa sentenza, 4 anni, anche per la compagna bulgara del killer Zlatina Iordanova, difesi dagli avvocati Emiliano Carnevali, Francesco De Minicis, Umberto Gramenzi, Elisabetta Palmaroli.

L’avvocato Igor Giostra

Ha retto quindi l’impianto accusatorio e sono state respinte le richieste di riduzione della pena da parte della difesa. Una sentenza accolta con soddisfazione dai familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Igor Giostra di Studia Iuris e Roberto Calcinari. “Un giudizio che rispettiamo pienamente e che riteniamo abbia comminato pene adeguate al delitto consumato – commentano i legali – Da parte dei congiunti della vittima non c’è mai stata sete di vendetta, ma solo il desiderio che vincessero la giustizia e la verità dei fatti. Un epilogo che rende merito al lavoro svolto dalla Procura della Repubblica e dagli organi di polizia giudiziaria. Quello che i familiari della signora avrebbero vissuto come un’offesa alla memoria della donna sarebbe stata un alleggerimento del capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale o colposo ed una netta riduzione della pena”.

La drammatica morte di Maria Biancucci, 79enne, risale alla sera del 18 marzo 2018. Era stato il figlio a lanciare l’allarme quando, rientrato a casa, aveva trovato la signora stesa sul letto con le mani ed i piedi legati con del nastro da pacchi. La casa era a soqquadro e dalle ricerche successive si appurò la scomparsa di denaro contante e carte di credito. Le indagini hanno monitorato tabulati telefonici, impianti di videosorveglianza nella zona, hanno visto la raccolta di tracce genetiche sul luogo del delitto, fino a stringere il cerchio intorno ai responsabili, in particolare a Davide Longo. L’uomo conosceva bene la vittima ed il figlio, era stato a casa loro per dei lavori e probabilmente aveva pianificato la rapina. Il lavoro degli inquirenti è poi riuscito ad accertare la partecipazione all’azione criminosa del nipote di Longo, Piras, mentre la Iordanova aveva accompagnato il duo ed era rimasta in macchina durante l’irruzione alla casa di Alteta di Montegiorgio.


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