di Andrea Braconi
Un giorno speciale, che segna quasi una rinascita per una scuola nata nell’anno scolastico 1939-40. Un momento epocale per il Liceo Scientifico “Calzecchi Onesti” e l’inizio di un futuro, come ha voluto rimarcare la dirigente scolastica Marzia Ripari, che per in occasione della restituzione dell’edificio dopo i lavori di adeguamento sismico effettuati dalla Provincia di Fermo, ha voluto coinvolgere anche il coro del Tco, composto da 40 tra ragazze e ragazzi. Giovani, anche universitari, guidati dalla docente Carmelina Moschella e che si sono uniti per celebrare proprio per ringraziare l’ente presieduto da Moira Canigola.
“Una realtà identitaria della nostra scuola, in una struttura che da oggi vi permetterà di coltivare la cultura della sicurezza” ha sottolineato la preside.
“Oggi ricomincia un anno scolastico che speriamo sia sotto una buona stella – ha affermato la stessa Canigola -, che segni quella ripartenza che tutti quanti noi aspettiamo e di cui abbiamo bisogno. Credo che la scuola, questa scuola, possa essere l’esempio. È un avvio all’insegna di questa voglia di stare insieme e di collaborare tra ragazzi, insegnanti, preside ed istituzioni”.
Un edificio rinnovato, per far vivere la scuola in sicurezza. “Una sicurezza più allargata, in una struttura che ci accoglie e ci protegge. Per farlo sono stati necessari tanti giorni di lavoro di cesello sulla struttura, quasi 2 anni, e sicuramente avrete avuto tanti momenti di difficoltà come scuola. Ma per ottenere questo risultato non poteva andare diversamente. Tutto è stato voluto, cercato e realizzato non solo da questa Amministrazione provinciale ma anche da un gruppo di bravi professionisti che ci ha portato ad intercettare le risorse, a fare la progettazione, ad appaltare i lavori e, oggi, a riconsegnarvi la vostra scuola. È un grande risultato, frutto di un lavoro di squadra”.
Ed eccola la squadra, a partire dal dirigente Pignoloni, passando per il funzionario Vallasciani che ha seguito gli interventi, per il direttore dei lavori ingegner Renzi, per l’ingegner Marcozzi, che ha effettuato il collaudo, e per tutti coloro che hanno collaborato.
Circa 1,7 milioni di euro l’importo necessario per lavori che hanno portato la Provincia a riconsegnare una scuola con un indice di vulnerabilità pari ad 1, “la massima sicurezza per un edificio scolastico” ha ribadito Canigola. “Alcune classi sono ancora ubicate al Fermo Forum, postazione che ci ha permesso di andare avanti facendo continuare i lavori. Ma non appena rientreremo da tutte le emergenze riusciremo a farli rientrare tutti nello stesso polo. Stiamo anche valutando un eventuale ampliamento nell’edificio nelle aree adiacenti, per dare modo di stare tutti insieme e pensare a sviluppi futuri dell’istituto”
Un mandato, quello della presidente, che volge al termine e che è stato caratterizzato da una serie di difficoltà legate proprio al mondo della scuola. “In questi giorni abbiamo iniziato la riconsegna di vari plessi rimessi in sicurezza e quindi non posso che essere felice, nonostante la complessità delle procedure e la fatica. È un primo percorso, perché tante sono le scuole oggetto di questi interventi: abbiamo 30 milioni di euro da investire e siamo già quasi a 5 milioni di lavori restituiti in pochi giorni. Continueremo in questo senso sempre con maggiore convinzione, perché avere edifici scolastici sicuri e accoglienti rende la didattica ancora più incisiva e piacevole per i ragazzi”.
Complimenti per i lavori svolti e quelli in essere sono arrivati da Ingrid Luciani, assessore del Comune di Fermo. “Testimoniano una grande attenzione e come Amministrazione comunale non possiamo che esserne contenti. Auguri a tutti buon anno scolastico”.
L’ingegner Pignoloni ha spiegato come quello dello Scientifico sia stato “un miglioramento sismico molto spinto, sostanzialmente di tipo strutturale sui corpi della palestra e sui due corpi principali dell’edificio storico”. “Si è data una risposta sismica più adeguata, con lavori che hanno comportato una tempistica ampliata rispetto a quanto previsto perché eseguiti in presenza dell’attività scolastica. Lavori che nella loro prosecuzione hanno avuto qualche interruzione, proprio per facilitare questo aspetto della sicurezza degli studenti, dei docenti e del personale scolastico”.
Per il direttore dei lavori Renzi si è trattato di un’opera particolare, “sia come lavoro sia perché sono un ex studente dello Scientifico”. “I lavori sono stati iniziati nel gennaio 2020, subito dopo è scoppiato quello che tutti sappiamo e abbiamo proseguito con estrema difficoltà. La struttura è stata interessata dalle fondazioni fino alla copertura, con l’inserimento di setti di irrigidimento generalizzati. Di giorno in giorno abbiamo dovuto superare diverse difficoltà, siamo stati messi alla prova sia come direzione dei lavori che come impresa ed Amministrazione, ma possiamo essere soddisfatti tutti quanti”.
“Un grazie sentito va a Vallasciani per la disponibilità ed il lavoro fatto – ha aggiunto Canigola – così come al vice presidente Pompozzi per il supporto ma anche per il lavoro portato avanti nella programmazione della rete scolastica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la preside Ripari. “Al dottor Vallasciani va tutta la nostra riconoscenza perché non ci ha mai abbandonati. Ha curato nel dettaglio il lavoro ma anche i rapporti tra scuola e ditta sempre per garantire il meglio e per procedere nei lavori con serenità”.
Nel corso di una visita interna, proprio Vallasciani ha precisato come quello del Tco sia stato un lavoro di adeguamento sismico concentrato su 3 blocchi, “con un indice che non possono vantare altre scuole se non la Betti, perché di recente costruzione”. Questo ha comportato una serie di rinforzi in ogni punto, con un intervento molto invasivo caratterizzato da demolizioni e ricostruzioni per dare una nuova ossatura strutturale all’edificio. “La parte più complicata è stata la restituzione degli ambienti. Immaginate di reinnestare in un telaio complesso tutta una serie di nuovi elementi strutturali, a partire dalle fondazioni: sono come piccole incisioni per fare spazio alle nuove strutture. Ribadisco, inoltre, che quando c’era la presenza a scuola qui abbiamo lavorato, quindi c’è stato tutto un lavoro delicato ed attento, con delle rotazioni per una compatibilità tra un intervento invasivo e l’attività didattica”.
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