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INTERVISTA Il calzaturiero dal digitale al fisico: per CNA Federmoda «gli artigiani sono il futuro»

MILANO - Antonio Franceschini, responsabile nazionale CNA Federmoda, elenca le priorità del comparto e guarda ai mercati internazionali

di Andrea Braconi

Un 2022 “lancia in resta” per il settore moda sui mercati di riferimento del made in Italy. È l’auspicio di Antonio Franceschini, responsabile nazionale CNA Federmoda, tra i protagonisti di un Micam dalle grandi aspettative. “La partenza è promettente, si sono rivisti visitatori e anche qualche presenza internazionale. È chiaro che, come abbiamo avuto occasione di dire in altri contesti, questa è la stagione della ripartenza auspicabile: dopo la mancanza delle presenze fisiche e delle partecipazioni fieristiche dal digitale si torna al fisico. Auspichiamo che questa sia l’occasione per salutare i brutti due anni che ci hanno preceduto”

Quali sono le priorità di un settore come la calzatura, sempre più importante non solo per l’area fermano-maceratese ma anche a livello nazionale?

“Questo è un settore che si inserisce a pieno titolo tra le eccellenze italiane, nel contesto del più ampio sistema moda. Dobbiamo fare tutto per preservarlo perché è dimostrato come abbia avuto questa capacità di resilienza, di affrontare tutte le difficoltà, non solo quelle legate al periodo contingente della pandemia ma che vengono anche da prima. È un settore fatto da tante piccole imprese di artigianato, che ha una capacità di rinnovarsi. Un settore dotato fortemente di competenze e di qualità, che ha dimostrato la possibilità di stare sui mercati internazionali anche di fronte a quella che è stata la globalizzazione feroce degli ultimi decenni.”

Cosa chiedete al mondo delle istituzioni?

“Quello che chiediamo è una rinnovata attenzione. Il settore della moda in generale è spesso portato ad esempio come bandiera del made in Italy nel mondo, ma molto spesso non è attenzionato dalle istituzioni e dalla politica nella maniera dovuta. Oggi abbiamo questa occasione del PNRR, che può essere un’opportunità per investimenti a mio parere su distretti e formazione intanto per salvaguardare quanto c’è nel nostro settore, ma anche in un’ottica di rilancio. È un settore che può esprimere opportunità per il futuro in termini economici e sociali per il nostro Paese.”

Mercati internazionali che sono stati in parte stravolti dalla pandemia. Quale approccio portate avanti e quale invito fate alle vostre aziende?

“L’invito che facciamo alle nostre imprese è quello di seguirci, di continuare in quelle che sono le nostre programmazioni sui mercati internazionali. È chiaro che ci sono dei mercati che sono stati fortemente importanti nel passato, penso all’Asia, alla Russia ma anche al nord America che, stando ai contatti che costantemente abbiamo con gli operatori, sono in attesa di vedere di nuovo il made in Italy. Abbiamo avuto recentemente delle occasioni di confrontarci e auspichiamo che la situazione pandemica, non solo in Italia ma a livello internazionale, aiutata da un’ampia campagna vaccinale, possa andare verso il superamento e creare le condizioni per una presenza costante. Fino ad oggi abbiamo lavorato, e non si poteva fare diversamente, con azioni nel campo digitale, ma è importante per il nostro prodotto tornare in presenza, ad una relazione con i consumatori e con i buyer: per questo stiamo definendo un’intensa programmazione.”


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