Movida violenta e chiusura anticipata dei locali, insorge l’opposizione: “Non è la soluzione, ci sono le leggi”

PORTO SAN GIORGIO - I fatti di violenza e l'ordinanza in fase di elaborazione sulla chiusura anticipata dei locali notturni hanno fatto balzare dalla sedia la minoranza. Agostini (FdI): "L'ordine pubblico è un bene fondamentale da preservare, ma non a costo delle libertà degli onesti". Cencetti e Del Vecchio (Udc) puntano l'indice contro Loira e Calcinaro, e rilanciano il piano di coordinamento del controllo del territorio

Andrea Agostini

Movida violenta e conseguente chiusura anticipata dei locali? La minoranza consiliare punta i piedi. “Chiusure anticipate dei locali? No grazie” la presa di posizione del capogruppo FdI, Andrea Agostini. E sulla questione intervengono anche il capogruppo Udc, Carlo Del Vecchio, insieme al suo segretario comunale, Stefano Cencetti: “Chiediamo e pretendiamo che dai proclami e dagli annunci si passi ai fatti e che i sindaci di Porto San Giorgio e Fermo si assumano le responsabilità di azioni atte ad arginare quella che è una vera e propria escalation di violenza che ha investito la nostra città e che trova origine a Lido Tre Archi”. Prese di posizione che arrivano a poche ore di distanza dal summit in prefettura dove le istituzioni hanno chiesto al primo cittadino sangiorgese di adottare un’ordinanza per la chiusura anticipata dei locali, ordinanza che è stata oggetto di un faccia a faccia, questa mattina, proprio tra Loira e i pubblici esercizi sangiorgesi che, ovviamente, non l’accettano, comprensibilmente. Non vogliono essere loro a pagare pegno per vandali e giovani violenti. Ma partiamo dalla presa di posizione di Agostini: “Bande di giovani criminali si scontrano a Porto San Giorgio da tanti, troppi mesi e quale soluzione per impedire che prima o poi ci scappi il fattaccio di sangue da cronaca nazionale? Chiudere prima le attività commerciali e vietare da una certa ora la vendita di alcolici. Premesso che la vendita di alcolici a minori e ubriachi è reato, si facciano piuttosto rispettare le leggi esistenti, magari – tuona Agostini – anche con sanzioni amministrative severe a colpire eventuali commercianti che dovessero lucrare operando illeciti. Anticipare chiusure e vendite significa di fatto instaurare un coprifuoco che danneggia l’economia sana di una città, limita le libertà di consumo di ogni cittadino, mette ulteriormente in crisi la sicurezza pubblica. Si pensa forse che l’alcol non potrà essere procurato diversamente? Si pensa che se i bar saranno chiusi non si andrà più in strada a delinquere? Anzi. Meno attività commerciali aperte, meno luci, meno persone oneste in giro, maggiori spazi alla criminalità. Il lockdown ci ha insegnato che se si sta chiusi in casa, non si va al lavoro, non si va in auto, diminuiscono i morti sul lavoro e nelle strade. È questa la via che si intende percorrere per salvare vite umane? L’ordine pubblico è un bene fondamentale da preservare, ma non a costo delle libertà degli onesti”.

Carlo Del Vecchio

Da FdI all’Udc con Del Vecchio e Cencetti che hanno nel mirino i sindaci Loira e Calcinaro: “Sulla sicurezza non possiamo abbassare la guardia – è il monito dei due esponenti Udc che tornano così sulla vicenda della maxirissa del 19 settembre scorso in pieno centro a Porto San Giorgio – Abbiamo criticato il lassismo dell’amministrazione Loira, abbiamo denunciato lo stallo dell’amministrazione Calcinaro, ora chiediamo e pretendiamo che dai proclami e dagli annunci si passi ai fatti e che i primi cittadini si assumano le responsabilità di azioni atte ad arginare quella che è una vera e propria escalation di violenza che ha investito la nostra città e che trova origine a Lido Tre Archi”.

Del Vecchio e Cencetti accendono i riflettori sul piano di coordinamento del controllo del territorio. “Abbiamo appreso che questo Piano è fermo al 2015 e non è stato più revisionato. Approvato quando ancora non era stata istituita la Questura di Fermo. Si tratta dello strumento principe per fornire indicazioni sulle modalità e le procedure per garantire che tutti gli obiettivi vengano coperti e controllati dalle forze dell’ordine, per razionalizzare il loro impiego ed evitare così sovrapposizioni ed infine per efficientare la tempestività degli interventi. Crediamo che dopo 6 anni occorra mettere mano a questo strumento tenendo conto del fatto che nuove circostanze sono emerse, che nuove problematiche afferenti l’ordine pubblico sono venute a galla, che altre criticità negli ultimi anni hanno interessato la costa e Porto San Giorgio. Insomma è cambiato in modo radicale il quadro di riferimento di quel Piano”.

Stefano Cencetti

Del Vecchio e Cencetti puntano l’indice contro i sindaci Loira e Calcinaro, si diceva. “Nel ribadire la piena vicinanza alle forze dell’ordine che pattugliano il nostro territorio e quotidianamente garantiscono la nostra sicurezza tra mille difficoltà, non possiamo che evidenziare, al contempo, come Loira e Calcinaro non abbiano mosso un dito per chiedere una revisione del Piano stesso. Pronti piuttosto a chiedere sempre controlli e più forze dell’ordine o, come nel caso del sindaco Loira, a rimarcare che un sindaco non ha poteri e competenze in materia. Crediamo che proporre una revisione del Piano ed una sua attualizzazione sia non solo opportuno ma doveroso in questo frangente. Anzi, è una richiesta che i due primi cittadini dovevano fare prima, invece hanno preferito piangersi addosso o additare altrove le responsabilità. Nel mezzo Porto San Giorgio ed i cittadini, i commercianti, gli operatori turistici che stanno subendo le conseguenze di questa situazione. Stufi di un’amministrazione che in cinque anni non ha mosso un dito per la prevenzione delle microcriminalità. E’ ora di voltare pagina”. Atti vandalici sono all’ordine del giorno nelle vie del centro e le proteste si susseguono. “Bene allora la decisione di incrementare i pattugliamenti nelle zone a rischio, presa dalla Prefettura —proseguono Del Vecchio e Cencetti— ma non possiamo accettare come soluzione una chiusura anticipata delle attività economiche e nello specifico dei pubblici esercizi che hanno già sofferto per il lockdown. Non è giusto caricare su queste attività le conseguenze di atti criminali connessi da balordi in grado di reperire le bevande alcoliche anche nei supermercati”.

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