di Andrea Braconi
Dopo l’attacco alla Cgil a Roma da parte di militanti di Forza Nuova, anche la sede fermana del sindacato è stata presidiata dagli iscritti. E nella mattinata di domenica, come annunciato dal segretario Alessandro De Grazia, si è svolto un momento di confronto per denunciare la gravità del gesto.
“Nella giornata di sabato le piazze dei No-Vax si sono rivelate violente con estremisti infiltrati che hanno dato vita a scontri verso le Forze dell’Ordine, verso i luoghi delle Istituzioni, violando e devastando la sede della Cgil Nazionale – ha ricordato Barbara Micheleic, segretaria confederale Cgil Fermo con delega all’Organizzazione. -. Sono state devastate strutture, macchinari, computer ma anche inestimabili opere d’arte che sono da sempre esposte nella nostra sede”.
Chiara, per la Cgil, la matrice fascista degli attacchi, “una vera riproposizione dello squadrismo che si è materializzato nelle strade di Roma, ma anche a Milano”. La Cgil, ha ribadito Micheleic, è la casa di tutti i lavoratori, e come affermava Giuseppe Di Vittorio “La Camera del Lavoro è casa nostra”.
“Negli scontri di ieri, rappresentanti di frange estremiste, fasciste, come Forza Nuova, rilanciano la necessità di procedere nuovamente alla richiesta dello scioglimento di tutte quelle aggregazioni non democratiche, che praticano ripetutamente il reato di ‘apologia del fascismo’, che mettono a rischio la democrazia del nostro Paese. La nostra organizzazione ha subito deciso di presidiare tutte le sedi, di chiedere alle compagne ed ai compagni della Cgil di essere presenti ma al tempo stesso abbiamo chiesto alle Prefetture e alle Questure di vigilare sui luoghi della rappresentanza del lavoro, sui luoghi della tutela individuale e collettiva. Dobbiamo elevare la nostra massima attenzione: lo dobbiamo alle tante compagne e ai compagni che ogni giorno fanno vivere la Camera del Lavoro, aprendo dal sistema di accoglienza, ai servizi di carattere individuale, i numerosi uffici di tutela per i più deboli del mondo del lavoro. Le categorie sindacali sono la parte attiva che tutti i giorni si misura nei luoghi di lavoro, le leghe Spi sono punto di analisi delle problematiche sociali e pronte ad orientare le scelte per costruire insieme quello che noi chiamiamo contrattazione sociale territoriale. Il territorio appunto: Camere del lavoro, sedi ovunque, luoghi del presidio dei diritti e della democrazia, che inizia sul posto di lavoro e si completa da noi”.
Per questo, ha proseguito, “attaccare la Cgil, devastare la sede nazionale, assaltare un simbolo delle tutele, la casa dei lavoratori, è il più grande errore che queste frange antidemocratiche potessero compiere”.
“La Cgil è profondamente antifascista, convintamente democratica. La Cgil è per il diritto di manifestare liberamente, cosi come è sancito dalla nostra Costituzione (art.17). I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica. Tante volte abbiamo manifestato, liberamente, anche il nostro dissenso: abbiamo detto no alle riforme che ritenevamo sbagliate, no a leggi finanziarie giudicate insufficienti, ma anche detto no alle politiche che ritenevamo sbagliate o dannose non solo per i nostri iscritti, ma per l’interesse generale del Paese. Si può esprimere il dissenso, pratichiamo il conflitto, per i rinnovi dei contratti, per promuovere le nostre battaglie: ma sempre dentro un quadro di piena legalità, lealtà, tra rapporti di forza. Ed ecco qui sta il punto: il nostro ‘essere Confederali’, interessarsi del destino del Paese, andare oltre le singole categorie, mettere al centro dell’agenda politica il noi, e non l’io. La Cgil vive da oltre 115 anni, ha affrontato gli anni della clandestinità durante la dittatura fascista, è stata protagonista nella resistenza, nell’orientamento verso la lotta partigiana, nella scrittura dell’articolo 1 della nostra Costituzione, fondata sul lavoro”.
E per il sindacato i gravi fatti di Roma fanno capire che, ancora una volta, non si possono derubricare parole come fascismo. “Non è una categoria desueta, bensì purtroppo attualizzata da coloro che lo praticano (il fascismo) nelle forme anche violente che hanno caratterizzato, ora come allora, la nascita dei primi movimenti, fino ad arrivare con la violenza alla marcia su Roma del 1922. Il prossimo anno, la ricorrenza del centenario di quella data, può determinare altre tentazioni di emulare, condotte violente e ricorrere all’esaltazione dell’evento che segno l’inizio della dittatura di Mussolini. Oggi siamo qui, e ringraziamo tutte e tutti, per aver presidiato la nostra Camera del lavoro, una sede che come vedete stiamo rimodernando, la stiamo rendendo ancora più accogliente, più fruibile, per le persone. Lo facciamo con enorme responsabilità, di investire le risorse degli iscritti alla Cgil, per la Cgil, per un potenziamento delle nostre strutture. Ringraziamo infine tutti coloro che in queste ore hanno mostrato solidarietà alla nostra Organizzazione, dai partiti politici ai massimi vertici istituzionali, dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ora chiediamo a tutti anche uno scatto d’orgoglio, e per questo motivo, saremo in piazza nuovamente, sabato 16 ottobre, nella manifestazione unitaria già indetta da Cgil, Cisl e Uil per dire, ancora una volta: mai più fascismi”.
Al presidio hanno preso parte anche alcuni aderenti al Comitato 5 Luglio, tra cui Giusy Montanini. “Ci siamo come comitato antifascista e antirazzista e da tempo in questo territorio stiamo ribadendo che c’è una sottovalutazione del fenomeno, anche da chi governa la città e il Paese. Quello che è accaduto ieri è di una gravità inaudita, è un attacco fascista ad una sede sindacale e va stigmatizzato. Non c’entrano i vaccini, non c’entra la questione del Covid: il fatto è che esiste un forte movimento fascista che viene in qualche maniera considerato come qualcosa di folkloristico, quando invece è di una gravità inaudita. C’è un problema, oggi in Italia, di un nuovo fascismo che avanza, nonostante ci siano normative chiare ma che non vengono rispettate. I fascisti sono nell’illegalità e quindi il Governo deve assumere una posizione chiara”.
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