I segretari generali dei sindacati maggioritari delle polizie ad ordinamento civile, Siulp, Sap, Siap (Polizia di Stato) e Sappe, UilPa Polizia Penitenziaria e Fns Cisl (Polizia Penitenziaria) in rappresentanza del personale della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria in vista della presentazione della Ddl di Bilancio alle Camere, sentono il dovere morale e politico di preannunciare un’azione incisiva e determinata di protesta “nell’ipotesi in cui non siano eliminate, nella legge di bilancio in fase di emanazione, le gravissime e pesanti sperequazioni tra le forze di polizia ad ordinamento civile, militari e vigili del fuoco in tema pensionistico e previdenziale per la non corretta applicazione dell’art. 54 del Dpr 1092/73 da parte dell’Inps che, nei fatti e nelle scelte, ha diviso nettamente il Comparto Sicurezza da quello della Difesa”. E’ quanto annunciano, appunto, i segretari Felice Romano (Siulp), Stefano Paoloni (Sap), Giuseppe Tiani (Siap), Donato Capece (Sappe), Gennarino De Fazio (UilPa PP) e Massimo Vespia (Fns Cisl) in una nota congiunta rilanciata nel Fermano e nell’Ascolano dal segretario provinciale Siap Fm-Ap, Amedeo Cerqua il quale annuncia che “anche i poliziotti fermani e ascolani sono pronti a scendere in piazza”.
“La mancata equi-ordinazione per il personale che svolge medesimi compiti, ruoli e funzioni di ordine e sicurezza pubblica, non si può tramutare – spiegano i segretari generali – in una ingiustificata e gravosissima penalizzazione nei confronti dei poliziotti e poliziotte, determinando l’ennesima disparità di trattamento all’interno del Comparto Sicurezza e Difesa.
Di fatto, il calcolo del trattamento pensionistico delle citate polizie ad ordinamento civile deve rispettare i peculiari principi di specificità ed equi-ordinazione normate dall’art.19 della legge 183/2010 e deve essere ricondotto nell’alveo dell’applicabilità universale per tutti gli operatori in uniforme del Comparto Sicurezza e Difesa del citato art. 54 del DPR 1092/73. Nell’assenza di fatti concreti e risolutori, indiremo senza se e senza ma, lo stato di agitazione e mobilitazione generale delle forze di polizia e, non esiteremo a scendere in piazza con manifestazioni locali e nazionali. Ben consapevoli del delicato momento storico che vive il paese e delle tensioni sociali e internazionali che preoccupano tutti per la tenuta dell’Ordine Pubblico, ciononostante non possiamo far gravare sulle spalle dei soli poliziotti il senso di responsabilità dello Stato e invochiamo ‘la legalità della legge’ per tutti i poliziotti da noi rappresentati, diversamente il conflitto sociale e sindacale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile sarà irrevocabile”.
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