di Andrea Braconi
Un acronimo, S.I.S.MA., che racchiude il senso del progetto formativo al quale Francesco Lusek e Samuele Santarelli hanno lavorato per mesi. Disaster manager ed esperto di Protezione Civile il primo, responsabile regionale dell’Associazione Vigili del Fuoco Volontari, insieme hanno dato forma e sostanza a quel Supporto Integrato Soccorso Macerie che prevede un campo di formazione polivalente con macerie, area verde, area idrovore, area taglio, area logistica, area AIB ed area attività fisica.
Un plauso a Lusek e Santarelli, oltre che al sindaco di Grottazzolina per la realizzazione in tempi brevi di una struttura che mira a diventare struttura certificata di formazione, è stato fatto dal giornalista Antonio Filippini, moderatore dell’incontro di presentazione tenutosi nel Comune fermano, punto baricentrico del territorio. “In Italia siamo bravi in emergenza ma in prevenzione siamo messi maluccio – ha affermato -, ma quando un operatore è formato può fare squadra con le altre istituzioni. Auspichiamo che questo campo sia nevralgico e funzionale per fare formazione a tutti i volontari marchigiani”.
“La prevenzione è un tema importante, ancora di più in una zona sismica come la nostra – ha rimarcato il sindaco Alberto Antognozzi -. Formare alle emergenze, quindi, è importantissimo e negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti. È importante che le istituzioni colgano lo spirito di questo progetto e lo sostengano. L’Italia è un Paese dal grande cuore e se a questo aggiungiamo più prevenzione e formazione saremo sicuramente un Paese migliore, più sicuro e più moderno”.
All’incontro hanno preso parte le massime autorità civili e militari del Fermano, tra le quali il prefetto Vincenza Filippi che ha voluto congratularsi con Lusek, consulente della stessa Prefettura. “Questo è un territorio fragile, colpito negli ultimi 50 anni da vari terremoti, ma è un territorio dalla grande anima che deve mettere a sistema queste risorse attraverso un’opera di tipo pianificatorio. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione per le varie emergenze e come rappresentante del Governo sul territorio dico che come Prefettura ci siamo. Aggiungo che sono disponibile a fare opera di sensibilizzazione nei confronti dei sindaci e degli altri territori”.
“A Montegranaro ho chiesto subito di mettere una nuova sede di Protezione Civile – ha aggiunto l’onorevole Mauro Lucentini -. È fondamentale avere dei centri intercomunali ed è giusto portare avanti questo punto con insistenza. Quello che si fa qui a Grottazzolina è una cosa molto importante”.
In rappresentanza della Regione Marche, il consigliere Andrea Putzu ha sottolineato il grande lavoro svolto dai volontari di Protezione Civile e dell’associazione Vigili del Fuoco, “motivo di orgoglio per tutto il territorio”.
“So quanta passione il dottor Lusek mette nelle cose che fa e lo ringrazio di questo – ha affermato Moira Canigola, presidente della Provincia -. Nonostante la grande disponibilità dei volontari, se la loro volontà non è legata ad una formazione rischia di risultare poco utile. Questo progetto guarda avanti, per fare fronte a determinati eventi e mi auguro che questa nuova struttura possa essere approfondita e messa a disposizione di tutto il territorio, senza gelosie”.
“Abbraccio questo progetto e sono molto contento di essere qui” ha voluto sottolineare Robert Triozzi, chief executive officer del Fire Rescue Development Program e già comandante Missioni ONU Vigili del Fuoco in Kosovo e Iraq. “Se non c’è la volontà politica non andiamo da nessuna parte, invece dobbiamo andare tutti verso la stessa meta. Possiamo anche trasformare il nome da S.I.S.MA a S.I.S.EM. Inteso come emergenze perché abbiamo anche alluvioni, trasporti di sostanze pericolose e altro. Quindi, è una strategia applicabile per tutte le emergenze e la parola chiave è integrato, cioè sinergia, cioè successo. Altrimenti l’alternativa è l’Armata Brancaleone, con troppe risorse sprecate. C’è anche da dire che volontario non significa non professionale e che l’integrazione dipende dall’uniformità di tutti i componenti in campo. Ognuno ha un ruolo importante nella società e questo va bene anche per un’organizzazione come la Protezione Civile”.
Cruciale per Triozzi l’identificazione delle qualifiche e dei ruoli di Protezione Civile, con vari livelli di intervento: il livello 1, che può operare solo nei limiti del proprio Comune e non in ruolo operativo di soccorso; il livello 2 solo nella propria regione in ruolo operativo di soccorso basilare; infine, il livello 3 su scala nazionale e/o internazionale in un ruolo operativo di soccorso avanzato.
Nel mettere a confronto il sistema americano, caratterizzato da diversità operative e tecniche, Triozzi ha parlato della figura del prefetto, che rappresenta l’autorità del Governo italiano, come un altro asso della manica del nostro Paese. “L’uniformità garantisce la coesione operativa; evita lo spreco di risorse sia umane che materiali; evita la ripetizione e l’omissione di lavoro e la confusione durante l’intervento; rende possibile operare in sintonia con altri gruppi di protezione civile su tutto il territorio nazionale; facilità l’identificazione del personale ed i loro ruoli. Inoltre, la formazione deve essere consona con il probabile lavoro da svolgere, deve essere pratica ed applicabile, con istruzioni in linea con i limiti delle capacità ed i livelli operativi degli operatori, condividono le medesime aree di competenza”.
L’importanza del progetto S.I.S.MA. è intrinseca anche in quello che viene definito gemellaggio di soccorso, cioè un sistema di soccorso mutuo che supera i confini comunali, provinciali e regionali. “Ci sono poi i disastri senza frontiere, con le emergenze che non conoscono i confini politici o territoriali. Quali sono le chiavi del successo per questo progetto? L’addestramento, le attrezzature, l’affiatamento, oltre che serietà, impegno, professionalità e gioco di squadra da parte di tutti. E si lavora e ci si addestra sempre in sicurezza, la nostra incolumità è la nostra priorità, non dobbiamo trasformarci da soccorritori in vittime” ha concluso.
Nel prendere la parola, Lusek ha precisato come gli ispiratori del progetto S.I.S.MA. siano stati lo stesso Triozzi e Guido Bertolaso. ex capo della Protezione Civile nazionale e oggi consulente Emergenza Covid in varie regioni. “Nel 2005 – ha precisato Lusek – nelle Marche abbiamo iniziato a sperimentare dei geofoni, apparecchiature per localizzare persone sepolte, lavorando poi su questo ed utilizzandolo nel 2009 per portare soccorso a L’Aquila. Via via, dal sisma 2016 a Rigopiano fino all’Albania nel 2019, le criticità che abbiamo affrontato sono state la conoscenza del territorio, la viabilità, la sicurezza, i rischi evolutivi, i danni, il numero delle persone, tutte informazioni che possono essere date dai soccorritori locali, che spesso non potevano essere coinvolti perché mancano formazione e dispositivi di protezione. Quindi, questo progetto non fa altro che colmare questa zona grigia”.
Di grande valenza anche il confronto con varie realtà internazionali, dai Balcani a Malta, con percorsi formativi specifici e standardizzati. “Le strutture operative devono essere formate anche sotto il profilo della sicurezza, preparando il terreno per le squadre esterne in modo da abbattere i tempi di intervento. C’è anche un’esperienza interessante della Regione Calabria, che ha elaborato una convenzione tra Protezione Civile e volontariato”.
Anni di studi e preparazione, quelli vissuti da Lusek, prima di gettarsi dentro S.I.S.MA. “Altro aspetto è la formazione degli amministratori locali per l’elaborazione di piani di emergenza e per preparare la risposta. Ultimo aspetto la popolazione, tra gli obiettivi principali del progetto. Questa della Valtenna è una realtà molto dinamica, con sindaci molto propositivi e penso sia una zona dove si possano sperimentare iniziative innovative”.
Oltre a quello di Grottazzolina, quattro i campi di addestramento aderenti, da Jesi al Friuli, passando per Tirana, in Albania, la cui inaugurazione avverrà nei prossimi mesi. “Questo progetto è dedicato a Umberto Cardinali, un vigili del fuoco volontario deceduto durante un intervento di soccorso per un incendio boschivo” ha concluso Lusek.
“Questo Paese ancora oggi devo continuare a confrontarsi con tantissimi problemi e contrasti, un Paese dalla memoria cortissima e anche da una capacità di guardare oltre che esiste in poche persone – ha affermato Bertolaso -. Le scuole sono la madre di tutte le battaglie, come insegna la tragedia di San Giuliano di Puglia, con 27 bambini ed un’insegnante morti e con altri 30 che si sono salvati perché la loro insegnante nel momento in cui ha sentito la scossa ha lanciato loro un messaggio: non gli ha detto uscite di corsa, ma di stare tutti sotto i banchi. L’insegnante aveva partecipato a dei corsi di aggiornamento su situazioni di emergenza e aveva ricordato l’insegnamento più importante. Quello è stato un momento di passaggio storico per la Protezione Civile del nostro Paese, del quale ancora non ci rendiamo conto. Molte cose a livello di addetti ai lavori sono state portate avanti da quel giorno. Per far capire alla politica quanto fondamentale fosse organizzare un sistema moderno di Protezione Civile fui costretto a chiamare quella sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo portai su una casa che sovrastava la scuola, non visto da nessuno, lo feci stare lì due ore spiegandogli tutte le dinamiche e si è reso conto che non funzionava nulla, con un gigantesco spreco di risorse, di capacità e di intelligenze. Questo era la Protezione Civile italiana il 31 ottobre 2002”.
Il problema, per Bertolaso, si chiama riforma costituzionale del Titolo V. “Chi ha deciso che la Protezione Civile dovesse essere materia concorrente, ha messo l’Italia in ginocchio dal punto di vista del soccorso. Dobbiamo invece essere in grado di garantire la presenza dello Stato, perché non voglio che qualcuno dica di essere lasciato solo. E la Protezione Civile è la vera medicina delle situazioni di emergenza”.
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